Un turco non può arbitrare

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Il pc è nuovo e non posso sfasciare l’ennesima tastiera; durante la triste epoca del Giannino ne ho sfasciate a profusione e la voglia di farne fuori un’altra è irresistibile; chi ha la pazienza e la bontà di seguirmi sa che non mi sono mai nascosto dietro gli errori arbitrali o dietro la sfortuna, ma, in tutta sincerità, stavolta non ho proprio nulla da muovere alle tre componenti: società, guida tecnica e squadra. Calcisticamente parlando sono un razzista: per me un turco non può arbitrare una partita di questa importanza su un simile palcoscenico; andasse ad arbitrare gli infuocati derby turchi, un inno alla pedata e all’anti calcio. Lo stesso dicasi per uno sloveno che ha un campionato a 8 squadre e via discorrendo. Nell’epoca del VAR poi è inammissibile che venga decretato e confermato un rigore che non sta né in cielo e né in terra.

Ma la colpa è del designatore che ci ha mandato questo incapace malato di protagonismo; bastava dire a Kessie che non tollerava il gioco duro (ma dal primo minuto lo ha tollerato…) e che al prossimo lo avrebbe espulso, invece non ha esitato ad estrarre un cartellino giallo quanto mai severo. Una cosa inaccettabile, una vergogna assoluta: un arbitro indegno di arbitrare che scredita l’intera categoria. Se ne tornasse sul Bosforo ad aspettare il canto del Muezzin che chiama i fedeli alla preghiera, altro non può e non deve fare.

A cosa serve giocare bene, a cosa serve vedere una banda di ragazzi che hanno dato tutto se poi deve finire tutto con decisioni arbitrali da Sant’Uffizio? Senza l’espulsione si era vista una sola squadra che anche in 10 ha messo in difficolta i rissaioli del catenacciaro più incallito che esiste. Si un catenacciaro inverecondo che offende il gioco del calcio e che solo in Spagna possono riempire di soldi; io mi tengo stretto Pioli tutta la vita, mi vergognerei di vedere la mia squadra “giocare” (eufemismo) nel modo in cui gioca la nazionale dei materassai.

Se proprio vogliamo muovere qualche velata critica, possiamo sicuramente dire che la sostituzione di Leao con Giroud non ha dato i frutti sperati: il francese è apparso svagato, inerme e confuso, non certo calato nel contesto pugnace della partita; Leao, seppur stanco, avrebbe fatto meglio e ve lo dice uno che non gli ha mai risparmiato critiche, anche feroci. Ieri sera però, ma già da qualche partita, è stato sensazionale, la rovesciata poi avrebbe riportato in vita Max Von Sydow e John Huston, un gesto di una bellezza struggente.

Su Kessie cosa volete che vi dica? La preparazione estiva affrettata e monca, l’infortunio e forse altro…, lo rendono un giocatore molto diverso rispetto a quello che lo scorso anno dominava a centrocampo con una sicurezza e continuità fenomenali. E’ arrivato tardi sulla palla e con troppa irruenza, la frittata è stata inevitabile. Il turco che fischia indegnamente si sa che arbitro sia, lo so io, lo sapete voi, lo deve sapere anche Kessie. Ma oltre all’errore, c’è un giocatore in evidente difficoltà: Pioli deve avere il coraggio di ripresentare la coppia Benaccer-Tonali, due giocatori stellari, almeno quelli visti ieri sera. Cattivi, esuberanti, a tratti imprendibili. Questi due, quelli di ieri sera, devono giocare, punto.

Kessie deve riposare e riflettere, chi gestisce i rinnovi prenda nota. Purtroppo siamo contati, dopo 45 giorni di trattative serrate sono arrivati la sindone di Pellegri, lo spirito del Messias e quel Ciokko Baiokko che definire un cazzone inutile è fargli un complimento. A questi aggiungiamo Conti e Castigliokko e il quadro è completo. Che almeno giochino i migliori. Di certo la dea bendata non è dalla nostra parte: sorteggio durissimo in un girone dantesco, partita a Liverpool e subito dopo gara a Torino contro la squadra del monociglio; altri hanno trovato il Bologna del presunto allenatore serbo. Arbitro assassino a Milano e dopo questa battaglia si gioca contro l’Atalanta: siamo in forte credito. Ho sempre chiesto bel gioco, verve, dinamismo, allegria e divertimento, non posso che alzarmi in piedi, battere le mani e ringraziare. Questo Milan mi diverte, mi rappresenta e ne vado fiero.

Forza Milan

Gianclint

 

Il mio primo ricordo furono i pianti per una sconfitta in finale con il Magdeburgo.. Rivera e Chiarugi erano i miei idoli, ma ho amato anche Wilkins ed Hateley. Per il Milan di Sacchi avrei lasciato tutto e tutti. Rimane per me la pietra di paragone. Scrivo di getto come Mozart, odio i servi, i ruffiani e i leccaculo. Scrivo per il gusto di farlo e potrei dare lezione alla maggior parte dei giornalisti al seguito del Milan, incapaci di scrivere qualcosa di accattivante e vero. Detesto chi scrive e annoia e lo fa solo per ingraziarsi qualcuno. Disprezzo fanatici e cretini. Ragiono con la mia testa e del risultato me ne frego; chi gioca bene vince due volte.