Se segna anche Pierino

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Il rendimento di Kalulu impone un paio di domande: “E adesso che si fa con Romagnoli? Chi gioca accanto a Tomori?”. Il francese ha fatto un paio di salti lungo le gerarchie di Pioli, soprattutto nelle ultime due sfide. Prima ha annullato Osimhen nello scontro diretto con il Napoli, partita da 7 accanto all’inglese, poi ha deciso la sfida con l’Empoli con un bel gol all’angolino. Alla voce ‘jolly’ c’è il suo nome. I tifosi lo chiamano “Pierino” e ne invocano la titolarità a più riprese. Si sono affezionati, gli vogliono bene, ne apprezzano il carattere. E Romagnoli? Quale potrebbe essere, tra i due, il partner ideale di Tomori in queste ultime 9 partite?

Adesso siamo primi a prescindere a 9 partite dalla fine, padroni del nostro destino. Il pareggio indegno dell’Inter a Torino, pareggio salutato come meritato da Inzaghi…, ci ha permesso di guadagnare 2 punti e salire a 4 di vantaggio; pertanto adesso il recupero dei nerazzurri a Bologna conta, ma fino ad un certo punto; e in ogni caso, psicologicamente la partita ha un effetto diverso, se prima serviva per scavalcarci, adesso invece serve per rimanere in scia. A Bologna però devono vincere…

Tornando però alle nostre cose, la vittoria contro l’Empoli non è stata delle più belle, anzi, abbiamo giocato decisamente male, ma almeno stavolta abbiamo portato a casa 3 punti preziosissimi. Visto l’avversario e la partita casalinga ti aspetti che la risolva una punta o almeno un centrocampista offensivo, mai e poi mai ti aspetti che il buon Kalulu la metta dentro e da fuori area! Dai ragazzi, questo è un segnale, un bellissimo segnale, di cosa? Non lo dico… Sta di fatto che questo ragazzo strameritava questa soddisfazione, sempre diligen, sempre educato, mai fuori dalle righe, dentro e fuori dal campo. I prodromi si erano visti tante volte, non ultimo la performance contro il Napoli di Osimhen. Pierre insieme a Tomori era stato perfetto, ma contro l’Empoli ha anche segnato e portato a casa 3 punti.
Ecco perché propendo per Kalulu come titolare accanto a Tomori; il ragazzo è in fiducia, crede nel progetto e nel futuro. A me Romagnoli non è mai piaciuto, su di lui incombe un rinnovo che, si dice, non ci sarà…e allora perché metterlo in campo? Sia chiaro, il professionista non si discute, ma tra i due punto decisamente sull’entusiasmo e sulla freschezza di Pierino. Come anche, e lo dico ogni settimana, propendo anche per Florenzi; sabato giocava nella “scomoda” posizione di Hernandez, che, chiaramente, è insostituibile…, eppure ha fatto una partita di grandissimo spessore, sfiorando il gol del vantaggio (ennesimo miracolo del portiere avversario contro di lui) e fornendo un contributo alla squadra importantissimo. Di contro vedo un Calabria in forte difficoltà, pasticcione, svagato e confusionario. Con Florenzi ed Hernandez potremmo veramente essere ancora più forti.
Nel finale di stagione ci metto anche Ibra; ho letto e sentito cattivi giudizi su quei pochi minuti che ha giocato contro l’Empoli; io l’ho visto mettersi al servizio della squadra, aiutandola in difesa sulle palle alte; Rebic, per dire, nemmeno quello. Dal croato mi aspetto che dia un segnale a questa squadra e a questo campionato: trovo impossibile che nelle prossime nove durissime partite, Rebic non ci dia una mano. È necessario che il croato torni ad essere se stesso, serve l’aiuto di tutti.

Non faccio proclami, tabelle e previsioni; continuo a scrivere, fingendo di non guardare la classifica, ma non possiamo nasconderci dietro scaramanzia o finzione. Se ci avessero detto ad inizio stagione che, a nove partite dal termine, saremmo stati primi in classifica…, avremmo fatto carte false. Abbiamo il dovere di crederci fino alla fine, di osare e di prenderci ogni genere di rischio. A Cagliari dobbiamo andarci da grande squadra, ma non a parole o negli intendimenti di chi chiede un premio scudetto, ma con la determinazione di prenderci i tre punti ad ogni costo. Questa volta possiamo farlo con la mente più libera, siamo primi e dobbiamo restarci!

Gianclint

Il mio primo ricordo furono i pianti per una sconfitta in finale con il Magdeburgo.. Rivera e Chiarugi erano i miei idoli, ma ho amato anche Wilkins ed Hateley. Per il Milan di Sacchi avrei lasciato tutto e tutti. Rimane per me la pietra di paragone. Scrivo di getto come Mozart, odio i servi, i ruffiani e i leccaculo. Scrivo per il gusto di farlo e potrei dare lezione alla maggior parte dei giornalisti al seguito del Milan, incapaci di scrivere qualcosa di accattivante e vero. Detesto chi scrive e annoia e lo fa solo per ingraziarsi qualcuno. Disprezzo fanatici e cretini. Ragiono con la mia testa e del risultato me ne frego; chi gioca bene vince due volte.