Mentre scrivo

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Avanti tutta verso la firma. Venerdì potrebbe essere il giorno in cui il Milan sarà ufficialmente acquistato da Investcorp. Non c’è ancora la certezza assoluta perché, per motivi sostanzialmente tecnici, la cessione da parte di Elliott potrebbe slittare di qualche giorno, all’inizio della prossima settimana. D’altronde su questo aspetto entrambe le parti sono sempre state morbide: è vero che a fine mese scade l’esclusiva che Elliott ha concesso a Investcorp, ma è anche vero che manca talmente poco che nessuno si formalizzerà se l’accordo sarà concluso all’inizio di maggio. eri mattina un lancio della Reuters ha ribadito quanto si stava ripetendo da qualche giorno. Ossia che la trattativa è davvero a buon punto e che l’annuncio dovrebbe arrivare in tempi brevi. La novità sta nella cifra che Investcorp verserebbe a Elliott, leggermente superiore a quanto detto finora: si tratterebbe di 1 miliardo e 180 milioni di euro, circa 80 milioni in più rispetto alle previsioni. Come da tradizione, le due parti non hanno mai confermato né smentito la cifra e anche ieri hanno preferito astenersi da qualunque commento. Non ci sarà nessuna reazione ufficiale fino alla stesura del comunicato che annuncerà le firme e il passaggio di proprietà del Milan. Però è molto significativo che Investcorp sembri disponibile a versare una cifra altissima, sicuramente di gran lunga superiore al valore della società. È la conferma dell’intenzione del fondo del Bahrain di impostare un progetto a lunga durata, almeno rispetto alle intenzioni classiche dei fondi: non i soliti cinque-sette anni prima di procedere alla cessione, ma un periodo di almeno un decennio e probabilmente anche di più. L’obiettivo di riportare il Milan nell’élite del calcio mondiale ha bisogno di idee chiare, di pianificazione e di tempo. La situazione, insomma, è in via di definizione. Lo striscione del traguardo comincia a essere visibile all’orizzonte, la due diligence è praticamente finita, gli avvocati di Investcorp e Elliott stanno stilando i contratti che definiranno ogni aspetto della trattativa. Poi arriveranno le firme, mentre ancora non ci sono certezze sulle dinamiche seguenti. Il Milan è in lotta per lo scudetto e, al di là dell’annuncio, si potrebbe decidere di aspettare la fine del campionato prima di presentare alla stampa i progetti del futuro rossonero. Nessuno vuole disturbare la volata della squadra di Stefano Pioli, però è anche vero che il passaggio da Elliott a Investcorp non è certo un ridimensionamento, tutt’altro: rappresenta la garanzia di un ulteriore salto in avanti del club rossonero e potrebbe anche galvanizzare i giocatori alla ricerca del filotto di successi indispensabile per tenere sempre più vivo il sogno tricolore. Quando sarà ufficiale l’acquisizione del Milan, Investcorp comincerà a lavorare senza perdere tempo. Tra i primi temi ci sono sicuramente la definizione del board (è probabile che a un uomo di fiducia del fondo venga data una carica rilevante), lo stadio e il contratto di Ibrahimovic. Per quanto riguarda lo stadio, il nuovo Milan potrà riprendere il discorso già aperto con l’Inter per un impianto in comune o decidere se prendere un’altra strada, soprattutto per poter disporre di una capienza più elevata. Della base di accordo stilato con Elliott fa parte anche il progetto scelto da rossoneri e nerazzurri. Di sicuro lo stadio è un asset strategico e il club non vuole far passare molto tempo, consapevole anche che il discorso per il nuovo impianto prosegue da anni senza che ci siano stati sostanziali passi in avanti. Un incontro con l’Inter sarà messo in agenda molto presto. La decisione sul futuro di Ibrahimovic, invece, verrà presa di comune accordo dalla società e dal giocatore visto l’ottimo rapporto. La mancata partecipazione al Mondiale invernale in Qatar potrebbe incidere sulle motivazioni dello svedese. Investcorp lascerà che i dirigenti della parte sportiva (quindi Maldini e Massara, d.t. e d.s.) gestiscano la vicenda in base alle proprie convinzioni. Il fondo farà solo filtrare le proprie linee guida sulla gestione dei contratti dei giocatori più importanti e in generale di quelli di una certa età. Però Ibra, che potrebbe rinnovare a circa due milioni di stipendio più bonus, resta il giocatore del Milan più riconoscibile al mondo: un argomento non secondario nel momento del cambio di proprietà. Ibra potrebbe chiudere la carriera con un anno da giocatore-testimonial.

G.B. Olivero – Gazzetta dello Sport

Ho voluto riportare l’intero articolo di Olivero onde evitare i soliti insider e personaggi che infestarono il penultimo e doloroso closing: parlo dei vari Festa, Intrieri, Dana, Raimondo, Bellinazzo, Gancikhoff, Dame rosse, bianche e verdi fino al pervinca, Pagni, traduttori cinesi falsi, falsi traduttori cinesi, governo cinese e altre amenità che alimentarono un folklore inarrivabile. Mentre scrivo è in corso la gara del Bologna, pertanto scrivere di campionato è alquanto inutile e facilmente superabile con il verificarsi degli eventi. Mi limiterò soltanto a fornire il mio punto di vista sull’arrivo dei probabili nuovi proprietari. A differenza dell’articolo, io penso che il nodo più importante è solo e soltanto la direzione tecnica.

Sapete bene che scelgo con una logica tutta mia le immagini dei miei post, sono quasi sempre foto che fanno riferimento ad iperbole che utilizzo nei miei scritti; questa volta, su consiglio prezioso di Seal, ho messo l’immagine di un Massara commosso, sfinito, esanime dopo la partita di Roma contro la Lazio. Dopo gente che in tribuna pensava soltanto ad andare ad ingozzarsi…, il buon Frederic ci regala un’immagine quasi di altri tempi, intrisa di emozione, gioia mista a stress per uno sforzo emotivo non da poco. Ho sempre visto con fastidio le immagini di chi sverna in tribuna, ma ogni volta che Maldini e Massara vengono ripresi dalle telecamere…, sento un senso di protezione che sfocia in una sicurezza materna e paterna. Lo sguardo di Maldini è sempre quello di una persona che segue le sorti calcistiche dei propri figli; atteggiamenti sempre signorili ed impeccabili.

Ma il Massara che non ti aspetti ti lascia senza parole, vorresti essere lì ad abbracciarlo, a portargli un bicchiere d’acqua per farlo riprendere, magari a farlo ridere, raccontandogli di predecessori davanti alla credenza, ad un citofono, ad una tavola imbandita o davanti a Milan Lab, suggerendo un problema ai denti per rispedire a casa un povero diavolo. Il lavoro fatto da questi dirigenti, spalleggiati da un Gazidis professionale e silente, è davanti agli occhi di tutti; la squadra in Italia è competitiva, lo dice la classifica, lo dicono i numeri, i consensi e il seguito. Spezzare questo incantesimo sarebbe delittuoso, esaltarlo con nuovi investimenti, con basi più solide e con una ferrea volontà di perseguire risultati sportivi eclatanti…sarebbe il migliore investimento possibile. Si riparta da qui.

Gianclint

 

Il mio primo ricordo furono i pianti per una sconfitta in finale con il Magdeburgo.. Rivera e Chiarugi erano i miei idoli, ma ho amato anche Wilkins ed Hateley. Per il Milan di Sacchi avrei lasciato tutto e tutti. Rimane per me la pietra di paragone. Scrivo di getto come Mozart, odio i servi, i ruffiani e i leccaculo. Scrivo per il gusto di farlo e potrei dare lezione alla maggior parte dei giornalisti al seguito del Milan, incapaci di scrivere qualcosa di accattivante e vero. Detesto chi scrive e annoia e lo fa solo per ingraziarsi qualcuno. Disprezzo fanatici e cretini. Ragiono con la mia testa e del risultato me ne frego; chi gioca bene vince due volte.