La scelta naturale

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Dalle colonne del Corriere della Sera, il noto giornalista Mario Sconcerti ha parlato così del Milan di Champions: “Bisogna ricordare che il girone era pessimo. Ma non può esserci una differenza così netta tra campionato e Champions. Questa distanza del Milan dai buoni risultati, così costante, così automatica e generica, è ormai troppa, non ha niente di tecnico, segna solo un confine che va scoperto e superato. Il Milan non ha avuto fortuna nella somma delle partite, dai gol improvvisi di Liverpool al rigore contro l’Atletico”. “Ma c’è qualcosa di più profondo e non può essere che mentale – prosegue Sconcerti -. Sembra la sindrome del cucciolo che non si fida a lasciare la tana, una piccola paura di volare, ma non è più naturale, è diventato un limite. Il Porto è una buona squadra collaudata, ma non vale il Milan sulle due partite. C’è stata invece una differenza di temperamento, come se il Milan non sentisse l’obbligo della Champions e fosse pieno dei suoi risultati in campionato, il suo vero dovere”.

Fonte Milan News

Dio ce ne scampi e liberi!

Prendo spunto dalle parole contrastanti di Sconcerti che nelle prime righe afferma delle tesi per poi negarle nelle successive. Se il girone è pessimo, allora è anche logico aver paura di volare o no? Se ogni volta che esco di casa prendo schiaffi, arriva il giorno che la porta non la varco più. A Liverpool, in tutta sincerità e contro la squadra più forte d’Europa, non abbiamo sfigurato, al punto da essere addirittura in vantaggio, dopo 7 anni di clausura! Questi ragazzi si sono battuti con onore e vigoria, poi il Liverpool è più forte, punto. Con l’Atletico è stato perpetrato un vero e proprio furto e hai voglia di parlare di cuccioli e tane, ne perdi due su due e qualcosa, anche a livello inconscio, viene meno nel carattere di questi ragazzi. A Oporto si è perso malamente, ma l’arbitraggio è stato ancora protagonista, e il Porto non è la squadretta che pensa Sconcerti, per me è una squadra con dei valori. Se ne perdi tre e vieni dalla corrida di Roma e poi hai il derby, ma che cazzo pretendiamo?

Se giocano sempre gli stessi, perché gli infortuni massacrano sempre i soliti…, ma con chi ce la vogliamo prendere? In Champions, per questioni di liste e infortuni, Castigliokko e Messias non giocano, da chi vogliamo la qualità nel saltare l’avversario? Il sorteggio non ci è stato benevolo, la sorte nemmeno e gli arbitri anche…, trasformiamo questa negatività e puntiamo dritti, senza se e senza ma, al campionato. Non cambio idea, si deve scegliere e io il campionato lo voglio vincere a tutti i costi.

Mark Hateley, ex calciatore rossonero noto per un goal storico nel derby nel 1984, si è così espresso sul derby: “Vedo molto bene i rossoneri. Il Milan ha ora 7 punti di vantaggio sull’Inter e potrebbe aumentare il vantaggio a 10 punti vincendo il derby. Il Napoli è forte come l’Inter, ma probabilmente non reggerà il nostro passo. Andare a +10 sui nerazzurri sarebbe un passo molto importante verso lo Scudetto”.

Fonte Milan News

Il buon vecchio Mark ha le idee chiare e da qui si deve ripartire; abbiamo l’opportunità di “ammazzarli sportivamente” e non deve sfuggirci. In campionato stiamo dimostrando di essere superiori in tutto, a patto che finiscano le minkiate. Le partite che stavamo giocando meglio in assoluto sono state quella contro l’Atletico del catenacciaro e domenica scorsa a Roma; le abbiamo complicate con espulsioni evitabili se in campo ci controllassimo. Se è vero che Kessie è stato punito severamente è anche vero che in quella zona del campo non ha senso fare falli gravi; lo stesso dicasi per Theo! Su questo deve lavorare Pioli, io spesso vedo ammonizioni evitabili per atteggiamenti stupidi. Risultato? Theo squalificato e a momenti a Roma finiva male!

Lo vedrò in TV sfortunatamente. Mio figlio è qua con 10 amici dagli USA per la partita. Mi dispiace non poter essere a San Siro. Sono questi i momenti per i quali giochiamo. Ho una richiesta per i tifosi: vorrei chiedere ai tifosi di tenermi un posto in curva vicino a voi, perché voglio tifare con voi anche se non sarò lì fisicamente. Il mio cuore sarà seduto con voi lì a San Siro domenica: veramente. Grazie a tutti, vorrei dirlo a tutti. Non ho parole. Non parlo da dirigente, ma col cuore: sono emozionato. Ho sentito sempre l’affetto dei tifosi: è come un vento che mi ha spinto avanti. Nella vita e nei momenti di difficoltà queste cose sono importanti. Non me ne dimenticherò mai. Adesso capisco cosa significa la famiglia Milan: è un club speciale nel mondo, nel calcio, ma soprattutto nel cuore. Si è visto anche nel passato: sempre i giocatori hanno avuto un sentimento speciale per questo club, nonostante avessero giocate per altre squadre in carriera. La mia ambizione è semplicemente essere uno di voi della Curva, essere un tifoso del Milan.

Fonte Milan News

Così parlò Gazidis (il mio vecchio Fan…). Belle parole in un momento molto delicato della sua esistenza. Non mi è piaciuto per nulla il suo inizio al Milan, francamente non ne ha imbroccata una, ma poi, partendo dalla scelta dei dirigenti tecnici per poi passare alle scelte di marketing e di sponsor ha fatto un ottimo lavoro: lo testimoniano i risultati di bilancio e calcistici. Queste parole di affetto verso i tifosi, al punto di voler vedere una partita in curva, non lo ho mai sentite precedentemente, si preferiva salutare i tifosi fuori dal ristorante… Caro Ivan, permettimi questo tu confidenziale, pensa ai tre punti della tua partita, poi tornerai a vedere questo bel Milan, perché, coppa o non coppa, questo Milan è veramente bello. E bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare.

Forza Milan, daje!

Gianclint

Il mio primo ricordo furono i pianti per una sconfitta in finale con il Magdeburgo.. Rivera e Chiarugi erano i miei idoli, ma ho amato anche Wilkins ed Hateley. Per il Milan di Sacchi avrei lasciato tutto e tutti. Rimane per me la pietra di paragone. Scrivo di getto come Mozart, odio i servi, i ruffiani e i leccaculo. Scrivo per il gusto di farlo e potrei dare lezione alla maggior parte dei giornalisti al seguito del Milan, incapaci di scrivere qualcosa di accattivante e vero. Detesto chi scrive e annoia e lo fa solo per ingraziarsi qualcuno. Disprezzo fanatici e cretini. Ragiono con la mia testa e del risultato me ne frego; chi gioca bene vince due volte.