Gli scienziati della minkia – parte seconda

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Ad uscire sconfitta da San Siro ieri sera, oltre alla Lazio, è stata una buona parte della stampa che scrive di Milan, una sconfitta cocente e umiliante, dato che ieri sera molti epigoni di questa sciagurata categoria sono rimasti delusi e annichiliti, quando ormai avevano i pezzi pronti dal pomeriggio. Il tenore di questi articoli è facilmente ipotizzabile: si spaziava dai 239 milioni di euro buttati da Mirabelli, ai cinesi inesistenti, a Elliot ormai al citofono della sede, ai grandi giocatori lasciati da quello che c’era prima per finire poi con la madre di tutte le minkiate: con quattro rinforzi eravamo primi o giù di lì. In effetti il direttore sportivo avrebbe dovuto prendere solo quattro fenomeni come Neymar, Coutinho, Dembelè e Mbappè. Questi poi sarebbero venuti di corsa per avere la seguente formazione stellare:

Donnarumma Abate Zapata Romagnoli Antonelli, Montolivo, Mbappè, Dembelè, Coutinho, Niang, Lapadula. Con Bacca, Honda e Kuco Muco pronti a subentrare. Senza dimenticare la “Sora Camilla” Deulofeu. Tutti sarebbero venuti con gioia per confrontarsi con Abate e avere da lui gli stessi assist che forniva a Milito. Purtroppo questo piano era un tantino irrealizzabile e quindi si è deciso di rifondare la squadra. Chiaramente la ciambella, anzi il ciambellone, non è riuscito con il buco, ma questa specie di giornalisti, dalla critica dell’ultimo periodo…, si è coalizzata per dare addosso in tutti i modi, trovando terreno fertile nella stampa generalista e legata a squadre avversarie, negli ignoranti e nei cretini di ogni età, per dirla alla Lucio Dalla. Inutile fare il riepilogo delle scemenze degli ultimi mesi, sarebbe troppo lungo, ma mi limito soltanto a fare il conteggio di tutti quelli interpellati da Milan News per raccontare questa tiritera: questa settimana c’è stata una flessione, ma comunque altri 24.184 li abbiamo trovati. Altri 470.000 erano pronti, ma l’inaspettato risultato di ieri sera ha lasciato il fiato nel culo, cioè in faccia, di questi inetti.

Ecco i difensori del Milan che fin dall’asilo giocavano a tre

Del fallo di mano non parlo, non parlo mai di arbitraggi, sia quando sono contrari e sia quando sono favorevoli; mi limito soltanto ad osservare che nessuno si era accorto del colpo di braccio di Cutrone, talmente veloce era la palla di Calhanoglu…che nessuno di noi era pronto. Per troppi anni siamo stati abituati a scamorze e mozzarelle lanciate in area a casaccio. Lo stesso cross di Calabria è stato un vero cross. Diciamolo apertamente, una simile serata ce la meritavamo proprio, dopo un intero girone (dantesco) dall’andata proprio con la Lazio al ritorno di ieri sera. E’ stato un altro Milan, con un primo tempo che non si vedeva da molto, facendo lo scalpo finalmente ad una grande del campionato: non scherziamo, la Lazio era (e forse lo è ancora) la squadra più in forma del campionato, con un gioco ben definito ed interpreti osannati da settimane. Insomma tutto lasciava pensare che le avremmo prese, e anche io lo pensavo, sperando al massimo in una prestazione dignitosa.

Invece Gattuso ha sparigliato tutto, ricostruendo dalle fondamenta una squadra di morti. Quando si avanzavano dubbi sulla preparazione…la colpa era di Fassone e Mirabelli che avevano fatto to questa o quella nefandezza; quando si diceva che il presunto allenatore di prima non aveva una cultura del lavoro era invece palesemente un problema di mercato, di giocatori che insieme non potevano funzionare, che erano nati per giocare, fin dai tempi dell’asilo, a tre; che tutto era da rifare…ammesso che non si fosse arrivati al fallimento economico molto prima. Insomma, nessuno era in grado di giocare a pallone, lo erano soltanto quelli che si erano ereditati, anzi la colpa era anche del fratello di Donnarumma per il solo fatto che esisteva. A conti fatti, perfino il tanto vituperato secondo portiere ci ha permesso di vincere il derby spartiacque contro l’inarrivabile Inter del galattico Icardi. Ma nessuno dice niente, adesso il problema sono solo i due attaccanti: Kalinic e Silva. Qui un fondo di verità esiste anche, ma sul secondo mi pronuncerò solo dopo averlo visto giocare con continuità. Su Kalinic penso che ce lo potevamo risparmiare, ma sempre meglio di Bacca la sputazza, non fosse altro che quello era anche di un’antipatia insopportabile, oltre che scarso.

Chiaramente fino a quando non avremo continuità nei risultati, nelle prestazioni e nella crescita, il tiro a segno sarà lo sport preferito. Ma che questo sport fosse l’unico di cui fossero capaci quelli che infestano la sala stampa, beh…me lo aspettavo e lo davo per scontato. Quello che proprio non mi aspettavo è stata la critica, quasi forcaiola, di molti tifosi che avevano lottato per liberarsi di quello che c’era prima. Io credo che le pagliacciate elettorali dovrebbero aprire la mente di molti e magari convincerli a stringersi attorno a questo gruppo che Gattuso ha formato a fatica. E invece no, appena Biglia sbaglia una palla giù fiumi di critica avvelenata, beh…tenetevi Capitan Ricotta. Kessie? Un idiota, corre a vuoto e altre fesserie a profusione. I fatti e la cronologia degli stessi hanno invece dimostrato che il turn over dell’asino fuggito a Siviglia avevano fatto perdere ogni possibile fiducia in se stessi anche a giocatori dal palmares conclamato. Se ho difficoltà a correre, se non sono in forma, se non mi sono ambientato, ma so che in panchina c’è uno che giocherà sicuramente al mio posto…che possibilità ho di riprendermi?

Bisognerebbe chiederlo a Perdiola, uno che non sarebbe adatto nemmeno allo Sporting Cabinda, nella serie B angolana. Purtroppo non andava messo sulla panchina in questa stagione, ma ormai occorre guardare avanti. La crescita di molti giocatori, messi in croce da subito, testimonia questo mio concetto, ma anche la ripresa di alcuni della vecchia guardia, come Bonaventura, mi smentisce su altre mie teorie. Meglio così, ieri hanno fatto una buonissima prestazione, tutti. Alla fine Antonelli è stato più utile dell’ultimo Rodriguez e questo va detto a chiare lettere, come anche che Calabria ha sfoderato una prestazione fenomenale. Bravo sto ragazzo, veramente una bella scoperta, ieri mi ha entusiasmato, giocando da vero leader in ogni parte del campo. Di Calhanoglu non parlo, io non ho mai smesso di crederci, mai. Da lui passa gran parte del nostro futuro.

A Gattuso rimane il compito più duro, quello di continuare nella crescita di questo gruppo, cercando di recuperare chi ancora zoppica. Inutile negarlo, il problema, il vero problema, continuano ad essere le due punte, da questo problema grave si deve uscire. Rimango fermo nella mia fiducia in Gattuso e non lo biasimo per il mancato impiego del giovane portoghese; quando lo farà giocare vuol dire che quello è il momento giusto. Adesso ci aspetta la prova più difficile, quella di ripetere la prova mercoledì contro una Lazio sempre fortissima, ma purtroppo anche ferita e arrabbiata. Sarà durissima, servirà una prova ancora più generosa e arrembante, servirà il Milan del primo tempo, moltiplicato per due. Servirà un grande Milan. La Coppa Italia ci serve, non possiamo fallire. Questo gioco più verticale, e anche più bello, ha ridato animo a questa squadra. Spero che si riprendano anche certi tifosi, quelli che quando non riescono a trovare un difetto si attaccano a Borini, ma che cazzo ce ne frega di Borini? In attesa che Cerruti1986 ci tessa le lodi di Calabria con una monografia di trenta tomi e ci ricordi, con lo stile da quarta elementare, che quelli del suo amico Galliani sono più forti di quelli del Barcellona e che Ordine ci spieghi che Montolivo dovrebbe essere titolare anche a Madrid mentre il debito di Elliot  lo rifinanzierà Le Credìt Populaire di Cerignola…, godiamoci con speranza e rinnovata fiducia la partita di coppa con la Lazio, e che sia una partita SONTUOSA. Agli ordini!

Gianclint

 

Il mio primo ricordo furono i pianti per una sconfitta in finale con il Magdeburgo.. Rivera e Chiarugi erano i miei idoli, ma ho amato anche Wilkins ed Hateley. Per il Milan di Sacchi avrei lasciato tutto e tutti. Rimane per me la pietra di paragone. Scrivo di getto come Mozart, odio i servi, i ruffiani e i leccaculo. Scrivo per il gusto di farlo e potrei dare lezione alla maggior parte dei giornalisti al seguito del Milan, incapaci di scrivere qualcosa di accattivante e vero. Detesto chi scrive e annoia e lo fa solo per ingraziarsi qualcuno. Disprezzo fanatici e cretini. Ragiono con la mia testa e del risultato me ne frego; chi gioca bene vince due volte.