Folclore al comando

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Coronavirus e Milan, tanto Milan. Il presidente Paolo Scaroni ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera, nel corso della quale, oltre a parlare dell’attuale situazione di emergenza, si è soffermato a lungo sul momento del club rossonero. A cominciare dall’addio di Zvonimir Boban.”Non sono io che mi occupo della parte sportiva – ha dichiarato – ma ripercorro un po’ la storia di Elliott. Si è trovato proprietario in una situazione in cui non c’era la liquidità per iscriversi al campionato, ha messo in sicurezza il club, ha assunto un manager di profilo internazionale come Gazidis, ha investito 250 milioni sul mercato, ha lanciato il progetto stadio. Gli sforzi compiuti non sono proporzionati ai risultati, però Elliott ce l’ha messa tutta. Gazidis è un professionista assoluto, ho fiducia che nel tempo la sua attività verrà ricompensata. Maldini resterà? Me lo auguro. Detto tutto questo, da uomo d’azienda, le dico che quando dei dirigenti vogliono fare un’intervista devono concordarla, uno non può alzarsi e esprimersi in libertà, perché acuisce la confusione. Vale anche per me, che sono il presidente: concertare l’immagine della società è necessario”.

Per Stadioni Fangazzidis è un Dioscalin!

E con chi avrebbe dovuto concordarla? Con la comunicazione di quei due inginocchiati a Gazidis? I protagonisti del “Prono Che Scade”… E se non avesse concordato l’intervista con quell’entità inesistente che è la comunicazione rossonera e avesse espresso concetti di segno opposto lo avreste cacciato ugualmente o rimproverato? Nessuno nega che Boban abbia sbagliato il timing (l’ho scritto la settimana scorsa), ma nella sostanza non aveva torto. E chi mi dice che Fangazzidis, questo fenomeno come lo descrive Stadioni, non abbia proprio architettato l’operazione Rangnick per liberarsi di almeno uno dei due dirigenti? Lui non si occupa della parte sportiva, ma di che si occupa? Ah si dello stadio, in testa, oltre a Bioscalin, ha solo quello. Ancora con la serie D da cui ci avrebbe salvato il fondo presta soldi? Il fondo ha salvato se stesso da una perdita secca, in conto capitale di 300 milioni…, e poi c’erano altri acquirenti. Raccontasse queste cose ai suoi adepti, magari a degli stupidi che ci credono pure. Sarebbe troppo chiedere al giornalista del Corriere di fargli qualche domanda.

Si parla anche di Stefano Pioli, il cui futuro al Milan è sempre più incerto: “Ha fatto un ottimo lavoro, è riuscito a far cambiare faccia al Milan, considero quello con il Genoa un inciampo transitorio. Bisogna portare pazienza ancora un po’. In questo contesto, tra i problemi del Paese, quelli del calcio e quelli del Milan, la partenza di Boban, che pur mi è simpatico, non è una priorità nella mia testa”.

Un inciampo transitorio? Una partita talmente abulica da far vomitare un intero canile. Una prova vergognosa da cui non si salva nessuno, con i soliti giocatori smidollati che non hanno messo nulla in campo se non la loro pochezza. Finisce anche la scusa di San Siro che mette paura a certi giocatori, non c’era nessuno. La loro fortuna è stata che in questo momento del calcio, e di loro in particolare,  non frega niente a nessuno. Diciamolo chiaramente, nella tragedia che ci sta flagellando, c’è un unico vantaggio, quello che non c’è più un campionato dove noi abbiamo fatto schifo e ribrezzo. Solo che, come al solito, queste pippe illudono e poi tornano nel loro liquido amniotico: la mediocrità.

Un po’ di stabilità a livello societario non guasterebbe certo: “Come gli allenatori – ha osservato Scaroni – i dirigenti sono inamovibili finché tutto va bene. Dico solo che come gli sforzi della proprietà non sono stati ricompensati, così l’impegno delle persone che lavorano non ha avuto risultati adeguati. È un po’ difficile gettare la croce addosso a Elliott per le scelte tecniche”.Secondo le indiscrezioni, Gazidis avrebbe già contattato Rangnick per la prossima stagione: “Non conosco Rangnick, se ci sono stati dei contatti, sono molto preliminari. Credo che un conto siano i contatti, che ciascuno è legittimato ad avere, un altro i contratti: le assicuro che ipotesi di contratto io non ne ho viste”. Una considerazione anche sul lavoro svolto da Ivan Gazidis, il quale non è ancora riuscito ad aumentare i ricavi del Milan: “Il progetto stadio rientra in questo tema. Poi da un punto di vista dello sforzo organizzativo il Milan sta facendo un grosso lavoro, ma serve tempo. E se non torniamo in Europa è tutto difficile. Concorderemo un settlement agreement con l’Uefa? Considero la penalizzazione ricevuta una chiusura delle pendenze passate. Ma il Fpf è il nostro faro, va rispettato”. Infine, non poteva mancare una domanda sul futuro di Donnarumma e Ibrahimovic. L’intenzione della società milanista sembra essere quella di ridurre gli ingaggi: Gigio e Zlatan saranno due eccezioni? “Amo da matti Ibrahimovic e Donnarumma – ha sottolineato Scaroni – ma se sono due eccezioni lo decide Gazidis. Ridurre gli ingaggi non è una strategia, è una necessità”.

Allora Gazidis è un professionista di valore assoluto secondo i deliri di Stadioni, poi però ci rinfaccia che sono stati spesi 250 milioni, che i risultati non ci sono, che dipende dallo stadio e che se non torniamo in Europa non si cresce. Chi li sceglie i dirigenti che falliscono? Gazidis. Chi non trova gli sponsor? Gazidis. Chi ci costringerà a vendere i gioielli? Gazidis. Ma i dirigenti sono inamovibili finché le cose vanno bene, quindi Gazidis andrebbe cacciato e da subito. Ma Stadioni, vista l’età e il periodo…non dovrebbe stare a casa? Per carità, mai visti tanti incompetenti tutti insieme; da settembre dico di tanti troppi dirigenti, ma mi si risponde che altrove…, altrove un cazzo. Lotito e Tare, per fare un esempio sono in due a scegliere e decidere. Tanto per fare un esempio. Ho dato addosso a Gazidis già alle prime cretinate sulla Gazzetta, ma sono spuntati i fedayn di questo digiuno di calcio. Io sarò anche ipercritico ed incontentabile, ma almeno non passo per stupido, non mi faccio più incantare. Chiunque arrivi.

Gianclint

Il mio primo ricordo furono i pianti per una sconfitta in finale con il Magdeburgo.. Rivera e Chiarugi erano i miei idoli, ma ho amato anche Wilkins ed Hateley. Per il Milan di Sacchi avrei lasciato tutto e tutti. Rimane per me la pietra di paragone. Scrivo di getto come Mozart, odio i servi, i ruffiani e i leccaculo. Scrivo per il gusto di farlo e potrei dare lezione alla maggior parte dei giornalisti al seguito del Milan, incapaci di scrivere qualcosa di accattivante e vero. Detesto chi scrive e annoia e lo fa solo per ingraziarsi qualcuno. Disprezzo fanatici e cretini. Ragiono con la mia testa e del risultato me ne frego; chi gioca bene vince due volte.