Armadio a quattro Ante Rebic

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Finalmente ho l’opportunità di giocare con continuità e mostrare al meglio le mie capacità. Ora finalmente è andato tutto a posto”. Ante Rebic si gode il momento d’oro in rossonero e spiega come con Pioli è cambiato il vento dopo gli stenti (e le panchine) della gestione Giampaolo. “Per me non è mai stato più difficile giocare in Italia piuttosto che in Germania – ha aggiunto l’ex Eintracht a Dalmatinski Portal -. Semplicemente non ho avuto l’occasione giusta. Quando mi viene concessa, nella maggior parte dei casi, la sfrutto”.

Fonte Gazzetta dello Sport

Leao ridens

E fu così che perculavo il buon Antino in un Calvario pubblicato qualche mese fa, proprio all’apice del suo momento no, momento nel quale non si capiva cosa fosse, tanto che si parlava di oggetto misterioso. Lui sostiene che non gli è stata data la possibilità per esprimersi, per me può aver ragione, ma in un Milan, inesistente a causa delle teorie cervellotiche del GIAMMAESTRO, Rebic era sciancato o nullo. Alla prima giocata in maniera decente…non ho fatto una piega, ho semplicemente affermato che avrei cambiato idea soltanto dopo una serie di prestazioni di livello; ed eccomi qui, quindi, a dare il giusto merito ad Antino nostro. Si è preso il Milan, inutile dirlo con partite sempre più convincenti e facendo quello per cui gli attaccanti vengono pagati: i gol. Se questa teoria la capisce anche Leao Ridens…saremo a buon punto.

Da una parte Leao se la ride dall’alto dei suoi due gol, dall’altra invece troviamo il volto torvo a tratti anche oscuro del Jack di Pippe; ci vogliono le prestazioni nella continuità, ci vogliono giocate con la G maiuscola. Una squadra progredisce alla luce di esse, se poi rientrano in una logica di insieme, allora ancora meglio. A ben guardare è una squadra che di certo non annoia, io riesco addirittura a rimanere sveglio per i 90 minuti: non è poco. La chat con gli amici della redazione è piena di miei selfie che mi faccio mentre dormo sul divano; sembra impossibile, ma ci riesco, è un dormiveglia comatoso in cui piombo quando comincio a vedere calcio catenacciaro e rinunciatario con cadenze moviolate in un contesto di giocate tamburellate. Se è vero che contro quello che rimane del Toro non si è visto un calcio scintillante, è anche vero che si è strameritato di vincere. La presenza di Ibra in campo tiene svegli me e gli altri dieci che corrono e si battono. Ripeto, viste le premesse e l’attuale assetto societario, mi accontento. Come ho più volte sottolineato, di più non mi aspetto.

“L’arrivo di Ibra mi ha fatto pensare a nuove posizioni. Samu ha le caratteristiche giuste, sta facendo bene con grande intensità e giusta qualità. E’ questa la strada che dobbiamo intraprendere tutti.” Parole di Stefano Pioli nella conferenza stampa prima della gara contro il Torino che confermano, in maniera inequivocabile, la crescita dello spagnolo. La bravura di Castillejo, come già anticipato prima, è ravvisabile sia nell’aver convinto Pioli di essere l’uomo giusto su cui puntare sia aver sfruttato il riflesso talentuoso di Ibra per cominciare a brillare di luce propria. Questa crescita caratteriale e tecnica, indipendentemente dal fatto che possa essere temporanea o meno, lo porta di diritto ad essere un esempio per la squadra: un modello, insomma, da cui ripartire per togliersi soddisfazioni in una stagione difficile.

Fonte Milan News

Evviva Castigliokko, un altro che sta facendo veramente bene, e non da poco. Ricordo la sua prestazione contro la Juve nella gara di andata in campionato: non lo prendevano e c’è voluto un infortunio per fermarlo; sparita l’ameba spagnola che può andare bene in un calcio moviolato come quello spagnolo, il nostro Samu sta sfoderando partite bellissime: io certe volte guardo il pallone che corre e non vedo arrivare nessuno…, poi chiudo gli occhi per un attimo infinitesimale…ed appare lui…Castigliokko! E’ dappertutto, così ci si batte, così ci si definisce veri calciatori: si può sbagliare, si può perdere, ma ti viene spontaneo battergli le mani sempre. Anche da lui passa questo Milan dignitoso.

In ultimo ci metto in parte minore, ma ce lo metto…, Devianoglu, il turco che per segnare deve colpire di tutto, manca solo che sfrutti la testa dell’arbitro, ma non disperiamo. Rimane la mia croce, la mia più grande delusione di questi ultimi disgraziati anni. Il suo rendimento, nel complesso, rimane insufficiente, ma vedo una flebile ripresa dell’encalciogramma, piatto per mesi. Anche da lui mi aspetto continuità nei risultati, serve un girone di ritorno di livello con prestazioni che facciano la differenza. Mi dite che è impossibile? E allora un bel saluto militare e addio. In ultimo rimango neutrale sull’andamento complessivo, sperando in quello che ho puntualizzato fino a pochi istanti fa. Chiedo continuità nelle prestazioni, lo chiedo al solo scopo di vedere la crescita di quelli su cui puntare, di capire se esiste qualcosa che faccia da humus per il futuro; già il futuro…, non riesco ancora a vederlo con questa proprietà e con questi dirigenti a cui do il merito, sia chiaro, di aver preso Castigliokko e Rebic. E spero proprio di non dovermene pentire…che se ripenso al Giammaestro, Duarci e dintorni…brrrrrrrr…

Gianclint

 

Il mio primo ricordo furono i pianti per una sconfitta in finale con il Magdeburgo.. Rivera e Chiarugi erano i miei idoli, ma ho amato anche Wilkins ed Hateley. Per il Milan di Sacchi avrei lasciato tutto e tutti. Rimane per me la pietra di paragone. Scrivo di getto come Mozart, odio i servi, i ruffiani e i leccaculo. Scrivo per il gusto di farlo e potrei dare lezione alla maggior parte dei giornalisti al seguito del Milan, incapaci di scrivere qualcosa di accattivante e vero. Detesto chi scrive e annoia e lo fa solo per ingraziarsi qualcuno. Disprezzo fanatici e cretini. Ragiono con la mia testa e del risultato me ne frego; chi gioca bene vince due volte.