Il Giannino ci ha annientati

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Il titolo è eloquente. Purtroppo la meritata sconfitta di La Spezia ha lasciato molti strascichi, più tra i tifosi che all’interno della squadra. La mentalità e l’esperienza del Giannino è stata devastante per gran parte del pensiero rossonero degli ultimi anni. Ormai, spesso capita, che si debba per forza assimilare quello che succede in campo con quello che per anni è stato uno spettacolo indegno. Oggi, se si perde con merito come sabato scorso, non si è più in grado di scindere il pensiero passato dalla situazione reale ma si comincia a rifugiarsi in quella “comfort zone” del “fa tutto schifo”, “è già un miracolo stare nella colonna di sinistra della classifica”, “più di così è impossibile”. I primi a non credere nella rinascita e nel cambio di mentalità sono i tifosi, ma non quelli ignoranti come me. Quelli che ne sanno, quelli che conoscono il calcio e lo masticano da sempre, quelli che sanno già tutto prima che le cose accadano.

La sconfitta di La Spezia non è stata presa bene da nessuno, e dico io, meno male. Però se usciamo dalla mentalità gianniniana per la quale siamo talmente allo sbando e adesso comincerà il tracollo vero, si dovrebbero anche vedere delle cose che non sono state prese in considerazione. Ovviamente sono cose che io, da scarsco conoscitore, mi permetto di dire ma so benissimo essere frutto proprio della mia poca conoscenza della materia. Tutto parte dalla squalifica di Calabria, come se questa possa essere l’inizio della fine. In realtà, dovrebbe anche essere vista come un modo per provare ad avere a disposizione la squadra migliore in una partita importante come il derby e non un “sottovalutare” l’impegno ligure. Perchè se siamo stati bravi a sopperire alle assenze dall’inizio del campionato, avremmo potuto anche sopperire ad una squalifica come quella del nostro terzino, senza per forza dare un messaggio negativo alla squadra. Chissà se fossimo andati in campo con Calabria e fosse stato ammonito per uno stupido fallo di gioco, apriti cielo. Non avremmo contato gli insulti al ragazzo e nemmeno a Pioli, reo di averlo schierato contro una neo promossa, in una partita abbordabile (perchè adesso è tutto uno scandalizzarsi per le dichiarazioni di Romagnoli ma tutti erano convinti di andare a passeggiare al Picco, anzi no, chi ne sa sapeva che sarebbe stata una mattanza). Sappiamo tutti che sarebbe andata così ma, ovviamente, con il capitombolo spezzino va tutto in cavalleria e si ritorna nella nostra mediocrità. Poi, conta poco, vedere Agudelo che rincorre Theo, riesce a contrastarlo e gli porta anche via il pallone. Ovvio che è Theo ad essere arrogante, colpa della settimana sui social. Ben più facile assimilarlo ad un Balotelli qualsiasi, perchè lì ci rifugiamo sempre. Tutto è sempre giannino. Calcolando che Theo, nella sua tipica azione, da un anno a questa parte, non è mai stato fermato (Bologna a parte sul 1-2), se non con falli, forse qualcosa di diverso ci sarà. Forse lo sprint non così brillante è frutto di altro e non della sottovalutazione dell’impegno. Stesso discorso delle gambe dure di Kessie che non lo fanno nemmeno sprintare. Ma sicuramente è frutto di una settimana di bisboccia e di menefreghismo in stile Muntari. Se Romagnoli se ne esce con una dichiarazione fuori luogo, va rimesso in riga, ma non abbiamo perso perchè abbiamo sottovalutato l’impegno. Ci fa molto comodo pensarlo perchè almeno possiamo dire “un branco di ragazzini senza midollo”, ma in realtà abbiamo perso perchè abbiamo trovato davanti a noi una squadra che ci ha messo sotto per tutta la partita dal punto di vista fisico. Succede anche questo nel calcio, ma evidentemente, per chi ne sa, ormai questo Milan o vince tutte le partite a cento all’ora o se no l’alternativa è…giannino.

Questa squadra non può sbagliare, mai. Ormai è assodato, quello fatto finora è solo frutto di rigori e fortuna, di prestazioni negative degli avversari e del vivere il campionato senza pressione. Ah dimenticavo, anche grazie agli stadi vuoti. Essere arrivati lì in alto è di per sè una colpa. Non siamo più abituati a stare lì, tanto da pregare di iniziare la discesa per lottare per posizioni che ci competono, o meglio, che competono al giannino ma non di certo al Milan. Finalmente c’è stato il sorpasso, così possiamo inziare a gustarci la discesa. Una sconfitta nel derby e un pareggino risicato a Roma, ad oggi, sono il massimo auspicabile. Se poi ci mettiamo anche l’eliminazione dalla Europa League, decoriamo il tutto con la classica ciliegina sulla torta. Così la caduta sarà più gustosa e potremo riempirci la bocca su quanto è stata sopravvalutata questa squadra.

Dall’inizio del 2021 abbiamo perso 4 partite su 10. Vista così comincia già la litania. Poi se le vai ad analizzare però vedi che all’Epifania perdiamo contro la juve decimati dagli infortuni e dal covid, rimanendo in partita nonostante tutto. Però, avremmo dovuto vincere, perchè questa squadra deve vincerle tutte. Poi mi chiedo, vincerle tutte perchè, se poi, al massimo, possiamo ambire al quarto posto? Boh, meno male che non capisco un cazzo di calcio. Poi troviamo l’Atalanta che ci rovina, mettendola sul classico 1vs1 e giocando a ritmi elevatissimi che nessuno in Italia regge, ma noi avremmo dovuto reggere anche quello. Poco importa se dopo quella prestazione i bergamaschi hanno pagato dazio perdendo contro la Lazio e pareggiando contro il Torino. Subito dopo l’atalanta, perdiamo il derby di Coppa Italia, in inferiorità numerica e, con un’idea ben precisa in testa, se passiamo senza dover sprecare troppe energie bene ma se usciamo va bene lo stesso. Non condivido questo pensiero ma lo capisco, visto che eravamo con la lingua sotto i tacchetti. Poi arriviamo a La Spezia dove troviamo un avversario fisicamente al top e che gioca la fotocopia della partita che l’atalanta fece a Milano qualche settimana prima. Ovviamente soccombiamo ma spero (ma ripeto io ci capisco poco) che qualcuno si sia accorto che a quei ritmi, se non stai bene e non hai le gambe dure, le prendi contro chiunque. Noi siamo evidentemente imballati, non siamo in riserva. Anche contro il Crotone i ritmi erano stati blandi, eppure lì nessuno disse nulla. Oltre al fatto che il rientro dagli infortuni, per molti giocatori, implica una condizione approssimativa che va migliorata. Ma siccome parliamo di robot e di non di esseri umani, Bennacer e Calhanoglu dovevano già essere al 100% e sprintare meglio di Bolt. Ma siccome stanno cercando la condizione, la colpa è di Pioli che li ha fatti giocare entrambi. Ma cosa avremmo detto se poi ci fossimo presentati con Meite o il mediocre Tonali a centrocampo e Krunic dietro Ibra? Le risposte sono facili. Ve ne suggerisco una, “Pioli incosciente sottovaluta lo Spezia”. Ne più, ne meno.

Speriamo che questa sera la Stella Rossa ci risparmi, onestamente per una squadra così malmessa come noi sarà dura non uscire con le ossa rotte da Belgrado. Poi, come detto prima, speriamo di non tracollare nel derby dove un pareggio dovrà essere accolto come un trionfo e aspettiamo impazienti il lento scivolamento verso le nostre tanto amate posizioni da giannino. Così avremo altri anni zero da inaugurare, altri giocatori da considerare mediocri e altre giornate a guardare gli altri sollevare trofei, ma tanto noi non dobbiamo ambire a tanto, siamo stai annientati da anni di nulla, meglio tenere profili bassi e non pensare in grande. Ovvio che questo non si rispecchia sulla squadra, la mentalità vincente la crea la società ma anche i tifosi che non accettano certi risultati, è vero. Ma è anche vero che, personalmente, a questa squadra non ho nulla da dire, anche se tracolla a La Spezia, perchè io ci vedo una bella differenza tra perdere in quel modo in Liguria, rispetto a perdere a San Siro con l’Empoli. Poi, chissà come mai è dall’inizio della stagione che ogni giorno qualcuno parla del Milan (Gasperini, Inzaghi, Pirlo), sono forse preoccupati? Impossibile. Non stupiamoci quando siamo noi i primi che sottovalutiamo la nostra squadra. Ma come scritto prima, per fortuna io non ci capisco un cazzo di calcio, così rimarrò nella mia ignoranza e nella mia illusione che se ci credi veramente, i sogni possono realizzarsi.

FORZA MILAN

Johnson

"...In questo momento l'arbitro dà il segnale di chiusura dell'incontro, vi lasciamo immaginare fra la gioia dei giocatori della formazione rossonera che si stanno abbracciando..." la voce di Enrico Ameri chiude la radiocronaca dal San Paolo di Napoli. Napoli-Milan 2-3, 1 maggio 1988. Per me, il lungo viaggio è cominciato da lì, sempre e solo con il Milan nel cuore.