I numeri di Suso

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Questo derby giocato male e perso meritatamente non riesco davvero né a dimenticarlo né a scrollamelo di dosso.
All’andata la sconfitta con l’Inter, (a proposito in campionato negli ultimi dieci anni, ovvero venti derby, ne abbiamo vinto solamente quattro) si fece sentire perché poi giocammo in modo indecente in casa contro il Betis, sconfitta che ci fece tirare fuori l’orgoglio e che ci permise di battere la Samp. Stavolta l’orgoglio non basterà perché la Samp a Marassi è sempre dura incontrarla, un po’ per la forza della squadra e un po’ perché l’ambiente sarà caldo.
E dire che sarebbe bastato un misero pareggino nel derby per essere più tranquilli, incontravamo una squadra in crisi, asfaltata tre giorni prima dall’Eintracht Francoforte, con uno spogliatoio spaccato.
Saremmo dovuti entrare in campo proprio come sono entrati loro, anche battendo qualche corner li avremmo intimiditi invece no, siamo entrati in campo come sempre quando incontriamo una squadra forte, rispettandola anche più di quel che merita, con paura e in modo remissivo.
Ho difeso Rino molte volte ma i due derby sono una macchia indelebile sulla sua stagione, abbiamo un atteggiamento da provinciale sia nel gioco sia nel modo in cui affrontiamo queste squadre.
Smettiamola di raccontarci che stiamo giocando con un 4-3-3 perché il nostro è un 4-5-1, con Paquetá che invece di giocare da mezzapunta alla Seedorf viene sacrificato come un Hetemaj qualunque.
Il brasiliano mi sembra preoccupato più di difendere che di offendere e lo ha detto anche ad un giornalista poco prima di affrontare Panama in amichevole. “Tite mi permette di giocare più avanti con meno compiti difensivi”.
Osservavo l’altra sera la nostra Nazionale contro la Finlandia, pressiamo e giochiamo corti, ma non corti a ridosso della nostra area con due linee in 20 metri, Mancini vuole giocare corto per recuperare palla nella metà campo avversaria. Bonucci e Chiellini giocano in pratica nelle zone di campo che da noi occupano Kessie e Paqueta. Non è questione di avversario perché noi giochiamo in questo modo anche contro Empoli o Chievo.
Un problema che dobbiamo assolutamente risolvere è l’enigma Suso, ovvero andrebbe risolto facendolo sedere in panchina per qualche partita perlomeno.
Trattasi di giocatore che gode di una immunità immeritata anche perché viene visto come un top player quando i numeri dicono altro.
Analizziamoli questi numeri:
Nella stagione 2014-2015 viene acquistato ma accumula, molto giovane va detto, 5 presenze non segnando mai.
Nella stagione successiva Sinisa non lo “vede” gli da mezza possibilità dietro le punte contro l’empoli, forse per far contento Berlusconi, e poi lo spedisce a Genoa dove con Gasp fa sei mesi veramente buoni. Viene impiegato spesso seconda punta e segna sei goal anche se 3 li mette a segno col Frosinone a Marassi.
Torna a Milano e Montella lo lancia subito, parte benissimo come sempre e a fine stagione segna 7 goal in 34 partite. Comunque pochi.
Nella stagione successiva tra Campionato, Europa League e Coppa Italia, gioca 50 partite segnando 8 goal.
Sempre pochi.
In questa stagione è partito ancora bene ma finora ha giocato 32 partite in tutte le competizioni segnando sei goal. Ancora pochi.
Se fai l’esterno d’attacco questi sono numeri miseri, non da top player ma da un Siligardi o un Orsolini qualunque.
Fa un pochino meglio con gli assist ma comunque massimo 8 a stagione.
Si tratta per me di una grossa delusione Suso, mi piaceva dai tempi del Liverpool ma credo si possa dire che negli ultimi due anni, sia uno dei giocatori meno migliorati della nostra rosa. La sua giocata da destra a rientrare sul sinistro e poi il cross rimane apprezzabile ma oramai viene letta in straanticipo dai difensori avversari, entra pochissimo in mezzo al campo e difatti non so come “qualcuno” possa volerlo trequartista se il giocatore stesso occupa quella parte del campo una volta ogni sei mesi. In passato sostenevo che forse il suo ruolo potesse essere la mezzala col passare degli anni ma credo che il suo scarso furore agonistico gli chiuda le porte anche a quella posizione. Si potrebbe provare come seconda punta come fece Gasperini a Genova, una sorta di Papu Gomez che parte largo e si avvicina alla prima punta però sono esperimenti che vanno fatti a inizio stagione. I casi sono due: o migliora o va in panchina e va fatto giocare Castillejo, non certo Garrincha ma un ragazzo con voglia e che merita un po’ di continuità.
A difesa di Suso va detto che in questi anni non ha incontrato, a parte Gasp, grandi insegnanti di calcio, però il ragazzo può e deve fare di più, se giochi in un tridente quei numeri ahimé sono impietosi per una punta esterna.
Riguardo al gioco della squadra la penso esattamente come Larry che pochi giorni fa ha descritto magistralmente il nostro momento. Non mi piace il modo in cui giochiamo ma a dieci partite dalla fine con una Champions da conquistare (sempre a portata di mano) va ricordato, bisogna cambiare il meno possibile, fare forza sul gruppo, che non è poco, sperando possa bastare. Per quanto riguarda il gioco mi sa che dovremo ripassare il prossimo anno…

MattLeTiss

"Che cos'è il genio? È fantasia, intuizione, decisione e velocità d'esecuzione". Per questo ho amato alla follia Dejan Savicevic e Matt Le Tissier. Milanista da generazioni, cuore Saints grazie a "Le God". Sacchi mi ha aperto un mondo, Allegri me lo ha chiuso. Sono cresciuto col Milan di Arrigo, quello per me era il gioco del calcio, tutti gli altri prendono a calci un pallone.