Cogliete l’attimo!

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Lipsia, Lione, Bayern, PSG. Le quattro semifinaliste della più prestigiosa competizione Europea. E chi l’avrebbe detto? OK per i Bavaresi ed il PSG ma che ci arrivassero anche Lione e Leipzig a scapito di corazzate del calibro di Manchester City, Liverpool, Chelsea, Barca, Real, Atletico e, ci aggiungo pure in un certo senso, la Giuve, era francamente impronosticabile. Rimango sempre convinto che i risultati delle competizioni post-covid sono, almeno in parte, figli delle circostanze. In campo la differenza l’ha fatta molto spesso un divario atletico inimmaginabile fino a prima del lockdown, probabilmente dovuto ad un modo diverso di affrontare la ripresa. Noi stessi, Pioli o non Pioli, Ibra o non Ibra, nello strapiccolo del nostro campionatino, abbiamo inanellato una striscia come non vedevamo da eoni risultando i primi della classe della coppetta virosa forti di una condizione atletica superiore, ma non può essere solo quello.

Alzi la mano chi avrebbe immaginato che nessuna Inglese e/o spagnola ci sarebbe arrivata quando, in fondo, sono i campionati al momento più ricchi di soldi e di campioni. Non solo… Fateci caso; PSG a parte, nessuna delle grandi squadre che hanno a disposizione grandi capitali è arrivata oltre i quarti. Vado oltre. Mi colpiscono alcune notizie lette qua e là in questo periodo. Il Real, per bocca del suo stesso presidente, dichiara che nonostante un fatturato monstre non potrà fare un grandissimo mercato perché per via dell’emergenza covid, perdendo soldi derivanti dai profitti da stadio e riduzione degli introiti degli sponsor ha le casse piangenti, e che un presidente del Real arrivi a cotanta brutale sincerità non mi ricordo di averlo mai sentito. Non solo, pare che gli stessi main sponsors, Adidas e Emirates, abbiano richiesto una revisione sostanziale dei loro contributi sempre per via del periodo nero un pò per tutti. Stesso discorso per il Barca che si riduce, come un’Inda qualsiasi, ad uno scambio a valori stragonfiati con i sabaudi per fare un po di plusvalenze farlocche. Sono solo esempi ma un fatto rimane. Le grandi e potenti sono tutte fuori a parte i parigini. Il Bayern stesso è un caso per certi versi emblematico. Certo che è favorito dallo strapotere economico (e mi dicono i miei colleghi tedeschi pure politico) rispetto alle concorrenti locali, cosa che gli permette di stravincere con regolarità impressionante (e quasi senza sforzo) la bundesliga e pilotare a piacimento i movimenti del calciomercato interno ma, pur avendo bilanci strabrillanti ed in attivo (vero e non gonfiato ad arte con plusvalenze farlocche e giochini contabili) spende si ma sempre con parsimonia ed intelligenza attingendo a piene mani, per l’appunto, al mercato interno e facendo pochi acquisti ma ben mirati (a volte pure costosi se del caso) all’estero. Si permettono, forti della loro potenza finanziaria (ma anche della serietà tipicamente tedesca) il lusso di farsi dare in prestito giocatori importanti come Perisic e Coutinho salvo poi rimandarli al mittente. Funzionali per arrivare all’obiettivo della stagione in corso. Risultato: Perisic risulta uno dei migliori nella devastazione dei Catalani e Coutinho entra a partita in corso e si permette di fare un assist ed una doppietta proprio contro i suoi “padroni”. Ma, antipatie a parte, bisogna ammettere che quello del Bayern è un successo che arriva da lontano guidato da manager capaci, con le idee chiare, che hanno perseguito la loro idea gestionale convinti di quanto stavano facendo e che hanno proseguito imperterriti anche passando momenti di down.

Questo è il tuo momento. Adesso devi dimostrare che quel posto lo volevi per un buon motivo…

Più emblematiche ancora le storie di Lipsia e Lione. Società che hanno costruito sui giovani che hanno risalito (salito per il Lipsia) la china passo per passo, che i giovani li valorizzano e li rivendono a cifre impressionanti, che hanno bilanci in attivo e che ottengono pure risultati. Sono gestite in modo diverso, con modi di agire e comunicare diversi ma non così diverse nella sostanza. Certo il Lione è agevolato dal poter attingere ad una base, quella francese, tra le migliori (se non la migliore in assoluto), il Lipsia dal fatto che essendo una parvenue può permettersi di giocare teoricamente senza obiettivi di gran livello senza rischiare la sollevazione della piazza e quindi a cuor leggero. Il Lipsia ha alle spalle una potenza economica enorme, la Red Bull, ma non inganni il nome. Andate a vedere quanto spendono di giocatori e vedrete che in realtà parliamo di cifre relativamente risibili. In compenso quando vende lo fa benissimo. Eppure sono là, dove noi oggi, tocca ammetterlo, possiamo solo sognare. Per rimanere in casa nostra anche l’Atalanta, per lungimiranza e programmazione (vedi anche il discorso stadio) rientra nel novero delle ben gestite senza esborsi onerosi.

Quest’anno non hai più scuse caro Aivan. Se ci sei batti un colpo, cogli l’attimo…

Alla fine di tutto sto concione mi rimane una sensazione. Il disastro economico mondiale causato dalla pandemia ha sicuramente accelerato un processo che però era in corso da anni. Spese folli per cartellini ed ingaggi, bilanci pompati, plusvalenze fittizie, mastruzzi di ogni genere. Cifre in ballo in crescita esponenziale, debiti  sempre più grandi fatti per coprire i debiti passati. Forse, e sottolineo forse, era un gioco che in qualche modo doveva prima o poi rompersi e l’avvento del Covid ha solo iniziato a mettere a nudo le magagne. Solo le Inglesi, al netto del fallimento in Europa di questa stagione, possono permettersi di continuare l’andazzo per via dei diritti televisivi enormi che hanno saputo vendere sapientemente ma non è detto che, visto il periodo, la cuccagna continui sine die. Sia come sia questo finale di stagione Europeo ha messo in risalto come con una buona e lungimirante gestione (vedi Bayern, pur con tutti i distinguo, Lipsia, Lione ed Atalanta ma ce ne sarebbero altre) può portare a grandi risultati senza spendere miliardi.

Se in tutto questo c’è anche una solo parte di verità tocca rifletterci sopra. Dal nostro punto di vista potrebbe persino essere il momento buono per iniziare quel salto di qualità che auspichiamo da una dozzina abbondante di anni. Per questo motivo ero molto stuzzicato dal “progetto” Rangnick. L’idea di iniziare un vero progetto, anche se a medio termine, mi attirava assai. Da una parte ero curioso da quell’altra la vedevo come l’unica possibilità per ritornare a livelli quantomeno decenti. Avessi visto una vera progettualità sarei stato disposto ad aspettare perché almeno avrei intravisto un obiettivo. Sono state fatte scelte diverse. E va bene, lo accetto, me ne faccio una ragione, ma anche così spero di vedere un progetto (lo so la parola è abusata ma non ho un sinonimo che renda l’idea). Che sia quello di Maldini anziché quello di Rangnick potrebbe importare poco sempre che lo lascino lavorare, gli diano una certa libertà e qualche soldino da spendere nella speranza che sappia fare le scelte giuste. Sono scettico ma non faccio il processo alle intenzioni. Vedremo che succede ma, in questo caos generale in cui versa il calcio (e non solo quello di casa nostra), col fallimento degli investimenti folli, le casse in crisi di molte società (un po per il Covid ed un po per l’andazzo preesistente), il cambio generazionale (la generazione dei Messi e CR7 per intenderci) che devono passare in molte (Barca, Giuve e Real su tutte ma vale un po in generale anche ai nostri livelli), per noi che adesso abbiamo almeno una discreta base ma giovanissima e futuribile,  potrebbe essere davvero il momento buono. Forse non manca nemmeno tantissimo per poter iniziare a competere almeno tra le mura Italiche per ritornare nel calcio che conta. Non dico che si debbano seguire pedissequamente il “format” Atalanta o Lipsia, il nostro è un contesto diverso e con un passato che non si può cancellare ragionando solo come una provinciale qualsiasi, ma cercare di prendere qualcosa di buono dall’esperienza altrui non sarebbe poi sta gran vergogna.

Quindi, cari signori di casa Milan, un po di coraggio e qualche investimento intelligente adesso e potremo davvero iniziare a fare bene. Noi stiamo aspettando da parecchio adesso la palla dovete giocarla Voi. Giocatela bene. Sempre che ci sia la volontà di farlo e, in tutta onestà, non sono sicuro nemmeno di quello… Noi siamo qua e sempre ci saremo, sta a Voi adesso battete un colpo…  Cogliete l’attimo!

FORZA MILAN

Axel

Puoi cambiare tutto nella vita. La fidanzata, la moglie, l'amante, la casa, il lavoro, la macchina, la moto e qualsiasi altra cosa che ti viene in mente. Solo una cosa non potrai mai cambiare. La passione per questi due colori. "il rosso come il fuoco e il nero come la paura che incuteremo agli avversari". Grazie mamma che mi hai fatto milanista, il resto sono dettagli.