Round 1

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Con stasera inizierà l’atto conclusivo dello scontro fra Milan e Inter, un duello che durerà fino a maggio e che al netto del terzo incomodo in campionato e dell’altra finalista della Coppa Italia sta caratterizzando la stagione 2021-22.
Sono due squadre molto diverse per gioco, stile, storia recente; una diversità molto più marcata di quella che ha caratterizzato gli anni Duemila, ultimo teatro di scontri epici.

Da un lato c’è l’Inter campione in carica. E’ un Inter dominante dal punto di vista statistico: miglior attacco e di gran lunga migliore produzione (74.5 xG, la Roma seconda è a 61), miglior difesa e migliore efficienza difensiva (25 gol concessi da 39 xGa). Abbondantemente prima per tiri, terza per percentuale in porta, abbondantemente prima per tocchi in area e passaggi chiave. I punti deboli dei nerazzurri sono l’equilibrio, la tenuta in-match e Simone Inzaghi, non tanto come tecnico ma come uomo. Privo sportività e fastidioso a livello della provincialità, io confido anche in qualche suo pasticcio.
La discontinuità tecnica e il ridimensionamento sono stati assorbiti grazie a un volume di spese comunque sostenuto (25 milioni solo in inverno) e alla grande calma e pazienza con cui ha potuto lavorare il tecnico. In parte dovuta al successo dello scorso anno, in parte all’atteggiamento accomodante dei media che ‘pressano’ poco il team nerazzurro nonostante sia arrivato ad oggi con ben 10 punti in meno dell’anno scorso pari periodo, nonostante al giro di boa ne avesse 5 in più; nonostante i debiti insostenibili, nonostante la lotta serrata e, per ora, pari contro un’avversaria come noi che certo non siamo stati costruiti per vincere. E nonostante qualche fastidioso episodio dubbio di troppo.
In virtù di un calendario più favorevole l’Inter è realmente padrona del proprio destino in campionato. Ahimè. Però, ripeto, non è la corazzata contiana, si vede e si è visto da subito, e con maggiore pressione addosso e qualche sfighetta qua e là sarebbe anche qualche scalino più in basso.
Se mi avessero proposto a settembre di firmare per essere ‘a portata’ dell’Inter (in realtà davanti) a questo punto della stagione non lo avrei fatto; perché per me poteva fare ben peggio. D’altronde il Cina è stato abbastanza furbo da abbassare il budget per tutti, meno che per Marotta. E se i nerazzurri dovessero ri-vincere, dovrebbero ergere una statua a questo gobbo, grande artefice delle fortune del biscio dentro e soprattutto fuori dal campo.

RAPTORS

Dall’altro lato ci siamo noi, che non rappresentiamo certo una sorpresa poiché da giugno 2020 giochiamo in alta classifica e pur alternando momenti-no (spesso ahimè frutto di infortuni a raffica) siamo capaci di serie di risultati importanti. Siamo primi, potremmo non esserlo più eliminato l’asterisco interista, ma intanto…
Sorprese no, ma come detto non siamo stati costruiti per vincere e nonostante il primato viviamo alla giornata, risultando decisamente poco prevedibili ed essendo condizionati da infortuni e momenti-no di alcuni titolari che ormai si protraggono da mesi.
Il Milan ha vissuto 4 periodi, finora.
Il primo durato dalla prima giornata al derby di andata: 10 vittorie e 2 pareggi frutto di un calcio sfrontato (24 reti fatte, 11 subite), veloce, ricco di movimenti ma anche di sicurezza con le presenze di Giroud e Ibra ad alternarsi nel risolvere situazioni difficili.
Il secondo, dalla tredicesima alla fine del girone di andata: troppi infortuni, troppa confusione e 10 punti in 7 partite.
Il terzo, breve, dall’inizio del girone di andata alla sconfitta contro lo Spezia: un nuovo rush fermato nel momento più favorevole (Inter bloccata a Bergamo e sorpassabile) nel modo più ingiusto.
Il quarto, è quello che arriva da lì fino ad oggi. Un Milan più quadrato, meno spensierato, più sparagnino: 11 gol in 11 partite che hanno fruttato 23 punti grazie a sole 4 (quattro) reti subite e ben 8 clean sheet.
Sono convinto che si stia raccogliendo ciò che si è seminato e non ci sia nulla di casuale. A settembre scrissi che il Milan mi sembrava molto più organizzato in difesa, e forte grazie alla presenza di Tomori e soprattutto di Mike Maignan che è il vero fuoriclasse del team; passando attraverso tanti stop e tanti problemi, comunque oggi si stanno raccogliendo i risultati. Abbiamo uomini in difesa che sono stati scelti con intelligenza senza pari, curati e messi in condizioni di eccellere: si esaltano e ci esaltano.
Come sempre il Milan si costruisce sulla difesa.

Cosa ci manca per poterci dire sicuri di lottare fino all’ultima giornata? Ibrahimovic e Rebic. Zlatan spero possa godere di un momento epico, ma ci credo poco; il croato invece è fondamentale: l’unica certezza che ho è che senza le fiammate del croato non potremo farcela. Aspetto i suoi gol, la sua energia e la sua faccia da guerra. Purtroppo, la vedo così: no Rebic, no party. Buoni segnali venerdì.
Ci mancano anche i tre punti dello Spezia. E siccome più passa il tempo e più rischiano di diventare influenti e decisivi, mi chiedo a che punto sia giunta l’arroganza e la distanza della classe arbitrale dalla realtà. E’ vero che non è nel nostro stile, ma io fossi in Pioli ne parlerei ad ogni occasione e chi deve capire capisca.

In ultimo un accenno alla trattativa Elliott-Investcorp: il timing non mi piace, la squadra deve restare concentrata. Ci sono due titoli in ballo.
La speranza è che, se closing sarà, ci sia una totale continuità nella gestione e non si tocchi specie la figura di riferimento di tutto l’ambiente che è Paolo Maldini; e non perché Maldini, bensì per la capacità dimostrata di essere al contempo un ottimo dirigente, un ottimo milanista, aziendalista ma mai sdraiato a pelle di leopardo, resistente alle critiche e agli elogi. Poi se chi subentrerà avrà voglia di far le cose in modo più aggressivo, a livello più alto, e magari di rifilare un calcio in culo ai cugini anche nella questione stadio ben venga.
Ma fino ad allora: profilo basso e testa agli obiettivi.

Larry

22/11/1997, primo blu. Un ragazzino guarda per la prima volta l’erba verde di San Siro da vicino.Il padre gli passa un grosso rettangolo di plastica rosso. “Tienilo in alto, e copri bene la testa. Che fra un po’ piove”. Lapilli dal piano di sopra, quello dei Leoni. Fumo denso, striscioni grandi come case e l’urlo rabbioso: MILAN MILAN…Quel ragazzino scelse: rossonero per sempre. Vorrei che non fosse cambiato nulla, invece è cambiato quasi tutto. Non posso pretendere che non mi faccia male. O che non ci siano colpevoli. Ma la mia passione, e quella di tanti altri, deve provare a restare sempre viva.