Mah e boh

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Un anno fa, più o meno, il management di Elliott certificava di non capire nulla del Milan e di calcio trasformando la già approssimativa e poco performante area tecnica in un pollaio pieno di galli, pavoni e falchi mezzi orbi, e avallando la scelta di Giampaolo come allenatore. Il tutto si è quasi ovviamente tradotto in una delle stagioni più ridicole della nostra storia, per tanti motivi; non la peggiore per il colpo di reni di Zlatan Ibrahimovic, cui bisogna essere grati nonostante tutto. E purtroppo sarà anche una delle più lunghe, causa COVID (fossero questi i problemi, ci mancherebbe…); una tortura che si estenderà fino ad agosto quando forse sapremo qualcosa di più sul nostro futuro. Sempre ammesso che loro, quelli di Elliott, sappiano cosa fare, a parte spingere senza alcun ritegno per non qualificarsi alle coppe europee. Nell’operato ondivago e irritante di Gazidis è quasi semplice leggervi la stessa bieca furbizia del Condor quando ad esempio sbuffava e cipigliava pro-fotografi ai successi di Seedorf. Presentarsi al campetto a ratificare all’ultimo un accordo di riduzione stipendi causando tensioni e litigi non può essere bollato come ‘incapacità’. Troppo comodo.

A proposito di Condor, gli orchetti si radunano ad est-nordest: Monzor sta sorgendo. Era inevitabile, e vedremo fin dove arriveranno e quanto ci pescheranno in casa; per ora qualche spazietto mediatico e qualche scuola calcio. La promozione del Monzor la dice lunga su quanto contino certe cose nel calcio. Lo strapotere politico, mediatico ed economico nel contesto della Lega Pro fa sembrare un genio anche Cristian Brocchi; ecco perchè occorre sempre fare la tara e contestualizzare. I 69 di bilancio con la juve Under-23 ci suggeriscono che la scalata non è ancora finita; finchè conviene alla Vecchia, tutto è possibile.
Noi bisogna stare attenti; al complottismo non voglio credere, perchè semplicistico e perchè altrimenti, se ci credessi veramente, smetterei di seguire. Ma il collasso del Milan dipende in questi anni anche da una tragica mancanza di Tradizione, colpa del trentennio di Propaganda berlusconiana che ha sovrascritto i valori storici con altro, forte dei successi, ed ha fatto piazza pulita di tutto quello che non era utile ai loro scopi. Finita la sostanza, siamo stati in piedi ben poco a colpi di fregnacce e slogan della Fininvest. Ma quando i signori han fatto i bagagli e si sono spostati a Monzor, il vuoto di Tradizione si è manifestato. Talmente pesante che nessuno sta rispondendo per le rime alle minchiate di Galliani e Berlusconi che sotto-sotto (ma nemmeno troppo) sono ancora visti come IL MILAN.
E’ inaccettabile, ma la verità è che non abbiamo nulla da ribattere, essendo noi oggi il nulla ad ogni livello, purtroppo anche come tifoseria e come valori. D’altronde se Zlatan, l’Eroe di oggi, può aggredire l’AD (che al di là di tutto ha avallato il suo contatto milionario e che gli consente di farsi i cazzi suoi con l’Hammarby) al grido di “non è più il Milan di una volta”, quando quello che ha conosciuto lui è il Milan che ha dovuto svenderlo al PSG per tappare il buco della fogna della Fininvest, nonche il padre legittimo di questo aborto, beh…l’Eroe è vittima della propaganda di chi lo ha esiliato. Siamo messi devvero davvero male, qua mancano i fondamentali..
E quindi dobbiamo stare all’erta.

Porte che sbattono, mona che parlano del Milan…e nessuno fa un cazzo!

Nel vuoto di via Aldo Rossi riecheggiano ancora echi di porte sbattute, pesanti dichiarazioni, litigi. Non ci sono nemmeno spifferi che portano voci, ormai i ‘riferita’ arrivano da Backnang, città sul fiume Murr, arrivano da ‘conoscenti’ di Rangnick che a questo punto si spera vivamente stia già da tempo lavorando alla prossima stagione. Anche questa ormai, dopo due anni di Elliott e diciotto mesi di Gazidis non può essere malagestio; è “gestio”! E’ una scelta, è il modus operandi di questi: oscuro, losco, massonico. La comunicazione è pari a quella dei cinesi, infatti c’è ancora Guadagnini: ci tirano missili ogni giorno, e nessuno risponde; il Milan ormai è per i giornali sportivi una miniera di fake news, tanto nessuno ribatte mai un cazzo. Nè davanti ai microfoni, nè soprattutto dietro. Se mancano gli spunti, nessun problema: ci pensano i dirigenti a rilasciare interviste fiume dove contraddicono la proprietà o l’AD, oppure loro stessi tre mesi prima!
Su questo terreno arido e anomalo, dove non valgono nemmeno le leggi normali della ‘fisica’ del calcio (scelgo dei collaboratori e li supporto), non mi aspetto crescite miracolose. Sull’altra sponda del Naviglio hanno investito centinaia di milioni, preso giocatori del calibro di Lukaku ed Eriksen, e Antonio Conte, il sogno proibito di tanti milanisti e anche di Leonardo e forse Maldini; e dopo dodici mesi possono sbandierare giusto due derby vinti contro uno dei peggiori Milan di sempre, uno dei quali faticando e riempiendosi il pannolone. Competitività ad alti livelli: zero; tituli: zero, anche se sono in corsa per l’EL. Abbiamo poco da ridere, io con Conte in panchina, due derby vinti e quella rosa a disposizione sarei più contento; però si può riflettere: nulla è semplice, nulla e lo sarà. Non possiamo aspettarci che il progetto giovani con Rangnick, anche qualora sia fortemente organizzato (e me lo aspetto), e abbia un buon budget a disposizione, possa decollare tempo zero. Le fondamenta vanno messe sia per la parte sportiva, che per il resto; se sulla prima confidiamo esserci delle idee, su comunicazione e gestione proprio no e senza l’una o l’altra base non si può costruire niente.

Tornando alla squadra, nonostante la fiducia che Axel ripone nei miei giudizi, non ho niente da aggiungere a ciò che il campo dimostra ogni partita nè niente dire sui nomi che circolano per il prossimo anno. Del gruppo attuale, a parte Donnarumma la cui crescita è importante e mi pare non lontano dall’essere un fuoriclasse, non mi interessa realmente nessuno. E al di là delle sparate dei giornali (CINQUANTA MILIONI PER BENNACERRRR) credo che non interessi nessuno a nessuna squadra.
Va bene tenere chi ha fatto bene, non punterei invece sul ‘rilancio’ di nessuno dei falliti di questo branco di giocatoricchi che hanno reso qualcosa di più che la metà della classifica solo quando frustati da personalità forti come Ibra o Gattuso. Via dai maroni. Fra questi Leao, proprio il genere di operazione che non mi va di vedere più; un giocatore preso solo ed esclusivamente per le caratteristiche apparenti, senza considerarne la mentalità, le idee, le ambizioni, la storia personale, l’utilità per la squadra, dunque le prospettive. Lo han preso perchè ha segnato 8 golletti in contropiede in Francia. Chiunque lo abbia suggerito va fatto volare fuori dal Milan a pedate nel sedere. Scelta ridicola a cifre ridicole, e non ci voleva un genio per evitarla.
Degli under-21 che ci accostano non ne conosco mezzo, e spero si sappia molto molto bene quello che si sta facendo poichè sebbene non abbia alcun pregiudizio sui giovani e tantomento sullo Spauragno penso che un Milan abbandonato dalla proprietà e dai tifosi, sotto attacco mediatico e sistematico, con soli under-21, non abbia le stesse possibilità di sopravvivenza dell’underdog Lipsia spinto dalla multinazionale Red Bull. Mi accontenterei per il 2020/21 di vedere il budget per il mercato ripartito correttamente: diciamo un 90% per cervello e muscoli a centrocampo e gol in attacco, e il 10% per il resto. Se partiamo, di nuovo, con ventine di milioni spesi per terzini e centrali partiamo malissimo. Kjaer è lì a dimostrare che poca spesa-tanta resa è la regola d’oro per allestire la difesa di una squadra che non ha l’obbligo di vincere, ma solo di ripartire. L’impegno economico, tattico, progettuale va speso quasi per intero per ridare al Milan uomini di grande calibro al centro dell’azione e davanti alla porta avversaria: vedi Timo Bakayoko, vedi Ibra (pur a mezzo servizio).
Il calcio sarà anche cambiato in tanto, ma in questo è e sarà sempre lo stesso: se una squadra è coerente, ed è forte a centrocampo, ed ha un grande attaccante possibilmente con un buon partner…ha le basi per giocarsela contro tutti. Finora abbiamo solo sentito parlare di vincoli, di scienziati del pallone e terzini dai nomi impronunciabili. Ma sappiamo che è questo che ci vuole.
Spauragno è avvisato.

Larry

22/11/1997, primo blu. Un ragazzino guarda per la prima volta l’erba verde di San Siro da vicino.Il padre gli passa un grosso rettangolo di plastica rosso. “Tienilo in alto, e copri bene la testa. Che fra un po’ piove”. Lapilli dal piano di sopra, quello dei Leoni. Fumo denso, striscioni grandi come case e l’urlo rabbioso: MILAN MILAN…Quel ragazzino scelse: rossonero per sempre. Vorrei che non fosse cambiato nulla, invece è cambiato quasi tutto. Non posso pretendere che non mi faccia male. O che non ci siano colpevoli. Ma la mia passione, e quella di tanti altri, deve provare a restare sempre viva.