L’ultima battaglia

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Siamo rimasti tutti sconcertati da Milan-Cagliari. Vuoti, probabilmente come mai. E’ giusto chiedersi perchè e fare riflessioni più profonde e omnicomprensive.
Ma solo dopo la gara di Bergamo, una finale non richiesta e non voluta, spartiacque del momento storico più confuso e perdente della storia milanista.
Il risultato della gara farà la differenza nella percezione di molti, e anche se condivido al 100% Ale Johnson quando dice che se siamo arrivati a questo punto c’è un problema, penso che il bilancio vada fatto a posteriori.

E’ troppo il nervosismo, io ho rischiato di sfasciare il telefono quando ho letto di giornate di riposo e grigliate; e se è vero che la mia immagine mentale dei ragazzi che si allenano una settimana come Spetz Natz simulando assalti all’area bergamasca, bevendo sangue umano e decapitando sagome con le fattezze di Gasperini è alquanto ridicola…comunque non si ricordano finali preparate con riposi e allegre feste. Quelle di solito scandiscono altri momenti della stagione.
Si rimane un po’ disorientati, ma forse dopo lo 0-0 di domenica qualunque cosa ci avrebbe lasciato nel limbo della totale incomprensione. Impossibile unire quel puntino a tutta l’immagine per formare qualcosa di sensato, e questo a prescindere dal livello di stima e considerazione dei singoli. Milan-Cagliari è sembrato più un episodio appartenente ad altre realtà e ad altre stagioni, anche perchè lo 0-0 è un risultato che in campionato non coglievamo dal 6 gennaio 2020, Milan-Sampdoria. Il più improbabile dei match point sbagliati.

L’ultima volta, sempre al rotto della cuffia…

C’è la possibilità di portare a casa la posta e farlo a scapito dei berghèm che nella finale di coppa italia hanno mostrato tutti i loro limiti mentali e l’incapacità di variare spartito alla bisogna. Successo doppiamente succulento, nel caso, vista l’acclarata gobbaggine di Gasperini, solito a scalmanarsi in tutte le situazioni tranne che per “la normalità dei rigori dati o non dati” contro la sua squadra preferita.
Non penso ci riserveranno attenzioni particolari, dovremo averne di più e per 90 minuti, e chiudere i conti anche con loro. Solo dopo questo potremo dare forma ai nostri malesseri e perplessità, in libertà.
Per parte mia, da Milan-Cagliari ho capito di essere profondamente stanco e incapace di amare fino in fondo questo gruppo, di comprenderne la mentalità, i valori, il percorso o il futuro; per quanti successi possa cogliere.
Vedremo dopo Atalanta-Milan cosa rimarrà di questa sensazione.
Al momento non mi sento nè ottimista nè no; ho fretta che si concluda quest’anno e poi staccare, anche in caso di vittoria.
Se nove anni di insuccessi, fallimenti, fastidi, umiliazioni, cadute verticali e figuracce non hanno lasciato segni nei ragazzi, capaci di “produrre” uno 0-0 senza tiri nella gara della vittoria scritta, in barba appunto alla possibilità di riscattare il Milan, beh lo hanno lasciato in me. A partire proprio da quel Siena-Milan 1-2, ultimo acuto milanista per la Champions, un successo che francamente ricordo con fastidio.
Ma meglio che un insuccesso.

Larry

P.s.: Cittadella-Monza 3-2 (aggregato) alla faccia dei servi che inneggiavano a Galliani, che ha dimostrato nuovamente tutta la sua sconfinata maestria nel costruire squadre ridicole, inconcludenti, vanesie e cretine a costi spropositati. Già aveva dato esempio di ciò col Giannino, un esempio accademico, un caso di studio. Ma per qualcuno non era ancora chiarissimo…TOH! Eccolo lì, guardatelo bene.
Complimentissimi a lui e ai suoi irriducibili che anche a estate 2020 ne hanno narrato le gesta!
IL TEMPO E’ GALANTUOMO.
Il problema è che mentre scorre ti girano parecchio i maroni…

22/11/1997, primo blu. Un ragazzino guarda per la prima volta l’erba verde di San Siro da vicino.Il padre gli passa un grosso rettangolo di plastica rosso. “Tienilo in alto, e copri bene la testa. Che fra un po’ piove”. Lapilli dal piano di sopra, quello dei Leoni. Fumo denso, striscioni grandi come case e l’urlo rabbioso: MILAN MILAN…Quel ragazzino scelse: rossonero per sempre. Vorrei che non fosse cambiato nulla, invece è cambiato quasi tutto. Non posso pretendere che non mi faccia male. O che non ci siano colpevoli. Ma la mia passione, e quella di tanti altri, deve provare a restare sempre viva.