Il grande bluff

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Che estate che stiamo vivendo. Per non farci mancare nulla, dopo un periodo lungo di pandemia e, tuttora presente nel quotidiano di tutti, ci troviamo ad affrontare un calcio che è diventato un bluff, nè più nè meno che quello che succede ad un tavolo di Texas Hold’em a Las Vegas. Il sistema è andato, da tempo, ma siccome fedeli a “panem et circenses” la maggior parte dei tifosi si girava dall’altra parte, ora tutti devono fare i conti con un mondo che di sportivo, pulito ed onesto ha ben poco.

Lungi da me prendere le difese dei cuginastri ma quello che sta succedendo a Milano nella sponda triste del Naviglio è preoccupante. Nessun piano Marshall sia chiaro, per me devono affondare con i loro debiti e la loro proverbiale supponnenza. Però assistere al teatrino Lukaku è veramente triste. Subito aver appreso la notizia e letto le cifre, mi sono posto una donanda. Ma dove sono finiti i tifosi del Chelsea che avevano bloccato il pullman della squadra all’annuncio della SuperLega? Volatilizzati al grido di “mors tua, viat mea”. Tipico degli inglesi ma dell’essere umano in generale, bravo a protestare e fare casino ma quando ha i suoi pro lestamente si ammansisce ed esulta. Guarda caso anche qui, come a Parigi e Manchester (sponda City), c’è una sorta di emiro ma dal passaporto russo che se ne strafotte delle regole, della crisi del calcio e delle casse vuote. Ha il suo giocattolo e ci fa ciò che vuole. Il problema non è lui, il problema sta qualche chilometro sotto Londra dove stanno pensando a cambiare le regole in campo, ma di quelle fuori dal campo se ne fregano bellamente. Quindi avanti così, cugini sul lastrico e i soliti noti ad ingaggiare qualsiasi giocatore.

Ormai da qualche giorno spero, prego e voglio che Messi firmi con il PSG. Sarebbe la ciliegina sulla torta dell’ipocrisia del post SuperLega. Mi ricordo i commenti e la disperazione per “la fine del calcio”, quando, che piaccia o non piaccia, era un ultimo grido di allarme da parte dei grandi club che non possono andare oltre. Hanno speso male e gestito male i loro soldi? Vero, ma il circo gira con e per loro, quindi o li fai ballare o chiudi baracca. Oppure c’è un’alternativa, lasci spazio a chi ha costruito legami forti con i potenti della UEFA e questi se ne fanno beffa delle regole, dei soldi e del motto de coubertiano. Se ne fotto, sia chiaro. Questi se ne fregano e, anzi, lo fanno sotto gli occhi di tutti. Il teatrino Messi è l’apice del ridicolo. I protagonisti sono sempre gli stessi, giocatori, procuratori/famiglie e emiri spendaccioni. Le lacrime di Messi sono l’emblema del distacco dalla realtà di queste persone. Dopo anni nei quali ha vinto, rivinto e stravinto tutto. La società di ha pagato, strapagato e ripagato, vogliamo credere alla storiella che il salary cap è il problema dell’addio?!?! Ma per piacere. I colpevoli sono due. Il primo è il Barca che per anni ha accomulato figurine strapagandole, rendendone poi impossibile le cessioni. Dopando il mercato dei giocatori medi. Il secondo colpevole è Messi che, rimanendo distaccato con il mondo, dopo aver guadagnato oceani di euro, preferisce piangere davanti ai microfoni e alle telecamere, piuttosto che fare un gesto di ringraziamento nei confronti di chi lo ha anche reso un’icona planetaria, giocando al minimo salariale per due anni. Poche balle, questa è gente che non ha idea di cosa succede intorno a sè, badate non parliamo di 1/2 milioni di euro che possono cambiare la vita di un Petagna qualunque, parliamo di uno che se va male ogni anno ne porta a casa 100 di milioni. Quindi il discoro trito e ritrito della carriera breve e da monetizzare non regge, mi spiace. Porta le tue lacrime a Parigi e puliscile con fazzoletti di Vuitton da 3mila euro l’uno.

Ho parlato prima di doping dei prezzi. Beh, se ancora ci fosse qualche dubbio basta guardare, anche qui, a Parigi e in Inghilterra. Il problema della situazione del calcio europeo è proprio figlia dello sperpero di soldi che questi club hanno fatto per anni, per giocatori di categoria media. Se tu compri Grealish a oltre 100M€ stai dando un valore ben preciso al mercato. Parliamo di un giocatore normale, ma che per le casse piene dei club inglesi possono diventare fenomeni in una notte. Quindi dopare il mercato con cifre del genere è un gioco da ragazzi. Ho i soldi, voglio quel giocatore e lo ipervaluto così che non possa ricevere rifiuti. Vale anche per Lukaku questo discorso. Il calcio ha smesso si essere uno sport quando i mediocri/normali giocatori hanno iniziato a guadagnare da star. Se girano soldi te lo puoi anche permettere ma quando non ci sono euro, questa cosa ti soffoca. Varanne, Kimbpembe, Lenglet giusto per citarne alcuni. Difensori da media serie A che vengono strapagati. Basta guardare il gol di Seferovic in Francia-Svizzera, gente che la marcature non sa cosa sia che guadagnano poco meno di un Di Maria. Per non parlare id Laporte o Maguire, gente buona per il calcio storico fiorentino. Follia. Il problema sta qui, oltre alla ormai consolidata abitudine di andare via a zero per rimpolpare le proprie casse e quelle del “fantomatico” entourage.

Il grande bluff è ormai stato smascherato, ma tanto fino a quando ogni club guarderà al proprio orticello pensando “oggi a me, domani a te”, tutto rimarrà come prima. Fino a quando, qualcuno, non si sveglierà e concepirà una SuperLega in tempi migliori e più efficaci e lì ricomincerà lo sdegno e la retorica per poi ritrovarsi con lo stesso disco che girerà all’infinito.

FORZA MILAN

Johnson

 

"...In questo momento l'arbitro dà il segnale di chiusura dell'incontro, vi lasciamo immaginare fra la gioia dei giocatori della formazione rossonera che si stanno abbracciando..." la voce di Enrico Ameri chiude la radiocronaca dal San Paolo di Napoli. Napoli-Milan 2-3, 1 maggio 1988. Per me, il lungo viaggio è cominciato da lì, sempre e solo con il Milan nel cuore.