Cammini diversi

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La figuraccia dell’Italia del calcio era in fondo ampiamente prevedibile. Il cammino degli Azzurri post Europei è stato lineare: tolto il 5-0 alla Lituania una serie di pareggi da crollo dei testicoli, costellati di errori individuali anche grossi e gioco bollito e stralento. Mancini non ha voluto cambiare approccio, né uomini, il risultato è rimasto in bilico fino al 90esimo e lo psicodramma ha preso forma come giusta punizione all’arroganza non del mister, bensì di un intero sistema. L’ingresso in campo nei minuti finali di Chiellini, individuo e giocatore miracolato da un decennio di eventi “favorevoli” e premiato oltremodo dal successo europeo di luglio, è stato un obbligo contrattuale evidentemente; perché nessun allenatore sano di mente farebbe entrare un centrale di 37 anni in quella situazione. Non può che essere castigato. Il Calcio in quanto rito pagano collettivo esige rispetto, e talvolta le mancanze palesi vengono bastonate con questi episodi meravigliosamente tragici. A me piace pensarla così.
Il Mancio, uomo giusto al posto giusto: competente, esperto, lezioso (anche come allenatore), immanicato. La sua Italia, pur se stata forse la migliore dal punto di vista estetico, è stata anche la più “di sistema”. Ma quando è troppo è troppo. Come il lento volo inutile di Donnarumma, il cui livello tecnico e mentale è fermo al 2017 e si vede sempre più. Eppure se 40mila persone si prendono la briga di andare a San Siro a fischiarlo, ci sarà anche un motivo no? Il motivo è questo: il bambolone non è un campione, era un fenomeno in erba che ora è un portiere come tanti altri; scrivete pure che è il migliore al mondo: dimostrerà sempre più spesso il contrario.
Sono cresciuto negli anni Novanta, quando in Nazionale si alternavano i portieri secondo la forma e la necessità. Poi venne Buffon, che oggettivamente era il più forte di tutti. Oggi non mi è chiaro perché Donnarumma debba essere il titolare sempre. E’ più forte degli altri? No. E’ più in forma degli altri? Non mi pare, ha collezionato due eliminazioni dalle coppe nelle ultime partite, impallinato anche per bene. Tutti coglioni quelli che fischiano, giusto? Questa la risposta di “Casa Italia”. Continuate così che andate bene.

Questi momenti meritano una incoronazione

E veniamo al Milan, il cui cammino invece ci da grandi speranze. I vari opinionisti con faccia da fagiani sorpresi ci trattano sempre come una roba strana anomala sbucata per caso, ma va bene così. In realtà è da giugno 2020 che ci esprimiamo ad alto livello, con risultati di alto livello, e non c’è dunque nulla di strano nel poter vincere ora questo scudetto. Piuttosto che disquisire su quanto sia “strano” questo torneo, sarebbe meglio domandarsi cosa ha fatto il Milan di diverso per diventarne la squadra dal miglior rendimento. Si scoprirebbero molte sorprese.
E’ “strano” questo torneo combattuto e con una prima in classifica diversa dalla solita noiosa juventus, già pronta fra l’altro a farci tornare tutti alla “normalità” con qualche bel umma ummone che consentirà un bello spendi spandi sul prossimo mercato per dare finalmente al Rinus Michels de noartri tre squadre più forti di tutte le altre per vincere il 98esimo scudetto a suon di 1-0. Strano, ma secondo me piace di più, è più sentito, è più capito dagli appassionati, crea interesse e penso riempia anche di più gli stadi (almeno quelli delle squadre in lotta).
Ciò detto, abbiamo la grande occasione di dare un botta forte, ma forte, a tutto il sistema. A differenza dell’Inter, che ha oggettivamente interrotto il periodo “DDR” del calcio italiano ma lo ha fatto con uomini (e metodi) juventini, possiamo mettere lì un successo veramente unico. Poi con calma capire se è un Nuovo Inizio o un qualcosa di bello ma una tantum.
Perché mi sono TANTO incazzato dopo il pari con l’Udinese? Avvenuto, sia chiaro, con un gol di mano ma dai su… Perché non mi sembrava che ci fosse un sentire comune fra noi e la squadra. Ultime partite invece è cambiato tutto. C’è quella sensazione di impresa storica che ci DEVE ESSERE. Essere giovani non significa non comprendere l’epica di certi momenti, anzi forse deve essere anche più sentita, forse è l’essenza di tutto. In questo ha ragione Pellegatti: certe sere bisogna fare la Storia, punto.
Adesso arriva il Bologna, in una giornata topica in cui, qualunque risultato salti fuori dagli altri campi, saremo chiamati a rispondere duramente. Niente scherzi: fateci sentire tutta la vostra energia ragazzi. Noi non mancheremo.
Tutti per uno, uno per tutti: vinciamo.

Larry

22/11/1997, primo blu. Un ragazzino guarda per la prima volta l’erba verde di San Siro da vicino.Il padre gli passa un grosso rettangolo di plastica rosso. “Tienilo in alto, e copri bene la testa. Che fra un po’ piove”. Lapilli dal piano di sopra, quello dei Leoni. Fumo denso, striscioni grandi come case e l’urlo rabbioso: MILAN MILAN…Quel ragazzino scelse: rossonero per sempre. Vorrei che non fosse cambiato nulla, invece è cambiato quasi tutto. Non posso pretendere che non mi faccia male. O che non ci siano colpevoli. Ma la mia passione, e quella di tanti altri, deve provare a restare sempre viva.