A fari (quasi) spenti nonostante tutto

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La sfida di martedì tra inter e juventus ha riaperto il tamtam mediatico che assegna lo scudetto alla juventus all’alba di febbraio. Se leggete, solo a titolo esemplificativo, l’editoriale di Crosetti sulla pagina sportiva di Repubblica (on line mercoledì 3), emergono due elementi. Il primo è che la juve sta tornando imbattibile: su questo non mi permeto di disquisire in quanto obiettivamente, nonostante il distacco accumulato fin qui in classifica, quella allenata da Pirlo è una squadra che ha tecnicamente tutto e di più per rivincere il campionato e inanellare il decimo scudetto consecutivo (uff sigh e strauff). Quindi staremo a vedere.

Ma il secondo punto, assai più interessante per noi milanisti, è come in questo tripudio bianconero venga dimenticata la prima in classifica ossia il Milan. La competizie viene ristretta in molti casi a le due simpaticissime squadre bianconera e nerazzurra.

E questo a mio parere è cosa molto buona giusta e positiva per noi.

Premetto che, come forse ricorderete da altri miei post, non credo che siamo attrezzati per vincere il campionato e ripremetto che l’inter rimane la candidata più seria per centrare il bersaglio grosso. Ma, ciò rammentato, credo che per noi sia solo positivo uscire dal cono di luce dei riflettori nonostante la posizione in classifica e tornare, seppur parzialmente, a rivestire il ruolo di sorpresa, underdog, meteora, e chi più ne ha più ne metta.

Insomma credo sia molto positivo per noi poter continuare a viaggiare non dico a fari spenti ma almeno senza gli abbaglianti accesi. E’ una situazione in cui rendiamo meglio e possiamo davvero sorprendere avversari e addetti ai lavori che non credono a questa squadra. E’ un vestito che ci calza a pennello rispetto a quello della favorita che deve vincere per forza. Al momento infatti non abbiamo lo status, anche fosse solo psicologico, per gestire il ruolo di favoriti o di contender designati: siamo nel bel mezzo di un percorso che dovrà portare il Milan a sapersi districare anche in questa situazione, ma al momento non ci siamo ancora.

MOMENTO TOPICO – Dopo un tour de force clamoroso la squadra, anche ‘grazie’ all’eliminazione in Coppa Italia per mano dell’inter, affronterà due partite sulla carta abbordabili come Crotone e Spezia, potendole quindi preparare con calma e riprendendo il ritmo degli allenamenti interrotto ormai mesi orsono causa calendario sovraffollato.

E’ persino banale dire come il recupero in piena forma fisica e mentale di Calhanoglu sia un passaggio fondamentale in questo frangente della stagione. Soprattutto perchè ritengo, proprio come Johnson che mi ha preceduto con il post di ieri, che il mese di febbraio sia il vero spartiacque per capire a cosa potremo realmente ambire con l’arrivo della primavera e del rush finale.

Abbiamo capito fin troppo bene in queste settimane come il contributo del turco allo sviluppo della nostra manovra e il suo ruolo di collante tra i reparti di centrocampo e attacco sia una pietra angolare a cui non possiamo rinunciare e per cui non ci sono attualmente sostituti validi in rosa. La partita di dopodomani contro l’ultima in classifica sarà un primo banco di prova per comprendere quanto il covid e il coseguente (lungo) stop forzato abbiano influito sulla verve, fisica e non, di Hakan.

MANDZUKIC – Vedremo anche se questi allenamenti continuativi aiuteranno il buon Marione Mandzukic ad entrare in condizione: riflettevo in questi giorni, grazie allo spunto datomi da alcune riflessioni di De Grandis, sul fatto che in effetti non ce lo vedo il croato a svolgere il ruolo di esterno d’attacco ‘Pioli style’ e che quindi il tecnico dovrà trovare una maniera per sfruttare appieno le caratteristiche del numero 9. Dovrà quindi mettere mano alla cassetta degli attrezzi tattici del mestiere ed escogitare qualcosa per poter rendere fruttuoso l’investimento sul veterano ex Atletico Madrid, senza doverlo sacrificare in una situazione tattica che difficilmente gli può appartenere.

FORZA VECCHIO CUORE ROSSONERO

Raoul Duke

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Milanista dalla nascita, primo ricordo Milan-Steaua del 1989 e prima volta nella fu Curva Sud in occasione di un derby di Coppa Italia vinto 5-0. Affezionatissimo al Milan di Ancelotti nonostante tutto e fiero delle proprie scorribande in Italia e in Europa al seguito della squadra fino al 2005, anno in cui tutto è cambiato. DAI NAVIGLI ALLA MARTESANA, DA LORETO A TICINESE, TRADIZIONE ROSSONERA, TRADIZIONE MILANESE!