Milan-Parma presentazione

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Vittoria a Genova e vittoria a Praga, con tanto di primo posto in Serie A e nel girone di Europa League. Il Milan cercherà stasera di chiudere alla perfezione l’ennesima settimana sopra le aspettative di questa stagione che, al momento, sta regalando ai tifosi rossoneri solo soddisfazioni. Campo storicamente difficilissimo quello di Marassi, ma il Milan ha avuto abbastanza sangue freddo per riuscire a lasciare la città ligure con i tre punti in cascina, pur con assenze di un certo livello. Kessiè e Castillejo hanno sancito il 2-1 finale, mentre in settimana è stato il solito bomber europeo Hauge a chiudere i conti con i cechi dello Sparta Praga proprio mentre il Celtic ci aiutava battendo il Lille.

Milan bravo, non c’è che dire; ogni tanto anche fortunato ovviamente, non è un peccato; aiutato anche, se permettete, da un fattore che se esistesse metterebbe molto in difficoltà i nostri giovani. A cosa mi riferisco? Al pubblico negli stadi. A Napoli, nel Derby, a Glasgow, allo stesso Ferraris di Genova, questo Milan, pur con tutte i pregi che raccontiamo da settimane, pur con tutto il suo ordine tattico, pur con tutta la sua tecnica, la sua gioventù e la sua freschezza, a mio avviso non avrebbe vinto. Il pubblico è sempre stato e sempre sarà un fattore determinante in questo sport che raccontiamo e viviamo ogni giorno: lo è anche ora che non c’è. È un fattore tanto non avere contro un pubblico ostile, quanto non dover superare settimana dopo settimana l’esame di San Siro, una cattedrale che, lo sappiamo benissimo, ha fatto tremare i polsi anche a giovani e meno giovani dalle personalità fortissime. Sia chiaro, i meriti del Milan, di Pioli, dei ragazzi e della dirigenza restano immutati e intoccabili, ma anche la condizione intrinseca del mondo dello sport all’epoca della pandemia sta giocando a nostro favore. Non durerà per sempre, ma che questo periodo ci serva a costruire certezze granitiche su cui poggiare la nostra squadra anche quando i 60mila del San Paolo ci saranno davvero, o quando le tribune di San Siro saranno profanate da migliaia di sciarpe neroblu. Certi treni passano una volta sola, questo lo abbiamo preso al volo e il bello è che la destinazione possiamo scegliercela noi.

Ancora match serale, sperando che la luna continui a portarci fortuna. Avversario di giornata il Parma di Liverani, attualmente con solo 4 punti di distacco dalla zona retrocessione. Un anno fa sulla panchina del Lecce, l’ex centrocampista di Perugia e Lazio ha mostrato un gioco dall’attitudine offensiva, ma dai pochi gol. Un Zeman mal riuscito, insomma, dove in realtà a far la parte dell’attacco dei sogni era il più delle volte quello degli avversari. Con i ducali le cose non sono principiate nel modo migliore possibile, ma comunque si vivacchia. Tre partite senza sconfitta, compresa la vittoria di Coppa Italia, e una classifica che al momento vorrebbe dire salvezza. Probabile formazione: Sepe; Busi, Bruno Alves, Osorio, Iacoponi; Hernani, Scozzarella, Kurtic; Brunetta; Cornelius, Gervinho. Kucka out, attenzione all’argentino Brunetta, trequartista dalle ottime geometrie (tanto che potrebbe forse essere arretrato con profitto).

Nel Milan ancora out Kjaer e Ibra, sostituiti da Gabbia e Rebic. Tornano a disposizione Bennacer e Leao, con il primo che si riprenderà il proprio posto a metà campo e il secondo che partirà invece dalla panchina. A destra si segnala Castillejo al posto di Saelemaekers. Per il resto tutto confermato per la compagine di Pioli, con Brahim Diaz sull’out di sinistra e Calhanoglu dietro l’unica punta. Donnarumma; Calabria, Gabbia, Romagnoli, Theo Hernandez; Kessiè, Bennacer; Castillejo, Brahim Diaz, Calhanoglu; Rebic. Ok ragionare partita per partita, ma guardiamo anche più avanti: oggi il Parma, mercoledì il Genoa e le due successive contro Sassuolo e Lazio. Sei punti nei prossimi due incontri ci permetterebbero di arrivare agli ultimi scontri dell’anno con un briciolo di serenità in più. Non molliamo ora.

Fab

Ho questo ricordo, il primo sul Milan. Io che ad appena sette anni volevo vedere la finale di Atene, tra Milan e Barcellona… ma essendo piccolo dovevo andare a letto presto per la scuola. Allora mio padre, severo, mi permise di vedere la partita, ma solo il primo tempo. Finiti i primi 45 minuti, i miei genitori mi misero a letto, ma poco dopo sgattaiolai fuori dalle coperte e mi nascosi dietro la porta che dava sul salone. Al gol del Genio però non riuscii a trattenere la mia gioia… fortunatamente mio padre, interista, fu molto sportivo e mi lasciò concludere la visione di quella partita perfetta.