Milan-Napoli presentazione

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Si torna in Italia dopo la trasferta in terra d’Albione che ha fruttato un prezioso pareggio per la banda di Pioli. Il tour de force di inizio primavera prevede ora il match casalingo contro il Napoli di Rino Gattuso, già battuto 1-3 all’andata e protagonista di una stagione nettamente meno brillante delle precedenti, ma pur sempre avversario temibile e di qualità, oltre che pienamente in corsa per un posto in Champions League. Il Milan, dal canto suo, sta affrontando una serie di partite che potrebbe mettere in difficoltà chiunque: Derby, doppia sfida con la Stella Rossa, Roma, Udinese, trasferta a Verona, doppia sfida con il Manchester United, Napoli e poi trasferta a Firenze. Dovessimo guardare il rendimento della squadra con sguardo obiettivo, dovremmo dire che durante questo periodo non è stato nemmeno così malvagio: il problema è stata semmai l’ultima partita prima dell’inizio del ciclo terribile, quella sconfitta imperdonabile de La Spezia che ci ha tolto fiducia e che senza la quale saremmo in scia dell’Inter capolista (il pareggio contro l’Udinese lo considero più un danno collaterale dei tanti impegni).

Ad ogni modo, ciò che mi sta davvero piacendo di questa squadra e dell’impostazione che ha dato Pioli è il coraggio. Il coraggio di giocare, di cercare di imporsi, di non avere paura. Un atteggiamento totalmente diverso da quello tenuto dagli ultimi allenatori rossoneri, che puntavano più alla speculazione o che, pur puntando sulla qualità (penso a Montella), mai sono stati in grado di trasmetterla davvero. Stupisce in particolare la capacità del mister rossonero di plasmare ogni settimana una formazione in grado di superare anche le numerose defezioni che ci sono state in questo periodo, e questo può capitare solo se, appunto, l’identità di squadra è forte e soprattutto condivisa.

Diverso invece il caso del Napoli, che in pochi anni ha completamente mutato la propria natura. Da squadra capace di dare spettacolo e giocare a memoria, come accadeva con Benitez prima, soprattutto Sarri e infine Ancelotti, i partenopei sono diventati, a immagine e somiglianza dell’attuale allenatore Gattuso, una squadra che non fa del gioco di qualità il proprio punto di forza, quanto piuttosto anela l’equilibrio dei reparti, senza troppi sbilanciamenti, né catenacci indegni. In questo Gattuso è certamente cresciuto molto dai tempi di Milanello, per quanto i risultati gli stiano dando ragione solo in parte. Il Napoli in effetti è davvero una squadra perfettamente equilibrata e che, se vogliamo dirla tutta, ha un attacco e una difesa migliori del Milan. Per il match di stasera Rino non potrà contare su Ghoulam, Rrahmani e Petagna, oltre che su Manolas e Lozano: assenze importanti. Formazione speculare rispetto a quella del Milan, sempre 4231, con Ospina in porta, Di Lorenzo, Maksimovic, Koulibaly e Hysaj in difesa, Ruiz e Demme (in ballottaggio con Bakayoko) in mediana e Politano, Zielinski e Insigne dietro Mertens.

Formazione partenopea che pecca un po’ in fisicità, che nel Milan è garantita dallo stantuffo Kessiè, incredibile motore del centrocampo rossonero. Possibile che per contrastare lo stato di grazia dell’ivoriano alla fine Gattuso scelga davvero il carro armato Bakayoko, nostra vecchia conoscenza. Per Pioli ancora diversi dubbi di formazione, da sciogliere solo con l’avvicinarsi del match. Calabria e Romagnoli acciaccati (Kalulu e Tomori le alternative), recuperati Theo, Rebic e Calhanoglu, ma solo il primo sembra sicuro ci sia stasera. Si può quindi dipingere una formazione molto ipotetica, con Donnarumma in porta, Kalulu, Kjaer, Tomori ed Hernandez in difesa, Kessiè e Tonali – in crescita – in mediana, Leao di punta e alle sue spalle Castillejo, Calhanoglu e Saelemaekers. Ma tutto può cambiare…

Testa e cuore all’obiettivo Champions: una vittoria oggi sarebbe decisiva nell’allontanare quasi definitivamente uno dei rivali più temibili. Non pensiamo ad altre sirene, rimarremmo solo delusi. I ragazzi stanno facendo tanto, e bene, con qualche delusione qua e là, ma con lo spirito giusto. Sosteniamoli nonostante tutto! Forza Milan!

Fab

Ho questo ricordo, il primo sul Milan. Io che ad appena sette anni volevo vedere la finale di Atene, tra Milan e Barcellona… ma essendo piccolo dovevo andare a letto presto per la scuola. Allora mio padre, severo, mi permise di vedere la partita, ma solo il primo tempo. Finiti i primi 45 minuti, i miei genitori mi misero a letto, ma poco dopo sgattaiolai fuori dalle coperte e mi nascosi dietro la porta che dava sul salone. Al gol del Genio però non riuscii a trattenere la mia gioia… fortunatamente mio padre, interista, fu molto sportivo e mi lasciò concludere la visione di quella partita perfetta.