Milan-Chievo presentazione

2867

Finalmente un po’ di serenità. Contro ogni aspettativa la partita di Reggio Emilia contro il Sassuolo, che sarebbe dovuta essere una grande sofferenza, si è rivelata una passeggiata di salute. Più insidioso il match contro l’Olympiacos, che per un’oretta buona è stato padrone di San Siro prima di essere spazzato via in meno di dieci minuti. Sette gol in due partite che ridanno ossigeno alla squadra, ma soprattutto fiducia. I problemi offensivi non sono risolti come per magia, ma la strada perlomeno ora non sembra impervia.

Anche in due partite in cui il Milan è uscito vincitore con un punteggio discretamente largo, la squadra non è riuscita a non subire gol. È questa la pecca che continuiamo a trascinarci, qualsiasi sia l’avversario che affrontiamo. Finora i rossoneri hanno disputato 8 partite in stagione: in 7 di queste hanno subito un totale di 10 gol. La media è di oltre una rete in saccoccia subita. È abbastanza pacifico che non si può continuare in questo modo. A oggi la nostra difesa titolare è composta da Donnarumma, Calabria, Musacchio, Romagnoli e Rodriguez. Non una retroguardia da squadra d’élite, ma nemmeno l’ultima della classe. Il rodaggio di Caldara è ancora ben lungi dall’essere concluso, a maggior ragione ora che ha avuto un piccolo contrattempo fisico che lo terrà fermo fino alla prossima giornata.

Il vero problema della retroguarda è tuttavia la mancanza di un vero leader. Musacchio non ha l’esperienza per esserlo, lo stesso dicasi per Romagnoli, i cui errori si stanno moltiplicando in maniera preoccupante. Lo stesso portiere, in alcuni casi, può essere a livello vocale tanto presente nella vita della retroguardia da essere quasi lui il leader del reparto arretrato: anche in questo caso Donnarumma non rispecchia questa descrizione. Già sento nelle orecchie la solita risposta di chi appoggia Gattuso incondizionatamente: “Sono tutti errori individuali, sarà mica colpa di Rino?!” Invece sì, anche sua. Gli errori individuali si possono limitare tramite l’allenamento, è pieno il mondo di giocatori che con un allenatore erano delle pippe e con un altro si sono trasformati in campioni. È già di per sé allarmante che la retroguardia commetta tanti errori, ma lo è ancora di più il fatto che siano reiterati.

Questo pomeriggio riusciremo magari a non subire reti contro la peggior squadra che attualmente calca i campi di Serie A. Terzo peggior attacco, seconda peggior difesa, ultima in classifica anche a causa del -3 della giustizia federale per il caso plusvalenze. Gli 11 dei clivensi, il cui unico anelito di vita in questa stagione è stata la quasi vittoria contro la Juventus nella prima giornata, dovrebbero scendere in campo con questi 11: Sorrentino; Depaoli, Bani, Rossettini, Barba; Rigoni, Radovanovic, Hetemaj; Leris, Birsa; Stepinski. Una formazione che a leggerla attentamente non dovrebbe dare grandi grattacapi al Milan. Stepinski è un discreto numero 9, e Birsa, appena alle sue spalle, dotato di quella creatività che lo potrebbe imbeccare. Il centrocampo è forse il reparto più equilibrato e di “spessore”, con l’incursore Rigoni, la fisicità di Radovanovic e la corsa di Hetemaj. Mancano tecnica e neuroni, ma questo è un problema annoso per i “mussi volanti” che evidentemente non hanno intenzione di risolvere.

Milan invece con la formazione tipo: Donnarumma; Abate, Musacchio, Romagnoli, Rodriguez; Kessié, Biglia, Bonaventura; Suso, Higuain, Calhanoglu. Sarebbe interessante discutere della possibilità di far partire dal primo minuto Higuain e Cutrone, che nonostante le molte caratteristiche in comune, quando hanno giocato qualche scampolo di match insieme (Roma e Olympiacos) hanno dimostrato di sapersi abbinare bene. Questo sarebbe senza dubbio un banco di lavoro interessante, su cui magari Gattuso ha già fatto un pensierino. E permettetemi di aggiungermi al coro: peccato non aver tenuto André Silva. Con accanto Higuain sarebbe potuto esplodere anche qui.

Fab

Ho questo ricordo, il primo sul Milan. Io che ad appena sette anni volevo vedere la finale di Atene, tra Milan e Barcellona… ma essendo piccolo dovevo andare a letto presto per la scuola. Allora mio padre, severo, mi permise di vedere la partita, ma solo il primo tempo. Finiti i primi 45 minuti, i miei genitori mi misero a letto, ma poco dopo sgattaiolai fuori dalle coperte e mi nascosi dietro la porta che dava sul salone. Al gol del Genio però non riuscii a trattenere la mia gioia… fortunatamente mio padre, interista, fu molto sportivo e mi lasciò concludere la visione di quella partita perfetta.