Milan-Atalanta presentazione

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Vittoria con il Sassuolo a parte, è naturalmente quella del rinnovo di Pioli la notizia che tiene banco nell’ambiente rossonero da qualche giorno a questa parte. In pochi avrebbero potuto immaginare questo come scenario più plausibile quando circa 9 mesi fa l’ex mister di Inter e Lazio è stato scelto dal management rossonero come la guida tecnica della squadra. In quei giorni speravamo più o meno tutti in Spalletti, sogno poi sfumato davanti al muro contro muro dell’Inter. Accettato a malincuore l’arrivo dell’attuale allenatore, nessuno di noi avrebbe poi nemmeno pensato che potesse essere riconfermato alla guida della squadra, anche se l’esempio di Gattuso – col senno di poi – ci avrebbe dovuto far sorgere qualche dubbio. A fare il resto sono stati due fattori: la forma indiscutibilmente positiva della squadra nelle ultime settimane e la variabile Covid-19.

Il primo fattore è evidente: il Milan sta rendendo bene, indiscutibilmente. Molto più dirimente, invece, il secondo punto: considerato che la squadra sta viaggiando speditamente, e vista l’inedita organizzazione della partenza della prossima stagione, si è fatto un ragionamento conservativo. Dal momento che ci sarà uno stop delle gare ufficiali di poco più di un mese, quando normalmente sarebbe stato di tre e più, cambiando la guida tecnica quest’ultima non avrebbe avuto il tempo per impostare una rosa e un metodo di lavoro come solitamente può accadere durante il periodo estivo. Il lockdown ha di fatto “fuso” due stagioni sportive in una, e partire in questo modo con un nuovo e dispendioso progetto come poteva essere quello di Rangnick sarebbe stato complicato. La scelta ha quindi una sua logica, per quanto sicuramente un Milan con Pioli allenatore sia, almeno sulla carta, un’idea poco affascinante. Il tutto senza considerare un’altra voce, anche questa che ha pesato: l’investimento economico. Va da sé che spendere milioni e milioni di euro per nuovi contratti e nuovi giocatori, alla luce di quanto detto, sarebbe stato un azzardo troppo grande. Anche in ottica mercato può valere il peso della situazione: per farla breve, non mi aspetto grandi stravolgimenti, anzi, al limite qualche ritocco e qualche investimento, ma nulla di esagerato.

Insieme al Sassuolo di De Zerbi liquidato con una doppietta dell’immarcescibile Ibrahimovic, Milan e Atalanta sono le squadre che meglio hanno reso dalla ripresa delle ostilità in poi. Non una novità per gli orobici, che già hanno giocato alla grande anche prima del virus, tanto da essere addirittura al secondo posto in solitaria; si può dire però che hanno ulteriormente alzato un ritmo già di per sé molto elevato. La condizione fisica della squadra di Gasperini stupisce continuamente, considerato anche il dispendioso doppio impegno in Champions. I nero blu sono in possesso di un meccanismo oliato come pochissimi altri, sono in fiducia e galvanizzati dall’essere, a tre giornate dalla fine, matematicamente ancora in corso per lo Scudetto. Oltre questo, l’ultimo precedente, il 5-0 di Bergamo, la dice lunga sulla differenza tra le due squadre. Malelingue a parte che ipotizzano qualche “aiutino” chimico nel sangue dei ragazzi di Gasperini, a livello sportivo e calcistico sono gli avversari peggiori nel momento di maggior forma.

Come se non bastasse, il Milan dovrà rinunciare a tre pedine fondamentali: Romagnoli, Theo Hernandez e Bennacer. Sostituiti da Gabbia, Laxalt e Biglia, il leader difensivo e i due motori della squadra saranno assenze difficilmente metabolizzabili. G. Donnarumma; Calabria, Kjaer, Gabbia, Laxalt; Kessié, Biglia; Saelemaekers, Calhanoglu, Rebic; Ibrahimovic. Questi gli 11 che schiererà Pioli, ecco invece i titolari di Gasperini. Gollini; Toloi, Palomino, Djimsiti; Hateboer, de Roon, Freuler, Gosens; Gomez, Malinovskyi; Zapata. Il centrocampo nero blu è il reparto che personalmente mi preoccupa di più a livello fisico e di intensità. Bisogna sperare che gli esterni del Milan riescano a tenere nel confronto con quelli avversari; stesso dicasi per quanto riguarda i centrali di centrocampo. Il Milan, per non perdere (o chissà, battere) l’Atalanta dovrà mantenere lo spirito di squadra apprezzato finora, dove ognuno aiuta l’altro. Rimanere in balia delle folate altrui, stasera, potrebbe esporci a un’altra figuraccia. Replicare la lezione subita a Bergamo non sarebbe il modo migliore per cesellare il rinnovo di Pioli…

Fab

Ho questo ricordo, il primo sul Milan. Io che ad appena sette anni volevo vedere la finale di Atene, tra Milan e Barcellona… ma essendo piccolo dovevo andare a letto presto per la scuola. Allora mio padre, severo, mi permise di vedere la partita, ma solo il primo tempo. Finiti i primi 45 minuti, i miei genitori mi misero a letto, ma poco dopo sgattaiolai fuori dalle coperte e mi nascosi dietro la porta che dava sul salone. Al gol del Genio però non riuscii a trattenere la mia gioia… fortunatamente mio padre, interista, fu molto sportivo e mi lasciò concludere la visione di quella partita perfetta.