Inter-Milan presentazione

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“Attenzio’, concentrazio’, ritmo e vitalità”. E ai versi di Bandabardò, dalla canzone “Se mi rilasso collasso” (nella settimana sanremese una piccolissima appendice canora era irrinunciabile), possiamo aggiungere anche “intensità”. Manco a volerlo fare apposta, sono proprio alcune delle qualità che dobbiamo fare nostre per il match di questa sera, contro la squadra di quell’allenatore che del “se mi rilasso collasso” ha fatto un tratto distintivo, nel bene e nel male. La principale caratteristica delle compagini di Antonio Conte è la pressione che portano nei confronti degli avversari, a tratti insostenibile. Personalmente capii la forza della Juve del mister salentino la sera di quel primo big match contro il Milan nel nuovo stadio torinese: era il 2011 e i rossoneri allora allenati da Allegri non toccarono palla, venendo sconfitti (solo) per 2-0, con due reti nel finale. Come detto, di tanto in tanto questa caratteristica diventa però un difetto, specie al verificarsi di alcune condizioni. Una di queste è una rosa “corta”, almeno a livello di qualità dei ricambi dell’11 titolare. Un po’ di infortuni ed ecco le complicazioni, i ritardi, i pareggi e i punti persi per strada.

Sia chiaro, l’Inter è ancora in corsa Scudetto, eccome, complice una Juve che continua a stentare. È però vero che la rosa bianconera dà molte più garanzie di quella nerazzurra, in particolare a centrocampo, ancor nonostante l’arrivo di Eriksen dal Tottenham. Sugli esterni l’ottima stagione di Candreva sta sopperendo alla mancanza di un tornante destro di grande spessore, mentre a sinistra i problemi sono forse più evidenti. In mezzo la situazione è decisamente migliore, nonostante i ripetuti infortuni di Sensi: nonostante tutto, Eriksen-Barella-Brozovic sono un terzetto di grande valore, di classe e dinamismo, con l’unico neo di essere forse troppo “leggero”. Simili le situazioni anche nei reparti arretrato e offensivo, con i soli Bastoni e Sanchez a fornire qualche sicurezza come sostituti dei titolari (e il cileno, a causa di qualche infortunio, nemmeno troppe).

Insomma, l’Inter è una squadra che deve macinare, deve continuare necessariamente a buttare carbone nella caldaia – e tanto – per far sì che la locomotiva non si fermi: una similitudine che vale per il lungo periodo (l’intero campionato), ma anche per i singoli match. I nerazzurri hanno potuto beneficiare negli anni passati della cura rigeneratrice di Spalletti, prima della “terapia d’urto” contiana: sono quindi un gruppo molto più disciplinato di quelli che negli anni precedenti ci eravamo ritrovati ad affrontare. A livello tattico è forse la squadra più equilibrata della A (miglior difesa), motivo per cui prenderla in contropiede o con i suoi difensori mal posizionati è pressoché impossibile. Allo stesso modo, cercare di chiudersi per ripartire non è una tattica contemplabile, visti i ricordi di quella notte allo Juventus Stadium di otto anni fa: rischieremmo di non uscire proprio più dalla nostra trequarti. E quindi?

E quindi i bulli puoi affrontarli in due soli modi: cercando di batterli in astuzia (ma noi non siamo più astuti di loro), o non abbassando lo sguardo, andando all’attacco, puntando sull’intensità. Il Milan lo può fare, ha gli uomini adatti: Theo, ma anche Rebic, Bennacer e Leao, e se di luna buona anche Kessiè e Conti. Fondamentale sarà non ingolfare il centro del campo, lì dove la superiorità numerica nerazzurra è evidente. Piuttosto, perché non insistere sulle fasce? Il 442 è un modulo estremamente basilare, ma un buon grimaldello per scardinare il rigore tattico bauscia. Le coppie Theo-chiunquegiocheràasinistramasperoLeao e Conti-Castillejo si troveranno in superiorità numerica contro i tornanti interisti, costringendo il terzo di difesa del caso ad accorrere in soccorso, con conseguente nuovo aggiustamento della retroguardia con l’abbassamento del tornante opposto a quello attaccato. Di contro, l’Inter ha maggiori assi nella manica nella zona centrale, tanto a centrocampo, quanto in attacco, dove Eriksen-Lukaku affronteranno in un 2vs2 la difesa rossonera (mentre l’attacco milanista affronterà un 2vs3). Diversamente da quanto può accadere in tanti altri casi, nel Derby di oggi sarà quanto mai necessario avere il pallino della situazione per poter imporre le nostre preferenze di gioco.

Le probabili formazioni.

Padelli; D’Ambrosio, De Vrij, Skriniar; Candreva, Vecino, Brozovic, Barella, Young; Eriksen; Lukaku.

Donnarumma; Conti, Musacchio, Romagnoli, Hernandez; Castillejo, Kessié, Bennacer, Bonaventura; Calhanoglu; Ibrahimovic.

Un veloce commento: poco confrontante il fatto che sembra favorito Bonaventura per il ruolo di esterno mancino, così come azzardato rinunciare a una vera punta al fianco di Ibra. Speriamo in bene. Forza Milan.

Fab

Ho questo ricordo, il primo sul Milan. Io che ad appena sette anni volevo vedere la finale di Atene, tra Milan e Barcellona… ma essendo piccolo dovevo andare a letto presto per la scuola. Allora mio padre, severo, mi permise di vedere la partita, ma solo il primo tempo. Finiti i primi 45 minuti, i miei genitori mi misero a letto, ma poco dopo sgattaiolai fuori dalle coperte e mi nascosi dietro la porta che dava sul salone. Al gol del Genio però non riuscii a trattenere la mia gioia… fortunatamente mio padre, interista, fu molto sportivo e mi lasciò concludere la visione di quella partita perfetta.