Hellas-Milan presentazione

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La vittoria di Roma aveva forse illuso un po’ tutti sul fatto che il Milan fosse tornato quello di qualche tempo fa, capace di imporre il proprio gioco con personalità, di difendersi con ordine e di fare male in avanti. Il match contro l’Udinese ha invece fatto fare un repentino passo indietro alle ambizioni di rilancio rossonere. L’errore di Donnarumma che ha di fatto condannato il Milan a un’altra rincorsa casalinga è grave, ma anche comprensibile. Il portiere rossonero non può a mio avviso essere messo in croce per uno sbaglio, non quest’anno. Gli errori degli estremi difensori sono sempre decisivi ed evidenti e questo non fa eccezione, ma il rendimento di Gigio non può essere messo in discussione, anche se alla fine della fiera ci ha fatto perdere due punti.

Un dato tanto allarmante quanto decisivo: fino alla partita contro i friulani, i titolari del Milan hanno saltato 64 partite in 25 giornate. Insomma, in media in ogni partita sono mancati due titolari. La statistica non tiene poi in considerazione nemmeno le riserve, perché in quel caso il numero lieviterebbe ulteriormente. L’emergenza infortuni continuerà anche oggi, con Rebic che si è fermato in extremis e si aggiunge alle defezioni di Ibra, Calhanoglu e Mandzukic (senza considerare l’ormai lungodegente Bennacer). Ecco, a proposito dell’algerino, altra considerazione da fare è che la squadra sta giocando da ormai più di quattro mesi senza il proprio cervello, il metronomo e regista in mezzo al campo: non un dettaglio trascurabile, vista la qualità e i tempi di gioco trovati da Bennacer nella prima parte stagionale, almeno fino a che c’è stato. Il Milan sta facendo molta difficoltà sotto diversi punti di vista, ma a mio avviso tutto parte ed è riconducibile alla questione infortuni: pur rimanendo la bontà del mercato invernale, la nostra resta comunque una rosa abbastanza corta, specie a livello qualitativo.

L’Hellas rimane storicamente una squadra avversa al Milan e sempre tosta da affrontare, e questa stagione non fa differenza. I ragazzi di Juric stanno giocando un ottimo calcio, aggressivo e vivace, guadagnandosi una posizione di classifica subito a ridosso della zona Europa. Il punto di forza degli scaligeri è la fase difensiva, avendo la terza miglior difesa della competizione, alle spalle di Juve e Inter. A difesa del portiere Silvestri ci saranno Gunter, Ceccherini e Dimarco, con il gioiellino Lovato che partirà dalla panchina. Centrocampo folto con Faraoni, Miguel Veloso, Tameze e Lavovic a dare supporto ai due trequartisti Barak e Zaccagni. Ci sarà tanta densità in mezzo al campo, ed è lì che si deciderà la partita, a maggior ragione viste le defezioni del Milan sugli esterni. In avanti infine per i gialloblù ci sarà Lasagna.

Pioli si trova forse nel momento di maggior difficoltà dell’anno: la Juve e l’Atalanta premono da dietro, l’Inter scappa in avanti e i giocatori continuano a farsi male. Si tratta di un tema, questo, da risolvere presto: è inaccettabile il numero di problemi muscolari sofferti dai ragazzi da settembre a oggi. A parte ciò è interessante la soluzione tattica a cui si dovrà rivolgere il mister: vista la forza a metà campo dei padroni di casa, dietro le punte sarà più probabile la presenza di uno tra Meitè e Krunic rispetto a quella di Diaz. Più fisicità dunque, e meno gioco. Una scelta simile era stata fatta contro l’Atalanta e non aveva pagato, vedremo oggi. Per il resto formazione da inventare, considerata anche la possibile defezione di Theo. Donnarumma in porta, con Calabria, Kjaer, Romagnoli (favorito su Tomori) e Dalot in difesa. In mediana Kessiè e Meitè, e davanti a loro Castillejo, Krunic e Saelemaekers. Leao di punta. Undici in piena emergenza, c’è poco da fare. Ci aspetta una lotta dura e senza esclusione di colpi, durante la quale tutti, anche Leao, estremamente deludente e indolente contro l’Udinese, dovranno dare più del massimo. Questi sono tre punti che valgono almeno il doppio. Non per sognare un risultato impossibile, ma per tornare perlomeno nella nostra casa, in Champions. Forza Milan!

Fab

Ho questo ricordo, il primo sul Milan. Io che ad appena sette anni volevo vedere la finale di Atene, tra Milan e Barcellona… ma essendo piccolo dovevo andare a letto presto per la scuola. Allora mio padre, severo, mi permise di vedere la partita, ma solo il primo tempo. Finiti i primi 45 minuti, i miei genitori mi misero a letto, ma poco dopo sgattaiolai fuori dalle coperte e mi nascosi dietro la porta che dava sul salone. Al gol del Genio però non riuscii a trattenere la mia gioia… fortunatamente mio padre, interista, fu molto sportivo e mi lasciò concludere la visione di quella partita perfetta.