Fiorentina-Milan presentazione

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L’immagine del Milan di oggi, almeno in Serie A, è quella di un’auto di Formula 1 negli ultimi giri, con le gomme andate a farsi benedire e che deve cercare di resistere agli attacchi avversari per difendere il podio guadagnato nel corso di tutta la gara. Una macchina con un gran pilota e una buona meccanica, ma che non gira come dovrebbe. Le difficoltà del Milan rimangono ancora dopo le due ulteriori sconfitte casalinghe contro Napoli e United, tanto che se la Juventus dovesse vincere il recupero contro i partenopei scavalcherebbe i rossoneri. In questo contesto l’eliminazione dall’Europa League è quasi una buona notizia per i rossoneri (anzi, senza quasi), visto e considerato che con l’attuale stato di forma dover sostenere il doppio impegno settimanale sarebbe stato più che deleterio.

L’impronta di gioco di Pioli si vede ed è evidente, e il Milan di oggi è una squadra che comunque, anche nelle sconfitte, spesso ha saputo esprimere qualcosa della propria identità, del proprio credo tattico e tecnico. Raramente i rossoneri sono entrati in campo spenti e inesistenti, senza lottare e insistere nel cercare il gol e il risultato. Questa sicurezza, data comunque dalle buone prestazioni e dai risultati incoraggianti degli ultimi 9-10 mesi, può essere minata dal periodo complicato che stiamo vivendo. Il gruppo deve essere in grado di non lasciarsi condizionare da certe situazioni, o sarà ancora più complicato rialzarsi. Le avversarie, dall’Atalanta al Napoli e per finire alla Roma, continuano a spingere: la lotta per la Champions non è certo un discorso chiuso, e continua a essere l’obiettivo con cui il Milan deve chiudere questa stagione.

Oggi finalmente si ritorna a giocare in trasferta. Dico finalmente perché il Milan, fuori dalle mura amiche, è la miglior squadra italiana. La Viola è una squadra con un’identità ondivaga, di certo ben poco strutturata e definita. Il ritorno al calcio di Prandelli non ha sortito gli effetti sperati dalla proprietà toscana, che vede la squadra doversi quasi addirittura difendere da una potenziale retrocessione in Serie B. La formazione dell’ex CT della Nazionale sarà schierata con il trendy 352: Dragowski in porta, Martinez, Pezzella e Milenkovic in difesa, Caceres, Bonaventura,, Pulgar, Castrovilli e Venuti a centrocampo e Ribery a far coppia con Vlahovic davanti.

Nel Milan ancora diverse assenze, ma il ritorno di Zlatan Ibrahimovic. Dovrebbe essere recuperato – ma solo per la panchina – Ismael Bennacer. Out invece Romagnoli, Calabria, Mandzukic e Leao, con Rebic squalificato… così, tanto per… Pioli rimarrà fedele al modulo che tanto bene ha fatto alla squadra rossonera in questi mesi, resistendo alle solite sirene del 442 trapattoniano che viene sempre invocato non appena qualcosa non va secondo i piani. Giusto proseguire con il 4231, modulo che tra laltro, a ben vedere, già è il più simile in assoluto al 442 del Trap. Nell’11 rossonero Donnarumma in porta, Dalot, Kjaer, Tomori ed Hernandez in difesa, Tonali e Kessiè a centrocampo, Saelemaekers, Calhanoglu e Krunic mezzepunte e Ibra davanti.

Questo pomeriggio ci vuole personalità, ci vuole coraggio, ci vuole intraprendenza e spirito di sacrificio. Ma soprattutto ci vuole fame: il risultato deve essere centrato, non ci aspettiamo nulla di meno. Forza Milan!

Fab

Ho questo ricordo, il primo sul Milan. Io che ad appena sette anni volevo vedere la finale di Atene, tra Milan e Barcellona… ma essendo piccolo dovevo andare a letto presto per la scuola. Allora mio padre, severo, mi permise di vedere la partita, ma solo il primo tempo. Finiti i primi 45 minuti, i miei genitori mi misero a letto, ma poco dopo sgattaiolai fuori dalle coperte e mi nascosi dietro la porta che dava sul salone. Al gol del Genio però non riuscii a trattenere la mia gioia… fortunatamente mio padre, interista, fu molto sportivo e mi lasciò concludere la visione di quella partita perfetta.