Benevento-Milan presentazione

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Si torna in campo dopo Natale con il Milan primo in classifica e “miracolato” dall’incornata di Theo Hernandez al 92’ contro la Lazio. La stanchezza ha cominciato a fare capolino nel gruppo di Pioli, che ha sofferto nelle ultime uscite stagionali i tanti impegni degli scorsi mesi nonché gli infortuni che hanno ulteriormente dimezzato la già non profondissima rosa rossonera. A cogliere i giocatori rossoneri, tuttavia, c’è stato a mio avviso anche altro, un nemico che più subdolamente si fa strada nella testa dei giocatori nel momento in cui tutto va per il verso giusto: l’ansia. Ansia che è prodotto della pressione, che è a sua volta figlia dell’idea di avere molto da perdere, come in effetti oggi il Milan ha. Perché hai voglia a dire che si sta andando bene e oltre le proprie aspettative e che l’obiettivo è la Champions e tutti quei proclami a metà tra il pessimismo e la finta umiltà: quando per mesi la tua squadra è prima in classifica, i tifosi si fanno comunque la bocca buona, anzi, buonissima. Il tarlo della pressione è senza dubbio il più pericoloso che i ragazzi sono costretti ad affrontare in questo periodo. Sono ormai diversi mesi che il Milan occupa la prima posizione, non si può più parlare di sorpresa o fuoco di paglia. Ed è proprio questo che spaventa, il dover soddisfare aspettative che si sono alzate drasticamente. Questo equilibrio è tanto complicato da mantenere che riuscire a farlo sarà la vera chiave di volta della stagione.

Se per il Milan la pausa è arrivata nel momento migliore possibile per riuscire a ricaricare le pile dopo un periodo complicato, per il Benevento non poteva invece arrivare in un momento peggiore. Nelle ultime sette partite ha perso una sola volta, mettendo in cascina ben 12 punti. Occupa al momento la decima posizione in classifica, a soli tre punti dalla Lazio. Insomma, una corazzata non sarà di certo, ma non è nemmeno la squadra materasso che sembrava a inizio stagione. Oltretutto i campani sono riusciti a rinforzare egregiamente la fase difensiva, arrivando a subire solo 0,43 gol a partita negli ultimi sette incontri già citati poco più su. Merito della leadership di Glik, certo, ma anche dell’impostazione tattica che Inzaghi ha dato ai suoi, specie grazie all’energia di Hetemaj e Ionita in mezzo al campo. Davanti attenzione invece ai guizzi di Insigne, Caprari e Lapadula, tridente da rispettare. Probabile formazione: Montipò; Letizia, Glik, Tuia, Barba; Schiattarella, Hetemaj, Ionita; Insigne, Caprari, Lapadula.

Nel Milan ancora emergenza per gli assenti, soprattutto dalla cintola in su. Nel reparto arretrato il grande assente sarà il Theo Hernandez che ha salvato la squadra contro Parma e Lazio, squalificato. Al suo posto Diogo Dalot. Dovrebbe però tornare abile e arruolabile Simon Kjaer, in ballottaggio con Kalulu (Gabbia ancora out per circa tre settimane). In mediana Bennacer indisponibile, ne avrà ancora per una decina di giorni: Tonali prenderà il suo posto. Fuori gioco ancora anche Ibra (il rientro si avvicina, con tutte le cautele del caso) e Saelemaekers. Recuperato invece Castillejo, in ballottaggio con Brahim Diaz sull’out di destra. Nessun dubbio invece sulla trequarti (Calhanoglu) e a sinistra (Rebic), che daranno manforte all’unica punta Leao. Probabile formazione: Donnarumma; Calabria, Kjaer, Romagnoli, Diogo Dalot; Kessié, Tonali; Diaz, Calhanoglu, Rebic; Leao.

Tre punti per rimanere in vetta, considerando l’impegno dell’Inter in casa con il Crotone. Tre punti per avvicinarsi al meglio alla partita contro la Juve della Befana. Tre punti per scacciare un po’ di pressione e dimostrare a tutti – ma soprattutto a noi stessi – di che pasta siamo fatti. Forza Milan!

Fab

Ho questo ricordo, il primo sul Milan. Io che ad appena sette anni volevo vedere la finale di Atene, tra Milan e Barcellona… ma essendo piccolo dovevo andare a letto presto per la scuola. Allora mio padre, severo, mi permise di vedere la partita, ma solo il primo tempo. Finiti i primi 45 minuti, i miei genitori mi misero a letto, ma poco dopo sgattaiolai fuori dalle coperte e mi nascosi dietro la porta che dava sul salone. Al gol del Genio però non riuscii a trattenere la mia gioia… fortunatamente mio padre, interista, fu molto sportivo e mi lasciò concludere la visione di quella partita perfetta.