Rio Ave-Milan presentazione

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Prima di tutto due parole sul Milan: molto bene! Siamo ripartiti da dove ci siamo lasciati, la squadra è convinta e gioca bene il suo calcio. I giocatori che vengono inseriti si ambientano in fretta e rendono (quasi) subito al meglio, quelli che già c’erano sono cresciuti. Si palesano alcuni piccoli difetti di cui però al momento ritengo inutile parlarne visti i risultati. Si, perché è proprio la costanza di risultati che fa tutta la differenza del mondo. Siamo in una bolla di 17 risultati utili consecutivi e al momento, come ha detto Maldini non bisogna porsi obblighi né limiti. Primo, perché non ha senso visto che sono quasi dieci anni di magra e i momenti positivi vanno cavalcati e goduti. Secondo, perché nessuno oggi è in grado di dire cosa possiamo o non possiamo fare; le previsioni al ribasso di tutti, anche mie, sono state smentite sistematicamente. Come l’Atalanta sapremo qualcosa di più sul nostro livello dopo qualche battuta di arresto; i bergamaschi sono decollati nell’inverno del 2018 e non sono mai più scesi nonostante qualche sconfitta (proprio contro di noi in casa forse la più ‘dura’). Non c’è comunque fretta di scoprirlo.

Passiamo ai nostri avversari.
Il Rio Ave è la squadra di Vila do Conde, comune di 75mila abitanti a 20 chilometri da Porto; ha uno stemma che richiama quello cittadino e che riproduce una caracca in onore dei tantissimi marinai che proprio da qui partirono per le grandi esplorazioni del ‘400 e ‘500. La squadra veste il biancoverde.
Nella classifica all-time della Primeira Liga è l’11esimo club per punti fatti. Presente continuativamente dal 2008/09, ha ottenuto come massimo risultato in patria il quinto posto per 3 volte, fra cui l’anno scorso. Le prime fortune del club risalgono al principio degli anni ’80, con un quinto posto appunto e la finale di coppa del Portogallo ottenuti sotto la guida di Felix Mourinho, il papà di Josè. Negli anni Duemiladieci il club è cresciuto, evitando anzitutto la retrocessione, centrando un’altra finale di coppa e la prima qualificazione europea con al timone Nuno Espirito Santo, e piazzandosi poi fra le prime sei in tre degli ultimi cinque tornei.
In Europa il club ha debuttato nel 2014/15 con in panchina Pedro Martins, attuale tecnico dell’Olympiakos, raggiungendo i gironcini dal secondo turno eliminatorio. Quest’anno dopo il 2-0 ai bosniaci del Borac Banja Luka, una situazione sanitaria alquanto difficile li ha favoriti nell’impresa contro il più quotato Besiktas, eliminato ai rigori dopo l’1-1 dei tempi regolamentari.

E’ quasi inutile riferirsi alla stagione passata per capire bene chi ci troveremo davanti visto che la squadra è stata saccheggiata dalle big. A cominciare dal tecnico Carlos Carvalhal che è stato preso dal Braga, per continuare con il centravanti Mehdi Taremi, autore di 18 gol e acquisito dal Porto, e l’ala sinistra Nuno Santos finito allo Sporting.
Il tecnico dei biancoverdi è oggi Mario Silva, praticamente senza esperienza fra i pro. Nel 2010 ha guidato per cinque mesi il Boavista, allora in terza divisione dopo il fallimento, ma si dimise per mancati pagamenti. Manager dal 2012 al 2019 delle giovanili del Porto, condusse l’Under-19 al successo in Youth League nella stagione 2018/19. A settembre dello scorso anno era direttore del settore giovanile dell’Almeria, rilevando poi il ruolo di primo allenatore dopo il lockdown; è stato esonerato a luglio dopo una manciata di partite. Viene descritto come un tecnico molto ambizioso e ispirato al Mourinho della prima ora, di cui fu giocatore; se non nel gioco, quantomeno nel capello.

Mario Silva più che un allenatore sembra un cattivo colombiano di un film anni ’80

Nelle prime partite della sua gestione la squadra si è espressa attraverso una fitta rete di passaggi e azioni molto codificate. Nelle prime 3 gare, contro Banja Luka, Tondela e Besiktas, il possesso medio è stato del 63% con oltre 645 passaggi di media a partita (755 contro il Besiktas, partita protrattasi ai supplementari) di cui però solo 199 in avanti, 86 nella trequarti avversaria e 5.6 smarcanti.
Nell’ultimo match è stato fatto turn over; il Rio ha tenuto meno la palla (47%) con meno passaggi (469) di cui solo il 10% nella trequarti avversaria, subendo maggiormente le iniziative del Vitoria Guimaraes.
Per quel poco che si è potuto vedere i biancoverdi sono una squadra corta, che si difende abbastanza efficacemente con la palla e costruisce meticolosamente e schematicamente. Difesa alta e terzini sulla linea dell’attacco sono sintomo della volontà di esprimersi attraverso i principi del calcio di posizione. I giocatori offensivi rimangono molto vicini fra loro cercando con la tecnica e gli 1-2 veloci sulla trequarti di supplire alla mancanza di un terminale offensivo credibile.
Sia contro il Borac Banja Luka che contro il Tondela, avversarie di livello tecnico comunque più basso, i nostri avversari hanno costruito discretamente ma con poca pulizia sia nella preparazione che soprattutto nella conclusione producendo 3.59 xG a fronte di 3 gol fatti; ci sono idee e movimenti, ma mancano intesa e concentrazione. In entrambi i casi il Rio ha segnato il primo gol al 90esimo, in forcing, trovando l’azione vincente quasi con rabbia dopo innumerevoli preparazioni e poche conclusioni.
Anche contro il Besiktas, fortemente rimaneggiato, i portoghesi non hanno costruito poco ma perlopiù dal 60esimo in avanti avvantaggiandosi del calo dei turchi, e sempre in modo molto meccanico. Tenete conto che i turchi hanno poi perso 4-1 in campionato contro il Konyaspor, squadra che lotta per salvarsi.
Contro il Guimaraes, infine, hanno costruito giusto 2 tiri centrali dalla trequarti nel primo tempo: il nulla assoluto.
Fondamentalmente è una squadra in divenire, e si vede.

Il modulo di riferimento è il 4-2-3-1, con un’interpretazione decisamente diversa dalla nostra. Non è escluso che Mario Silva voglia coprirsi con un più classico 4-4-2.
I due centrali di difesa saranno presumibilmente Ardellan Santos e Borevkovic; entrambi destri e altissimi (193-194cm) con la loro stazza consentono alla difesa un posizionamento abbastanza alto e forza aerea. Non mi paiono dei mostri nella difesa della profondità. Il brasiliano ha discreta esperienza avendo giocato per Braga, Valencia e Santos; il croato è punto fermo della squadra per la terza stagione. Sono entrambi molto coinvolti in impostazione, gli scambi laterali fra i due e dai due per i terzini o i mediani rappresentano il 70% del totale.
I terzini saranno probabilmente a destra Ivo Pinto e a sinistra Matheus Reis.
Pinto è un giramondo, ha giocato in patria fino al 2012 poi si è affermato al Cluj, Dinamo Zagabria, Norwich e ancora Dinamo prima di rientrare nel Famaliçao da cui il Rio Ave lo ha prelevato in estate. E’ un professionista con oltre 350 presenze di cui 48 in Europa. Mario Silva lo schiera alto, sfruttandone la precisione nella distribuzione per sviluppare gioco sulla destra.
Reis è invece più offensivo, scattante, tende a tagliare spesso dentro il campo; non pare un fenomeno nei cross, ma dipende anche da chi c’è in area. Il brasiliano ha giocato solo in Europa League e come si suol dire fra il dire e il fare c’è di mezzo il fatto che non ha vinto nessun duello offensivo nelle due partite.
I centrocampisti sono ovviamente fondamentali, Mario Silva schiererà quasi certamente il Capitano Ricardo Tarantini nella zona destra della metacampo. 414 presenze con il club, il 36enne è un giocatore essenziale in termini di esperienza ed equilibrio ma non strappa certo l’occhio. Come partner il Rio potrà scegliere fra Filipe Augusto o Nikola Jambor, entrambi abili in impostazione e interdizione; il classe ’93 brasiliano è più aggressivo e agile ed è stato finora la prima scelta in Europa, Jambor è attualmente il miglior passatore del campionato.

In attacco come detto manca un centravanti di livello. Nel ruolo è stato infatti promosso Bruno Moreira, 33 anni, per due anni secondo di Taremi e Vinicus; dal 2014 al 2016 ha giocato in Thailandia. Degli ultimi 10 gol realizzati (dall’aprile 2019 ad oggi) 7 sono di testa da 5 metri dalla porta e 3 di rapina; insomma, non è Suarez.
Il pacchetto trequartisti è finora variato più volte sia fra le partite che in match. Giocheranno probabilmente Carlos Manè, Piazon e Francisco Geraldes, con Gabrielzinho e Diego Lopes dalla panchina. Nelle intenzioni del tecnico c’è di tenere molto corte le posizioni, e sfruttare la tecnica individuale e la velocità di inserimento di questo gruppo leggero e omogeneo per pungere attraverso triangoli in velocità e combinazioni con poche forzature. Finora è rimasto quasi tutto su carta, anche se contro il Besiktas si sono viste trame interessanti, oltre a un gol ben costruito.
Possibile sorpresa il giapponese Meshino, in prestito dal Manchester City e autore del pareggio contro il Tondela nella prima di campionato; può giocare trequartista o falso nueve, rapido e energico, è dotato di un buon destro velenoso soprattutto da appena fuori area. Viene da un’esperienza agli Hearts, in Scozia, e può essere il jolly dalla panchina o perché no il titolare a effetto.
Solo per la cronaca, è a disposizione (ma non ha mai giocato) anche l’italo-ghanese Ahmed Said, ex Inter, Genoa (con cui ha pure segnato 1 gol in A), Monza e Mantova; 0 gol l’anno scorso al Lokeren.

Ritengo che sulla carta il Rio Ave rappresenti come avrete capito un avversario semplice, soprattutto perché finora inconsistente in zona d’attacco. Tuttavia il match potrebbe nascondere delle insidie. In primis, una formazione comunque arrivata quinta in un torneo appena sotto quelli principali non può fare così schifo come visto finora; avrà qualche risorsa, qualche segreto, che mi sfugge. Inoltre la scelta di ruotare molto la squadra fra campionato e coppa, culminata con il turnover contro il Guimaraes, denota interesse per l’Europa. Poi comunque, per caratteristiche, i portoghesi possono essere in grado di chiudersi efficacemente e addormentarci, invischiandoci in un ritmo magari compassato; più difficile vedere in che modo possano poi farci male visto che finora hanno fatto fatica a sbloccare gare contro avversarie più deboli. Presumo che puntino a pescare un jolly, cosa che contro di noi non riesce a nessuno da mesi.

Sempre Forza Milan

Larry

22/11/1997, primo blu. Un ragazzino guarda per la prima volta l’erba verde di San Siro da vicino.Il padre gli passa un grosso rettangolo di plastica rosso. “Tienilo in alto, e copri bene la testa. Che fra un po’ piove”. Lapilli dal piano di sopra, quello dei Leoni. Fumo denso, striscioni grandi come case e l’urlo rabbioso: MILAN MILAN…Quel ragazzino scelse: rossonero per sempre. Vorrei che non fosse cambiato nulla, invece è cambiato quasi tutto. Non posso pretendere che non mi faccia male. O che non ci siano colpevoli. Ma la mia passione, e quella di tanti altri, deve provare a restare sempre viva.