Protagonisti giusti – Ambiente e critica sembrano concentrati sui giocatori di maggior talento e resa, verificati dai fatti. Donnarumma, Bonaventura, Bacca sono coloro a cui viene dedicata attenzione e in cui vengono riposte speranze, seguiti da Niang, Romagnoli e a quanto pare anche Suso; su questi ultimi ho molti dubbi, ma si tratta quantomeno di giovani vivi e in grado di fare qualcosa di buono e bello in campo, quindi perché no? Per una buona recita è importante che la luce del riflettore inquadri bene la scena, nel punto giusto, dove c’è il protagonista. Pensate all’anno scorso con tutta l’attenzione focalizzata sul rottame di Balotelli raccattato dal Condor ‘a costo zero’, catechizzato da Berlusconi e da Don Sinisa Mazzi, il sergente di tolla più volte grato a Dottore Galliani; il ritorno del Figliol Prodigo, un paletto nel derby e via verso un Mario protagonista pure da casa per via della pubalgia. A fianco a lui Riccardo Montolivo lo ‘studente in regia’, anche lui protagonista imposto della scorsa stagione per un film che infatti non è uscito granchè bene; un crescendo di esaltazione inspiegabile estintosi alla luce dei fatti come troppo cerone sotto il caldo del riflettore. Quest’anno ci sono i giusti soggetti in primo piano, non oscurati dietro i soliti mezzi incapaci, ed è quasi una certezza che il film alla fine sarà più guardabile; purchè qualcuno non sia così stronzo da inventarsi un Kuco o un Sosa primedonne pro domo Condor. Ma tanto ormai questi giochini sono molto rischiosi, si può finire facilmente a fare dei Preziosi peana ad un giocatore che dopo poche ore disputa una partita di merda e si fa espellere da cretino.
Propaganda mode off – Il vuoto di potere ha lasciato alcuni sconcertanti buchi decisionali, non è certo qualcosa di positivo. Senza la pressione del Giannino tuttavia pare che un minimo di coerenza sia ricomparsa dalle parti di Milanello, intesa come l’aderenza fra il valore della squadra, il peso della maglia, gli obiettivi e la comunicazione. Dal punto di vista del manager questo può essere un dettaglio importante. Tutti i predecessori di Montella hanno dovuto fare i conti con l’assurdo: squadre con problemi, rabberciate con campagne acquisti casuali, ingessate da imposizioni presidenziali e procuratoriali, a cui era richiesto di produrre oltre 70 punti (Champions) con grinta e rabbia in un clima di giubilo ed entusiasmo costante; i parodistici risultati ottenuti dentro e fuori dal campo son lì da vedere. Personalmente mi sono più vergognato dell’arroganza, supponenza e pompa che è stata tenuta come linea guida in questi anni che non dei pessimi risultati. Ora non so se Montella avrà successo, se stia sfruttando effettivamente la poca pressione ‘da sopra’ per restare tranquillo, se sia già proiettato in avanti o se è così di suo, ma mi pare che finora abbia mostrato umiltà e convinzione senza troppe chiacchere. Niente entusiasmi, epica, trombette, garanzie alla ghe pensi mì, atteggiamenti da saputello, boutade; zero ‘personaggio’, solo qualche battuta e molto equilibrio. Hanno cercato di attribuirgli delle ‘forzature’ ma Montella è visibilmente sul pezzo, col Milan; solo che non è un coglione. Gli obiettivi sono rimasti con stile un pò nebulosi anche dopo la fine del mercato, probabilmente si è preferito non dire; Europa si, ma sottovoce. Ho apprezzato anche l’approccio motivazionale, al posto del ultracompetitivi e del negare lo scetticismo, ben motivato dal recente passato, un po’ di realismo e di sfida a dimostrare il contrario. Purtroppo le domande che gli fanno sono sempre cretine, la sala stampa contiene i soliti giullari. Comunque nella menzogna e i teatrini c’è la sconfitta e il ridicolo; nella chiarezza e nella serietà non c’è automaticamente il successo ma val la pena provarci.
Si gioca a calcio? – Difficile fare un punto sul gioco di Montella, magari più avanti. L’impressione è che stia ricercando finalmente uno stile di gioco e un approccio più che un ‘modulo’; la disposizione in campo prescelta è il 433 per ora, potrà pure cambiare; il modulo dipende sempre come lo si interpreta e quali sono le istruzioni dei singoli giocatori, la risposta alle situazioni, i principi. Veniamo da un decennio in cui il metro di paragone ‘ufficiale’ è sempre stato il 4-3-1-2 di Ancelotti (2002-2003), due punte e trequartista, un modulo che nemmeno il reggiano usa più e comunque un’interpretazione non ripetibile per l’unicità degli attori; a furia di cercare ‘nuovi Pirlo’ e con la perenne imposizione presidenziale dello stramaledetto trequartista sono volati 10 anni. Ogni stagione ecco la retorica del ‘regista’, del ‘nuovo [inserire nome di vecchia gloria]’, ‘le due punte’ e così via con i vari allenatori a fare i conti con richieste analoghe a quelle comunicative: assurde; una preistoria di pensiero calcistico dove hanno proliferato solo il talento dei singoli (da Ibra in giù), la forza bruta e il goleador di stagione, belle maschere di una realtà tecnica invecchiata, inaridita e improduttiva. Poi con una squadra sempre più priva di talento, sempre più rabberciata e dove nemmeno i 20 gol del puntero risultano bastanti ad un piazzamento ecco la mediocrità: moduli sbilanciati per imposizione e taroccati con atteggiamenti provinciali e difensivisti, a volte virtuosi ma più spesso ingannevoli, fatti di mezzucci ed espedienti; questo è il Milan oggi, una squadra senza più basi, senza più tradizione. Da Mauro Tassotti in giù la nostra sensazione è stata largamente confermata anche dai protagonisti. E poi la sfiancante retorica dell’allenatore taumaturgo che con l’imposizione di qualche trucco tattico o qualche urlaccio avrebbe riportato il Milan sul trono d’Europa; a settembre, ovviamente, poiché ora di gennaio il poveraccio già occupava la posizione per cui era stato prescelto: il parafulmine. Tutti ‘dettagli’ in realtà, anche con un allenatore-fantoccio si può tirare a campare e pure senza impianto tattico funzionante si può giocare dignitosamente (avendo i giocatori giusti). Ma Montella mi pare comunque più tagliato per la funzione di rieducatore, sembra uno che alle sue idee ci tiene. Nel deserto sta predicando cose sensate in modo tranquillo, responsabilizzando i giocatori anzitutto; da valutare con pazienza i risultati sullo stile, sul gioco, sull’atteggiamento che oggi son forse più importanti che fottere qualche punticino barricandosi in area.
Concludo invitando tutto il Night a tifare per una grande prestazione, degna e positiva, contro l’Udinese; mi ha molto colpito infatti l’esperienza di Seal col suo nipotino a Casa Milan ed il ragazzo ‘debutterà’ sugli spalti di San Siro proprio domenica. Si merita un bel Milan anche più di noi che ne abbiamo già visti un migliaio, anche se ormai un po’ di tempo fa.
Larry
p.s.:”Penso che sia dovere da chi acquista da un paese straniero andare a vedere la storia del club. Ho sempre ripetuto che il presidente di un club non lo può considerare suo. Il Milan ha milioni di tifosi al mondo e ci vuole rispetto nei loro confronti, bisognerebbe tenere in considerazione il loro pensiero, poi è normale che la gestione sia personale” – Paolo Maldini si sarà anche stancato, come ha dichiarato, di essere proposto per un ruolo in società; io non mi stancherò mai di sperare che non rimanga ancora lontano dal Milan.
]]>In tempi recenti, qualcuno ha proposto di adottare un codice etico similare per i giornalisti, invocando un ritorno alla lezione di Indro Montanelli (“sono i lettori i miei unici padroni”) e delineando una sorta di giuramento fondato su 3 capisaldi:
1) Vigilare sul potere : raccontare le storie che ne svelano gli interessi, essere prudenti nel rapporto con i poteri forti e non cercare di ingraziarsi politici o imprenditori
2) Saper opporsi agli interessi degli imprenditori-editori per cui si lavora, non accettando soldi per diffondere opinioni
3) Riconoscere di avere sbagliato, quando succede
La stampa nell’era del Giannino Se tutto questo fa sorridere in generale, pensando al comportamento di certi medici o di certi giornalisti, fa addirittura sbellicare contestualizzando il discorso alla “stampa” asservita al mondo della comunicazione rossonera : riuscite ad immaginare l’esercito dei servi cantori che ben conosciamo, tutti riuniti attorno ad una bella tavolata del Giannino, dove tra un rutto, un peto e un karaoke recitano in coro il loro Giuramento da Ipocrita?
Perché, badate bene, se è evidente che la responsabilità principale per la trasformazione del Milan in quella creatura mostruosa che chiamiamo Giannino va ricercata nella colpevole indifferenza della proprietà e nel comportamento scellerato della dirigenza negli ultimi 10 anni, è altrettanto evidente la pesante corresponsabilità di una comunicazione corrotta ed asservita, che ne ha coperto le malefatte evitando ogni tipo di analisi e di indagine critica.
Di recente, uno dei massimi esponenti di questo circo mediatico corrotto si è pubblicamente inalberato, intervenendo come ospite sul canale tematico che prima dirigeva : “Sento parlare di processo di Norimberga… ragazzi, non scherziamo, qui si parla di calcio, Norimberga è una cosa seria!”.
A prescindere dal fatto che è quanto meno singolare che una tale affermazione provenga da un personaggio che qualche anno fa propugnava l’esigenza di un “Piano Marshall” per aiutare la Juventus, è evidente anche ad uno stupido che quando su questo blog si fa riferimento alla necessità di una Norimberga per la stampa rossonera si intende semplicemente manifestare la volontà di inchiodare certi “giornalisti” alle loro responsabilità: l’intento è essenzialmente quello di denunciarne il comportamento e la disonestà intellettuale, impedendo loro di riciclarsi e di accreditarsi come canale di comunicazione per la nuova società che a breve subentrerà.
La Comunicazione e la Propaganda Il riferimento a Norimberga evoca per analogia il ricordo di Joseph Goebbels, Ministro della Propaganda durante il Terzo Reich ed enunciatore di una ventina di Principi che sono quanto di peggio possa offrire la comunicazione, dato che quando la comunicazione diventa unilaterale, martellante e con i paraocchi, cessa per definizione di essere comunicazione e diviene propaganda; alcuni di questi Principi meritano di essere analizzati, alla luce dell’utilizzo che ne è stato fatto da parte della Propaganda gianninesca.
Principio della semplificazione e del nemico unico, affine al Principio dell’unanimità , in base ai quali è necessario adottare una sola idea ed identificare l’avversario in un nemico, responsabile di tutti i mali, o anche portare la gente a credere che le opinioni espresse siano condivise da tutti, creando una falsa impressione di unanimità : esempi emblematici dell’applicazione di questi principi sono la distinzione tra “tifosi evoluti e non evoluti”, o anche il voler far credere che gli insuccessi della squadra possano dipendere da un “clima ostile” creato nell’ambiente dai cosiddetti tifosi non evoluti.
Principio della trasposizione, che consiste nel caricare sull’avversario i propri errori e difetti, rispondendo all’attacco con l’attacco, affine al Principio del silenziamento, consistente nel passare sotto silenzio le domande sulle quali non ci sono argomenti per rispondere: leggendaria l’arroganza espressa dall’AD alla gestione sportiva nei confronti di cronisti che pongano domande scomode (mi vengono in mente Alciato e la Balestrieri, per tutti), o l’atteggiamento di prona sottomissione espresso da zerbini col microfono mentre si sentono rispondere che hanno sbagliato a porre una domanda!
Principio della volgarizzazione, in base al quale tutta la propaganda deve essere popolare, adattando il suo livello al meno intelligente degli individui ai quali è diretta: qui non è il caso di dilungarsi in esempi, basta aprire a caso uno degli innumerevoli pseudo-editoriali partoriti dalla pseudo-comunicazione rossonera (non a caso ribattezzati “vomitoriali” su questo blog).
Principio di orchestrazione, in base al quale la propaganda deve limitarsi ad un piccolo numero di idee e ripeterle instancabilmente senza dubbi o incertezze, convergendo sempre sullo stesso concetto, fino a che “una menzogna ripetuta all’infinito diventa la verità” : a questa categoria appartengono la diffusione di mantra quali “siamo a posto così”, “ultracompetitivi”, “se non esce nessuno non entra nessuno”, l’appellativo di “imperatore del mercato” affibbiato ad un incompetente che ha riempito Milanello di pippe affossando i bilanci, la continua celebrazione di MilanLab come centro di eccellenza medica (quando basterebbe citare i casi di Pato ed i suoi mille infortuni, o di Alex giudicato inabile al gioco del calcio dai medici del Porto 2 mesi dopo essere uscito da Milanello) e cosi via.
Principio del continuo rinnovamento, in base al quale occorre emettere costantemente informazioni ed argomenti nuovi, anche non strettamente pertinenti, ad un tale ritmo che, quando l’avversario risponda, il pubblico sia già interessato ad altre cose: appartengono a quest’ambito solenni boiate quali “la fiscalità spagnola”, “la legge sugli stadi”, “il Milan giovane ed italiano”, “il monitoraggio dei 100 top young mondiali”…
Conclusioni Potrei andare avanti a fare esempi per ore, ma credo che il concetto espresso sia già sufficientemente chiaro: da parte nostra non vediamo l’ora di tornare a parlare di calcio giocato e di tornare ad appassionarci per i nostri colori, ma a questi “pseudo-giornalisti” che si sono resi complici di una propaganda così becera e mediocre non deve essere perdonato più nulla, occorre fare in modo che vengano inchiodati alla responsabilità che si sono assunti scrivendo nefandezze per anni.
Nel mio piccolo, dedico loro la canzone che trovate in testa a questo post e, a costo di ripetermi, torno a citare i versi del Sommo Poeta che li riguardano:
“Ma il peggio deve ancora venire, scendiamo sempre più giù, nelle viscere dell’inferno gianninesco dove albergano i peccati più gravi…finchè arriviamo nel Girone dei Ruffiani e degli Adulatori, immersi nello sterco e più popolato che mai, sono talmente ammassati che si fa fatica a distinguerli:
Quivi venimmo; e quindi giù nel fosso
vidi gente attuffata in uno sterco
che da li uman privadi parea mosso.
E mentre ch’io là giù con l’occhio cerco,
vidi un col capo sì di merda lordo,
che non parea s’era laico o cherco.
Quei mi sgridò: «Perché se’ tu sì gordo
di riguardar più me che li altri brutti?».
E io a lui: «Perché, se ben ricordo,
già t’ho veduto coi capelli asciutti,
e se’ Alessio Interminei da Lucca:
però t’adocchio più che li altri tutti».
Ed elli allor, battendosi la zucca:
«Qua giù m’hanno sommerso le lusinghe
ond’io non ebbi mai la lingua stucca»
Il mio Maestro, guardandoli schifato, mi dice “Loro son forse quelli che nel Giannino han commesso il peccato più grave, servi-cantori che hanno venduto le loro anime per qualche tramezzino mistificando per anni la realtà… già or son nella merda, ma li aspetta Norimberga”.
#Norimberga Rossonera
Max
]]>Fininvest è lieta di confermare il pagamento effettuato dalla Sino Europe Sports Investment Management Changxing Co.Ltd. della seconda rata della caparra stabilita nel contratto preliminare per la cessione del AC Milan firmato il 5 agosto anno corrente.
Come concordato dai termini prestabiliti, il pagamento dei 15 milioni fu immediato al momento della prima firma, e oggi gli investitori Cinesi pagano a Fininvest i restanti 85 milioni. Questo è un importante passo avanti per la chiusura della transazione entro la fine di quest’anno.
]]>
ANTEFATTO Quella che mi accingo a raccontare è la storia dei sogni rubati ai piccoli tifosi milanisti, una storia in cui molti di noi sono incappati perchè il Giannino ha scientemente snobbato i suoi giovani fan, pensando che una festa di compleanno organizzata a Casa Milan potesse far dimenticare anni di totale laidezza.
Attori non protagonisti di questo copione sono spesso i genitori, in predominanza padri, che con tutto il loro cuore hanno sempre sperato di condividere quella loro folle e irrazionale passione con chi gli è entrato nell’anima nel momento stesso in cui è nato. Nel mio caso la situazione è quella di uno zio con un nipote che fin da piccolo dormiva con il pallone del Milan tra le braccia e la bandiera rossonera messa sopra le lenzuola. No, non è una balla: dormiva proprio così, peggio di Oliver Hutton.
Gli anni passano, la vita mi porta a vedere meno quel nipote e così dopo anni di Giannino accade ciò che ogni padre-tifoso (nel mio caso zio) eviterebbe come la peste: il dubbio che il bambino stia cambiando squadra. Quando intuisco l’avvicinarsi del punto di non ritorno gli parlo e all’orizzonte si staglia nei miei pensieri la gobba vittoriosa e idolatrata fino all’inverosimile nei patri confini. Capisco subito che dietro quell’abbozzo di gibbosi si nasconde in realtà un muro di tristezza, di chiusura verso quel mondo rossonero che tanto lo aveva deluso. Lo schifo totale in cui era caduta quella società con il cui vessillo dormiva la notte (maledetti! vi amava e vi portava nei suoi sogni!) lo aveva portato a non seguire più il calcio, chiudendo in una cantina quel pallone rossonero. La prospettiva di diventare uno pseudo-gobbo era forse la via di fuga più facile da quel dolore di bambino: il Giannino gli aveva rubato i sogni.
Parliamoci chiaro, il Giannino si ostina a ripeterci che questo è il Milan più vincente della storia e bisogna essere riconoscenti. Provate a dirlo ad un bambino nato nel 2005 e vediamo cosa vi risponde. Se è rimasto milanista vi dirà che lui ricorda in maniera sbiadita uno scudetto quando aveva 5/6 anni e per il resto ricorda la vendita di tutti i suoi idoli, figure di palta in giro per l’Italia e uno stadio vuoto per protesta contro una società assente e ondivaga. Bravi, complimenti, vantatevi ancora se ci riuscite.
Da zio gli ho raccontato il significato di quei colori, di quella squadra che fu la prima italiana a vincere la Coppa dei Campioni, la squadra di Rivera primo pallone d’oro italiano, la squadra di Sacchi che cambiò il calcio, la squadra della dinastia Maldini che alzò da capitano la coppa dalle grandi orecchie con padre e figlio. Una storia irripetibile.
Le sue orecchie avevano bisogno di verità, ma come ogni bambino aveva bisogno di toccare con mano. Il tutto stava a Casa Milan.
IL RE NUDO Giornata calda, caldissima di questa estate e per la seconda volta in vita mia varco la porta d’ingresso del museo del Milan. Pochissima gente, per lo più papà intenti a spiegare ai figli la storia rossonera mentre io leggo a mio nipote la frase di Kilpin “Saremo una squadra di diavoli…i nostri colori saranno il rosso come il fuoco e il nero come la paura che incuteremo agli avversari”. Lui assimila ed entriamo.
Passo le dita sul primo pannello touch e non funziona. “Mah” penso io ed andiamo avanti tra vari cimeli, ma c’è qualcosa di strano nell’aria rispetto alla prima volta…vedo lo scheletro della ricostruzione dell’elicottero di Berlusconi eppure non sento la Cavalcata delle Valchirie. Possibile? Eppure io ricordo di averla ben udita durante la mia prima visita e mi sembra che ci fosse anche un vero e proprio filmato e non un piccolo schermo a destra dove passano delle immagini. Probabilmente i miei ricordi sono sbiaditi ed errati però ho come la sensazione che qualcosa sia mutato, anche nell’atmosfera, percepisco quasi un senso di precarietà. Lascio le mie perplessità per qualche minuto e proseguiamo.
Troviamo un altro pannello touch e questo grazie al cielo funziona. “Menomale” mi dico. Arriviamo alla sala dei trofei e la luce brilla nei suoi occhi. Gli mostro dalla coppa latina fino all’ultima intercontinentale e ci sediamo per vedere il filmato. Mentre lui guarda io osservo i nostri posti a sedere… e anche qui il dubbio mi assale. Nelle parti dorate ci sono sprazzi di bianco e segni di usura come se nessuno si fosse preso la briga di dargli una rinfrescata. Io li ricordavo completamente dorati, ma sicuramente la mia mente farà confusione. Quel dubbio però mi rimane in testa.
Passiamo oltre e appese di fianco a noi ci sono le maglie autografate dei nostri “campioni” con in alto il volto ed i dati dell’atleta. Mi soffermo e vedo le maglie di Donnarumma, Romagnoli, Niang, Bacca, Montolivo, De Sciglio e…Menez. Menez? Ma è stato regalato! Ricontrollo. E’ proprio la numero 7 di Menez ma sopra non c’è più il suo cartellone. Quella strana sensazione che mi pervadeva fin dal primo pannello touch non funzionante si rafforza.
Vediamo l’ultimo filmato e poi si passa alla sala dei palloni d’oro, da Rivera a Kakà passando per Van Basten e tutti gli altri. Ripenso alla maglia di Menez lasciata lì da chissà quanto tempo e un altro dubbio mi assale: ma quella di Honda che serve a vendere le magliette c’era? La numero 10, quella sognata da ogni bambino era lì oppure no? Non ricordo, forse mi è sfuggita o così voglio credere.
Il giro sarebbe finito, da quel che ricordavo, e invece c’è la mostra dedicata alla champions league con in bella mostra, tra le altre, le maglie del benfica, del real e…dell’inter. Ma perchè!?! Siamo nel Museo del Milan! Volete presentarmi la storia della coppa dei campioni? Allora fatemi un percorso dedicato, già mi sto giocando le ultime carte con mio nipote e questa è un’altra mazzata, la coppa che lui praticamente non ha mai visto disputare! Passo rapidamente la mostra champions impedendogli la vista del nerazzurro e ci dirigiamo verso lo store perchè rivuole la maglia del Milan. Gioia immensa.
Prendo la prima maglia della sua misura e sulla schiena è vuota, anzi no c’è scritto “45” “Balotelli”. Ma come? Non lo abbiamo sbolognato? Ma almeno questo lo sanno? Almeno a questo hanno prestato attenzione? Sono sempre più perplesso e quel dubbio è diventato un grosso tarlo: qualcosa sta cambiando, serve solo tempo e pazienza per noi tifosi.
Prova la maglia, taglia ok. Sto per pagare, ma la vuole con le scritte dietro. Oddio e adesso? Gli chiedo con non poca paura chi sia il suo calciatore preferito: “Donnarumma”. Chiamalo scemo. Il problema è che fa il portiere…e allora che si fa? Non gli piace nessun altro! Potere del Giannino.
Gli dico che non è obbligatorio prendere quella di un calciatore, può mettere anche il suo nome e il numero che vuole. I suoi occhi si illuminano, è fatta. “Mettiamo il 10 come numero?” Mi guarda con faccia sgomenta: “è il numero di Honda”. Rimango di sasso, ma in fondo ha ragione lui, quel numero tanto amato per i bambini milanisti è diventato quasi un’onta. Ecco le genialate del Giannino che ruba i sogni ai bambini. Mi fate ribrezzo.
Adesso manca da esaudire la sua ultima richiesta, cioè la partita allo stadio. Avevo promesso di portarlo alla prima occasione ma, con lo sguardo basso, mi dice che non vuol più andarci. Se non vuole non lo porterò, ma vorrei saperne il motivo. Con una faccia triste che di più non si può mi dice “tanto perdiamo”. I bambini son così, ti sbattono la verità in faccia senza passare dal via. Grazie società per rubare ancora una volta i sogni ai bambini.
Gli dico ok ed aggiungo “ma un giorno torneremo, devi aver pazienza. Comunque per andare a casa facciamo il giro largo e passiamo davanti allo stadio così vedrai che è il più bello del mondo, costruito dall’allora presidente del Milan”. Saliamo in auto e dopo poco gli indico un’immensa trave rossa che sbuca tra le case dicendogli “quello è San Siro” e rimane stupito. Dopo i primi attimi in cui ha perso l’uso della parola continua a ripetere che é gigantesco ed io con fierezza “visto cos’è San Siro? Immagina dentro”. Ora le parole gli sono tornate, poche ma precise: “zio quando andiamo allo stadio?”
EPILOGO Questo è un piccolo racconto, uno spaccato di vita di un milanista qualsiasi impegnato nella vita di tutti i giorni nell’arduo compito di tener vivo il cuore rossonero di un bambino che il Giannino con tanto impegno vuol uccidere, dopo avergli rubato tutti i sogni.
Il Giannino che si fregia di pensare ai più piccoli e che in realtà di loro se ne sbatte: gli ha venduto tutti gli idoli, gli ha rubato la gioia di vestire la 10, gli ha rubato il sogno di vincere il campionato perchè “tanto perdiamo”, gli ha rubato la gioia di entrare a San Siro, gli ha rubato tutto come un maledettissimo ladro di sogni. Fate schifo.
Solo noi milanisti portiamo avanti quella fede permettendo che non muoia, a noi dovrebbe essere data la riconoscenza che chiedete per la società. Noi, quelli che chiamate tifosotti e tastieristi, siamo gli unici in grado di far capire la storia di questo club e di difendere i bambini dai ladri di sogni che voi celebrate. Andatevene maledetti.
#Norimbergarossonera
Seal
]]>Ci mancava pure la storia del capro espiatorio. Galliani’s girls scomodano pure Pennac e il suo Benjamin Malaussène, nel tripudio dei Galliani’s boys. Che colpe può mai avere l’Imperatore del Mercato? Nessuna, perbacco. Diamo a Cesare quel che è di Cesare. I colpevoli della nostra miseranda situazione sono i tifosi non evoluti. In particolare i leoni da tastiera. Questa è la tesi delle tigri del tramezzino. Sfascio tecnico ed economico? Per forza. Cosa può fare un bravissimo Ad, se la proprietà gli lesina i mezzi? Solo accatastare pippe e cariatidi a casaccio, con stipendi spropositati, seguendo i consigli di illuminati procuratori a caccia di commissioni. Che poi la vittima innocente di tante grette maldicenze se la spassi a gozzovigliare in hotel e ristoranti di lusso è cosa buona e giusta. Si è mai visto un capro espiatorio lacero e smunto? Che espiazione sarebbe? Solo merce pingue e ben nutrita può essere gradita agli dei. Questa è una cosa che sanno anche i bambini. E pure loro, a dire il vero, capiscono che le responsabilità maggiori sono di chi permette, per incuria, stanchezza, imbecillità o consapevole complicità, che il suo club venga ridotto a una povera cosa, oggetto di dileggio. E poi se la prende con gli allenatori. Noi, che non ci facciamo mancare nulla, abbiamo avuto anche la capra espiatoria. Una capretta che ora bruca felice sui prati verdi del successo, sotto al cielo azzurro dei sogni.
Io credo che il nostro problema maggiore non siano stati i soldi. E’ questa la mia rabbia più grossa. Il Mercato dell’anno scorso è stato dispendioso ma fatto male. Perché? Il motivo è sempre quello. La nostra carenza più grave è da una vita il centrocampo. Questo è il reparto fondamentale, il polmone di una squadra. Se le cose funzionano lì in mezzo, anche una difesa e un attacco non eccezionali possono avere un discreto rendimento. Noi non acquistiamo un centrocampista davvero buono da un’eternità. Ci si può sorprendere se arrivano piazzamenti mortificanti in campionato e conti in profondo rosso? E ci sono tanti geni della Matematica che poi imputano la mancata risoluzione dell’equazione tra costi e rendimento agli allenatori. Io avrei voluto Kondogbia. Lo ammetto senza reticenze. Mi piaceva perché è un centrocampista centrale, un ruolo in cui abbiamo una voragine. Lo ricopre Montolivo, peraltro adattato. Ho detto tutto. Vedendo le prestazioni del ragazzo, ora si può parlare di pericolo scampato. Ma quel che ha lasciato di sasso è la nostra risposta allo sgarbo: Bertolacci. Non voglio fare della facile ironia. Al di là del valore dei giocatori, mi riferisco semplicemente a una questione di ruoli. Mi torna in mente un fatterello che mi è capitato tempo fa. Mica vero che un tipo in auto si esibisce in un sorpasso pericoloso, mentre sto arrivando io? Adesso gli sparo gli abbaglianti! Invece aziono i tergicristalli. Chissà come l’avrò impressionato.
E’ sempre la mancanza di un progetto la nostra palla al piede. A noi serve una maglia? Prendiamo dei calzoni. E pure sdruciti. Abbiamo pochi soldi? Non potremo acquistare un capo di qualità. Ma compriamo quel che ci serve, maledizione al secchio! Figuriamoci… Io non conosco molti calciatori, come Galliani, del resto. Quando ho sentito che c’era la possibilità di prendere in prestito Wilshhere, però, ho tifato per questa opzione. Perché? Perché il ragazzo è un centrocampista centrale, perbacco. Sapevo, comunque, che non sarebbe arrivato, per una semplice ragione: era utile. E’ sempre questo il nostro dramma. E’ per questo che siamo ridotti così. Soldi o non soldi, l’incompetenza al potere produce inevitabilmente disastri. Non mi si venga a dire che Sosa, lo scempio di questo disgraziato mercato, l’ha voluto Montella. Se qualcuno lo fa, in un eclatante e forte gesto di protesta, gli aziono i tergicristalli davanti alla faccia! E poi vediamo se rimane abbagliato. Capitolo Pasalic e Mati. Lasciamo pure da parte ogni altra considerazione. Sono, comunque, altri due trequartisti per un allenatore che vorrebbe oltretutto giocare con il 4-3-3. Che può fare il povero Montella con una rosa tanto scombiccherata? Cercare di adattare i giocatori a ruoli non loro. Ho solo guardicchiato l’amichevole con il Bournemouth. Ma non credo che Sosa possa fare il centrale di centrocampo. Così, a naso, per il poco che ho visto, è molto più adatto Wilshere. Strano, vero? E’ come se non si volessero creare problemi a Montolivo. Gìà, molto meglio creali al Milan o, in termini più appropriati, a ciò che resta del fu Milan. Insomma, si può insegnare ad un tacchino a salire sugli alberi. Sarebbe molto meglio, però, assumere per lo scopo uno scoiattolo. Siccome questo è un concetto chiarissimo e semplicissimo, cosa può pensare uno che lo vede sempre disatteso? E’ autorizzato a fare tutte le ipotesi che vuole. E’ vero che del senno di poi son piene le fosse. Ma noi le abbiamo sistematicamente riempite col senno di prima. Con o senza l’aiuto di Cosentino. La domanda è inesorabilmente la stessa. Perché? Perché? Perché, maledizione al secchio?
Ci vogliono dei robusti tergicristalli, per pulire a specchio il nostro parabrezza, sporcato da troppi schizzi di pantano. Una buona, sana visibilità è indispensabile al pilota, e a me Vincenzino sembra bravo, per condurre l’auto, mantenendola correttamente in strada. I Cinesi faranno al caso nostro? Speriamo. Per ora gli unici Cinesi che si sono materializzati con chiarezza sono quelli piccoli, i cinesini, dei campi di allenamento. D’accordo, qui tra gente che esce, ma non è ancora uscita, e gente che entra, ma non è ancora entrata, siamo un caotico porto di mare. La barca è in balia del vento. Io avrei fatto qualcosa in più per tutelare il mio futuro capitale e ridare un po’ di entusiasmo ai tifosi, che, checchè ne dicano alcuni, sono il patrimonio più importante di un club. Comunque sia, nella mia ignoranza non ho capito una cosa. Cosa c’entrano i 15 milioni di supposto budget con la prima caparra? Questi sono soldi versati nelle casse del venditore. Così come lo saranno, spero a brevissimo, gli 85. E poi i restanti 400 previsti al closing. I liquidi per gli investimenti dovranno essere altri. Li vedremo e saranno usati cum grano salis a Gennaio? Sperèm…. Temo che potrebbe essere tardi anche per raggiungere la zona Uefa, ma insomma…..
E intanto aspettiamo l’Udinese. Chissà che, magari sotto la spinta emotiva di un bel versamento dal Sol Levante, non riesca a riappassionarmi un po’ al calcio giocato. Mi manca tanto il non fremere più da una vita per il mio Milan. E non mi vengano a dire che sono una tifosotta. Che si tratta solo di vittorie e di sconfitte. Non è così! La prova? Eccola. Mi manca anche il fatto di non soffrire più per e con la mia squadra. Un mare di fango, intriso di arroganza, menefreghismo, imbecillità ha fatto sì che io vedessi nella Società il vero nemico. Questo mi ha ammazzato. Non certo le sconfitte, che ci stanno nel calcio come nella vita. La mia anima, il mio cuore, irrimediabilmente rossoneri, hanno bisogno di tergicristalli che li ripuliscano a fondo da incrostazioni di rabbia, delusione, frustrazione. Io ci metto l’acqua delle lacrime che ho versato amaramente nel vedere il mio Milan ridotto così. Vincenzo, ch’ammo a fa’? Lavora, impegnati al massimo, cercando di cavare un po’ di sangue dalle rape. E poi….. tergicristalli al massimo! Inzaccheratori di professione fuori dalle scatole! Forza Milan!
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Il Night, dall’alto del suo immenso seguito, continua ad essere cercato da radio, siti, televisioni, giornali e altri media; abbiamo dovuto implementare il server per l’ennesima volta, ma questi sono i problemi del nostro successo, della nostra autorevolezza e dell’apprezzamento dei nostri scritti. Eh si perché in molti si cimentano a scrivere, ma non tutti sono capaci. La società che gestisce il server non ci può vedere, anzi ci odia; beati quelli che hanno server piccoli e sconosciuti…., tipo “Io, mammeta e tu”, server per piccoli blog inesistenti e sconosciuti, magari per blog che esistono da prima di noi, ma che non si fila nessuno, illeggibili nei contenuti e nell’impaginazione, mancando addirittura la versione mobile, in un momento in cui oltre il 50% degli utenti segue e commenta da smartphone. Ma forse è meglio qualcosa di intimo, magari di desertico, qualcosa che ricorda il nulla travestito da niente.
Purtroppo sono solo problemi, non auguro a questi siti di avere tutti i problemi che abbiamo noi, meglio scrivere per nessuno, meglio non avere commenti in attesa, meglio non avere mail di utenti che vogliono commentare, ma hanno problemi di registrazione, sai che bello leggere il numero dei commenti che ricorda i numeri irrazionali…, ricordo che non li facevamo nemmeno dopo una settimana dall’apertura del Night: beati quelli che non contano un cazzo perchè è loro il server dei cieli. E allora ecco Trippadvisor, nuovo accordo settimanale, sito di recensioni per ristoranti frequentati dal nostro Amministratore Delegato alle Abbuffate. Un servizio utile per chi segue le orme di questo dirigente incapace che passa la sua esistenza ad ingozzarsi. Magari ci va la Colombo con Fedele per una cenetta a lume di candela e lasciano la loro recensione! Oppure ci mandiamo Pellegatti (tanto hanno il seggiolino per bambini) o Franco Agli Ordini per una recensione sulle uova al tegamino!
In ultimo vorrei rassicurare quelli tesi e preoccupati per il futuro del Night; leggo in giro di gente che si chiede cosa faremo dopo che questi dirigenti saranno spariti…, boh… e chi lo sa? Sarebbe come chiedere ai Della Valle cosa faranno se un giorno la gente non userà più le scarpe. Intanto abbiamo avuto successo, intanto manteniamo la nostra linea ab origine, intanto noi sappiamo come si gestisce un sito, noi abbiamo il know how, intanto noi sappiamo scrivere, noi abbiamo un seguito enorme di utenti. C’era pure un tizio che aveva sentenziato che ai primi successi il nostro sito si sarebbe sciolto come neve al sole…, con l’ultimo scudetto abbiamo fatto record impressionanti battuti solo da…noi. La gente ci ha preso a punto di riferimento nella buona e nella cattiva sorte. E questo mese oltre duecento mila contatti…, così…tanto per gradire. Preoccupatevi dei vostri sitarelli di merda, preoccupatevi del fatto che la gente non vi legge, non vi gradisce, in alcuni casi non vi sopporta. Preoccupatevi di imparare a leggere, così scrivere diventerà più facile. Preoccupatevi di capire di calcio, non vi preoccupate di noi…che noi, a differenza vostra, siamo capaci.
]]>Il sentiero, ad ogni passaggio, esiste più della volta precedente e meno di quella successiva. (Luigi Lombardi Vallauri, Professore di Filosofia del Diritto)
La definizione di Giannino – Ne abbiamo parlato talmente tanto e lo abbiamo analizzato in così tanti aspetti che darne una definizione tecnica ed univoca, tipo enciclopedia per intenderci, sarebbe difficilissimo e comunque non esaustivo. Siccome ci piacciono le sfide difficili proviamo con quella che ci sembra migliore. Giannino F&K (Food & Karaoke) 1986 è un centro di potere e coacervo di interessi particolari ed ultronei rispetto al gioco del calcio che ha sostituito, usurpandone la maglia ed i titoli sportivi, l’Ac Milan 1899 trasformandosi in un regime oppressivo per i tifosi rossoneri ed avendo come unico scopo la propria sopravvivenza.
Precondizione – Data la definizione ci rendiamo conto, anche ad una lettura superficiale, che manca di parecchi elementi costitutivi. Per esempio la precondizione che permette lo sviluppo del mostro. Condizione necessaria, ma non sufficiente, per l’esistenza di un simile moloch sportivo è il totale disinteresse del proprietario verso i fini sportivi della società madre. Nell’ottica della proprietà scopo unico del possesso di una squadra di calcio devono essere i benefici indiretti come la fama, la presenza sui giornali, la possibilità di utilizzarla per scopi diversi dalla vittoria sportiva (campagna elettorale per esempio). I bilanci sportivi e finanziari non hanno alcun interesse; possono essere positivi o negativi ma non sono rilevanti se non in maniera marginale e strumentale.
Pilastri – Come ogni regime il Giannino F&K necessita di alcuni pilastri su cui posare la propria esistenza. Proviamo ad elencarli brevemente.
Incapacità: Ogni esponente del Giannino deve essere un incapace in molti settori ma viene messo a fare le cose in cui eccelle per incapacità. Non si tende a coprire i difetti degli altri ma a darne il massimo rilievo contando sugli altri pilastri per spacciare l’incapacità per abilità.
Violenza: Gli esponenti del Giannino sono tutti dei violenti. Non è violenza fisica ovviamente ma si tratta di arroganza, tracotanza, violenza verbale e psicologica che vengono riversate sui propri avversari. Obiettivo del Giannino sono, in prevalenza, giornalisti non schierati e tifosi rossoneri che non si adeguano al regime.
Menzogna: La violenza verbale, come per ogni dittatura che si rispetti, è il modo di esprimere la menzogna che, in tal modo, viene trasformata in strumento di potere. Menzogna totale o parziale, mistificazione, occultamento della verità, campagne di stampa.
Connivenza della stampa: A chiudere il cerchio è necessaria l’opera di una stampa asservita che copra le malefatte del Giannino e eviti ogni tipo di indagine o analisi.
Quando – E’ fortemente probabile che qualcosa manchi a quella definizione ma le basi dovremmo averle definite. Se, nella definizione proposta, sono chiare le risposte a quattro delle cinque domande fondamentali (chi, che cosa, come e perché) non è ben chiaro il quando. La questione, ben lungi dall’essere peregrina, è determinante per comprendere a pieno la genesi del piccolo mostro che si è portato via la nostra squadra de cuore. Quando nasce il Giannino? La risposta non è univoca perchè, parafrasando i manuali della facoltà di giurisprudenza, la dottrina non è concorde. Vediamo le teorie più diffuse.
La cessione di Ibra e Thiago – gli evoluti arrivati di recente alla comprensione del fenomeno Giannino ed i Berlusconiani di ferro tendono a minimizzare il fenomeno e parlano degli “ultimi tre anni disastrosi”. La soluzione, di comodo, permette loro di salvare capre e cavoli. Abbassano la percentuale di anni brutti continuando nella glorificazione di una dirigenza che non lo merita affatto e salvano il ritardo, allucinante e colpevole, con cui sono arrivati a comprendere la situazione. Balle. La cessione di Ibra e Thiago è l’apoteosi del Giannino non la sua data di nascita. In quale grande club al mondo la dirigenza può permettersi di rinunciare ad ogni pretesa di vittoria nello spazio di un mattino? In quella ridicola pantomima c’è tutta l’essenza del Giannino più bieco e retrivo. I due fuoriclasse vengono ceduti al solo scopo di incassare denaro per mantenere il baraccone e procrastinare in perpetuo l’inutile esistenza del baraccone stesso. Il prezzo di vendita (settanta milioni circa) è fissato da un incapace perché solo un anno dopo la stessa squadra acquirente spenderà cento milioni per due giocatori pari ruolo molto meno forti. La violenza del tiramolla sulla pelle dei tifosi, la ferocia con cui viene difesa la scelta idiota e le menzogne con cui la stampa copre le conseguenze e la loro entità. No, siamo al cospetto di uno dei punti più alti dell’esistenza del mostro e non alla sua nascita. Dobbiamo cercare altrove, più indietro.
La cessione di Kakà – Anno di grazia del Signore 2009. Il Giannino si libera, anche in questo caso “sotto prezzo”, di uno dei suoi simboli il pallone d’oro Ricardo Kakà. Paolo Maldini non può essere venduto perché è troppo in la con gli anni e perché è un simbolo dietro il quale nascondersi per tenere buona la piazza e quindi il Giannino fa cassa con la sua stella più luminosa. Potrebbe essere una data chiave, il momento buono per la nascita del Giannino ma gli anni successivi ci dimostrano che c’era già un piano ben preciso per gli anni successivi. Ronaldinho era già stato comprato per anestetizzare la ferita, poi è arrivato il “4-2-fantasia” ed infine la telenovela orchestrata con l’amico pizzaiolo per portare Ibrahimovic in periodo elettorale. Anche la cessione di Kakà non è una data di inizio ma solo una delle innumerevoli brutte figure del Giannino compiute sulla pelle dell’Ac Milan. Troppa organizzazione è necessaria per passare indenni ad una pagliacciata simile.
Calciopoli – Altro salto indietro fino al 2006. Il Milan (le penalizzazioni vanno in conto al Milan e non al Giannino) viene retrocesso di svariati punti in classifica perché il suo massimo dirigente operativo viene pizzicato al telefono mentre esorta un suo dipendente ad operarsi per un illecito sportivo. Risultato, non assegnazione di uno scudetto ampiamente meritato, penalizzazione per la squadra e diversi mesi di squalifica per il dirigente. Qui la sceneggiatura ha giocoforza dei vuoti perché la logica vorrebbe due soluzioni possibili. O combatti la sentenza in ogni sede possibile (di giustizia sportiva o ordinaria) ritenendo il tutto ingiusto e difendendo l’operato del tuo dirigente oppure accetti la sentenza e, come fatto dalla Juventus, allontani i dirigenti colpevoli. Il Milan sceglie una bizzarra soluzione di compromesso in cui accetta senza battere ciglio la sentenza subendone a pieno le conseguenze negative (lo scudetto 2006 è stato assegnato all’Inter, quello del 2005 non è stato attribuito nonostante il Milan fosse arrivato secondo senza alcuna prova di inganno) ma confermando il dirigente condannato al proprio posto. Anche qui siamo ben lontani da un battesimo ma al cospetto di una completa e totale sintonia tra proprietà e dirigenza il cui scopo è mantenersi reciprocamente all’infinito (sotto le insegne del “io copro te, tu copri me”) a spese del risultato sportivo e sulla pelle dei tifosi. No, siamo già in pieno Giannino nonostante la sorte ed un gruppo di fuoriclasse clamoroso riescano a portare in dote tre trofei internazionali.
La cessione di Sheva – Andiamo ancora indietro e proviamo con la cessione del figlio prediletto. Bella pagliacciata anche quella con una serie di pantomime e menzogne confezionate per essere sbattute in faccia ai tifosi del Milan. Ma, a questo punto, ha senso andare ancora indietro? Perché l’elenco è piuttosto lungo. La buffonata del bravo sarto e della stoffa pessima ve la ricordate? Zaccheroni era un pessimo sarto (probabile) e la stoffa era certamente pessima; come però è certo che i due sarti successivi, Terim ed Ancelotti, abbiano avuto a disposizione solo stoffe pregiate comprate da quello che aveva parlato di pessimo sarto.
Le luci di Marsiglia – Andiamo agli albori visto che anche nei momenti più splendenti del Milan berlusconiano assistiamo a delle cose agghiaccianti. La serata al “Velodrome” è stata un campanello troppo squillante per non essere notato. Quella sera il Milan si macchia del reato più grave, il ritiro della squadra dal campo per la sola paura di non vincere. Il massimo dell’antisportività. In molti, compreso il sottoscritto, richiedono a gran voce da quella sera l’allontanamento del peggior dirigente sportivo di tutti i tempi. Ma in tantissimi, troppi, hanno fatto scattare una immensa rete di coperture che ha permesso al Giannino di formarsi in embrione ed arrivare a trionfare.
Domanda delle cento pistole: nasce quella sera il Giannino?
Probabilmente non c’è un giorno in cui si sono seduti tutti intorno ad un tavolo ed hanno deciso di trasformare una squadra di calcio gloriosa in un circo a tre piste. È molto più probabile che, come il sentiero, il Giannino si sia formato di “gianninata” in “gianninata” diventando l’orribile mostro ogni volta più di quella precedente e meno di quella successiva.
È sintomatico che la sua conclusione avvenga per un intervento esterno, la cessione societaria, ed il suo punto più alto, la figuraccia somma, sia causata da elementi esterni come l’APA e Milannight.
Vendetta, tremenda vendetta – Per troppo tempo i tifosi del Milan sono stati maltrattati dall’organigramma del Giannino. Non evoluti, tastieristi, tifosotti, interisti. Milannight in prima fila può vantare medaglie come “idioti”, “stronzi”, buco nero del web”, “curvaioli” che ci sono state appuntate sul petto dal fior fiore della stampa rossonera. Oggi quei tifosi, la cui unica e fottuta colpa è quella di essere ancora innamorati di quella casacca a strisce verticali rossonere e degli ideali che essa avvolge, si prendono la rivincita. Noi ci teniamo i trofei perché la gioia che abbiamo provato non ce la potete levare ma vi lasciamo solo le figure di merda che abbiamo raccolto nelle Gianniniadi. Noi saremo la vostra nemesi. Noi continueremo a ricordare che il vostro contributo alla storia del Milan sono soprattutto gli ultimi dieci anni infami.
Noi saremo la vostra Norimberga Rossonera.
Pier
]]>Questa sera il Milan sarà di scena a Bournemouth nel Dorset per un’amichevole una volta tanto non banale. Nel piccolo Dean Court (Vitality Stadium per motivi di sponsorizzazione), impianto da 11464 posti che è di gran lunga il più piccolo della Premier, la squadra di Montella è stata invitata per l’omaggio a Warren Cummings, l’ex capitano dei Cherries ritiratosi 4 anni fa. Il club sta vivendo una ‘favola’ calcistica: ha trascorso l’intera sua storia fra il terzo e il quarto livello del calcio inglese fino al 2012/13 quando da seconda classificata della Football League One approdò in Championship; in due anni il miracolo: nel 2014/15 arrivò il titolo di lega e la promozione in Premier, difesa l’anno scorso con un buon 16esimo posto ottenuto con coraggio e prestazioni convincenti. Il 40enne tecnico Eddie Howe, bandiera del club, è uno dei manager più interessanti della Premier, autore di un miracolo sportivo doppio e ottenuto con pochissimi mezzi tecnici ma tanto coraggio; la sua squadra si discosta abbastanza dallo stereotipo della piccola ‘palla lunga per la torre o in fascia’, nonostante la povertà di nomi e talenti. Pochi i giocatori da ‘tenere d’occhio’, molti dei migliori (Surman, Francis, Arter, Smith) sono ‘mestieranti’ con una lunga carriera fra i bassifondi della Premier e la Championship; ci sono il giovane difensore in prestito dal Chelsea Nathan Akè, l’anno scorso al Watford, probabilmente insieme a Christensen (parcheggiato di nuovo al Gladbach) il più interessante del gruppo di prospetti in forza ai Blues di Londra, e il ‘transfer record’ del club Jordon Ibe, anglo-nigeriano ex Liverpool passato nel Dorset per 15 milioni di sterline. Fra i pali Artur Boruc, vecchia conoscenza che amiamo ricordare trafitto da Kakà in quel Milan-Celtic di un decennio fa.
La curiosità per l’amichevole però è un’altra: il Bournemouth veste rossonero per precisa scelta, cioè in nostro onore. Il club fondato ‘ufficiosamente’ (la data è incerta) proprio nel 1899 col nome di Boscome FC ha vestito diverse maglie nel corso della sua esistenza, e preso il soprannome di Cherries (cigliegie) proprio dal colore rosso alternato al bianco delle strisce delle divise indossate nei primi del Novecento. Nel 1970 la squadra scelse come manager John Bond, ex terzino del West Ham fra il 1950 e il 1966. Cresciuto nel periodo d’oro degli Hammers a contatto con grandi cambiamenti nel modo di pensare calcio e grandi personaggi, Bond era molto ambizioso; prendendo spunto da Malcolm ‘Big Mal’ Allison, manager eccentrico ed innovatore ex giocatore anche lui del West Ham, mentore di Bobby Moore e una delle figure più importanti degli albori della ‘Academy of Football’ dell’East London, il giovane Bond alla prima esperienza in panchina si presentò con grandeur e tre cambiamenti molto importanti. Il primo fu il nome ‘commerciale’ del club, che divenne l’attuale AFC Bournemouth; il secondo fu una campagna acquisti di prim’ordine per un club di quarta divisione (fra le acquisizioni più importanti quella di Harry Redknapp). Il terzo cambiamento riguardò i colori della prima maglia: al pari di Allison, che lo fece per la seconda maglia del Manchester City, anche Bond impose le righe rossonere al piccolo club del Dorset per ‘sentirsi’ come il Milan nel tentativo di ispirare e dare forza alla sua squadra oltre che per portare un po’ di ‘San Siro glamour’. La risposta del pubblico e dei giocatori, secondo Redknapp, fu positiva; a fine anno il Bournemouth salì in terza divisione e lì si fermò, non riuscendo nell’impresa di un doppio salto si arenò economicamente. A 45 anni di distanza, però, il piccolo club si può permettere di invitare il grande ‘mito’, sempre rossonero vestito visto che un recente sondaggio fra i tifosi Cherries ha sancito la preferenza per l’ormai tradizionale kit da piccoli diavoli piuttosto che un ritorno al cigliegia. Una bella storia che ci fa onore ma ci fa anche pensare con tristezza al nostro presente. Quale squadra oggi ci prenderebbe come esempio? I ‘colori’ con cui tanti purtroppo ammantano le proprie inette e servili opinioni sono stati infangati, ridotti a straccio, e la nostra grande tradizione testimoniata anche da questi episodi poco noti è stata cancellata. Ragazzi, di cos’era il Milan ne sentiamo tutti il peso e ne respiriamo la gloria, di cos’è sentiamo tutti il puzzo. C’è tanto da fare, forza e coraggio.
Anche per non dimenticare: Bournemouth-Milan, questo pomeriggio ore 16:00 italiane; live autogestito e incasinato come sempre.
]]>“La denuncia di Capozucca, direttore sportivo del Cagliari, in merito all’inserimento del radiato Pablo Cosentino nella trattativa che ha portato Mati Fernandez al Milan, può far scattare un’inchiesta. Tutto è nelle mani del nuovo procuratore federale Giuseppe Pecoraro, ex prefetto di Roma, l’uomo che proprio in queste ore ha preso il posto che per dieci anni è stato di Stefano Palazzi.
Pecoraro può decidere di aprire un fascicolo in merito alle notizie di stampa, quindi prendendo atto delle dichiarazioni rilasciate dallo stesso Capozucca agli organi di informazione (inizialmente a Calciomercato.com): difficile stabilire se lo farà, considerato che si è appena insediato nel nuovo ruolo e ancora non si conosce il suo modo di operare in determinate situazioni. Se invece il Cagliari decidesse di denunciare l’episodio, allora l’inchiesta scatterebbe certamente: andrebbero poi cercate le prove per procedere al deferimento dei protagonisti della vicenda oppure per archiviare tutto quanto.
Non sarebbe certo semplice trovare le prove alla denuncia del Cagliari, perché la parola dei dirigenti sardi sarebbe ovviamente smentita dalle controparti (il Milan e gli agenti di Mati Fernandez). A quel punto potrebbe diventare determinante la Fiorentina, che aveva trovato l’accordo con lo stesso Cagliari e poi ha dovuto raggiungerne uno nuovo con il Milan” (fonte: www.calciomercato.com)
Attualmente non ci sono elementi concreti che facciano pensare a qualche irregolarità nella trattativa per Mati Fernandez, ma è l’ennesimo caso in cui risulta evidente il cattivo modo in cui la nostra dirigenza viene considerata. Oltre ad essere bel lontani dall’ideale di “società modello” di cui per anni la stampa parlava quando si trattava di AC Milan, ora arrivano anche le ombre di presunte irregolarità, e non è la prima volta. Galliani aveva già dovuto smentire i rapporti professionali con Cosentino un paio di settimane fa, dopo che Laudisa aveva scritto, riguardo al nostro mercato: “la compagnia del noto intermediario argentino Pablo Cosentino è troppo costante per passare inosservata”. Dobbiamo solo rimanere in attesa per gli sviluppi di una vicenda che si preannuncia quantomeno interessante.
“Collocare in campo i nuovi acquisti Pasalic e Mati sarà un problema di Montella, sul Milan società ci vuole tanta ironia. È dura sostenere che Galliani non abbia responsabilità in questo deludente calciomercato del Milan. Sbagliata l’equazione soldi spesi uguale vittorie, bisogna saper spendere i soldi che ci sono a disposizione” (fonte: www.milannews.it, Luca Serafini)
Molto più corretta invece l’equazione soldi spesi da Galliani uguale bidoni a Milanello e figure di merda. Come è dura sostenere che Galliani non abbia responsabilità in questo mercato è ancora più dura sostenere che non abbia colpe nella scellerata gestione degli ultimi anni, eppure c’è chi riesce a dirlo senza scoppiare dalle risate. Arrivano nuovi giocatori in rosa e parliamo di “problema” dell’allenatore nel collocarli in campo, ma dove si è mai vista una cosa simile?
“Prima di acquistare Mati Fernandez, il Milan ha provato a chiudere diverse operazioni nell’ultimo giorno del mercato estivo 2016, ma senza riuscirci: come racconta Tuttosport, i rossoneri hanno infatti ricevuto diversi no per Fabregas, Wilshere, Ramsey, Rincon (scambio con Poli), Jovetic e Garay” (fonte: www.milannews.it)
L’ultimo mercato del Condor si conclude con numerose porte sbattute in faccia! La giusta fine per colui che si vantava di far tornare presidenti dalle ferie e di trovare le porte aperte dovunque andasse, e ora non riesce nemmeno a portare a compimento l’acquisto di un Rincon o un Pavoletti qualsiasi (e meno male!).
“Donnarumma è il portiere più giovane in assoluto ad esordire con l’Italia e il terzo più giovane di sempre (i primi due nei primi anni del ‘900). Un motivo di grande orgoglio per tutti i tifosi milanisti e per l’intero movimento calcistico italiano” (fonte: www.milannews.it)
Unica nota lieta da un anno a questa parte è Gigione, persona seria e grandissimo giocatore, quindi incompatibile con gli standard del Giannino. Stasera, esordendo in Nazionale, si è accorto che in una squadra esiste il ruolo del difensore e che questi hanno il compito di non far segnare gli attaccanti. Si scherza, forza Gianluigi!
Diego
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Stasera si replica – Non so più quante volte ho scritto questo articolo, forse sette o otto. Dopo ogni sessione di mercato ci tocca analizzare le operazioni del Milan e gli aggettivi sono sempre gli stessi: folle, sincopato, isterico e disorganizzato. Non importa se in estate o in inverno, se con i soldi o senza soldi o se ci sono alcune operazioni sensate, il complesso del mercato del Milan è sempre un delirio. Forse questa volta abbiamo davvero passato l’orlo del baratro. Entriamo nel dettaglio.
Rinnovi – Prima dell’apertura della tortura estiva il Giannino lavora sui numerosi contratti in scadenza e sul loro rinnovo (o, a volte fortunatamente, mancato rinnovo. Antonelli prolunga e la scelta è sensata visto che se lo è meritato sul campo. Anche Calabria prolunga e ci si rallegra perchè è un ragazzo della cantera e vale sicuramente un investimento per il futuro. Poi cominciano le assurdità perchè il triennale a Vergara, anche alla luce delle desolanti amichevole estive, non ha senso (come le commissioni pagate per averlo), quello a Zapata è assurdo per un difensore che ha fatto quasi sempre disastri nel Milan e avrebbe bisogno di cambiare aria e quello a Montolivo è una deliberata provocazione nei confronti dei tifosi del Milan. Favorevoli all’operazione monstre (3,5 milioni all’anno secondo quanto riportato dal sito di Panorama) sono lo stesso Montolivo, il suo procuratore, il condor e gli evoluti. Categoria alla quale si iscrive, a fine agosto anche il neo CT della nazionale Giampiero Ventura che gratifica Capitan Ricotta di una convocazione ingiustificabile. Poi si passa ai ”non rinnovi” ed alle cessioni del Giannino nota quanto mai dolente degli ultimi anni.
Cessioni – Qui non è andata malissimo. Male ma non malissimo. Innanzi tutto si è ritirato il venerabile Cristian Abbiati. Poi sono stati “rottamati” alcuni giocatori: Balotelli per fine prestito, Alex, Mexes e Boateng per fine contratto. Balotelli e Mexes hanno faticato a trovare una squadra qualsiasi che li volesse salvo poi trovare nel caso di Mario un posto nel Nizza campione di… campione di… Ad Alex i medici di Oporto hanno diagnosticato l’inabilità al calcio giocato ad alto livello ed il fatto che l’anno scorso sia stato uno dei migliori del Milan dovrebbe far pensare. Il Melisso ha trovato posto al Las Palmas (campione di… campione di…) e, perlomeno, la Melissa ci ha risparmiato un tweet con su scritto “noi andiamo nel calcio che conta”. A proposito di calcio che conta Verdi è stato ceduto al Bologna, Comi al Carpi, Agazzi al Cesena, Mastour allo Zwolle, Menez al Bologna e Matri, dopo avere devastato le casse del Giannino, ha spedito le sue labbra al Sassuolo. Jose Mauri, giocatore preso dalla dirigenza del Milan ma mai realmente amato, è andato in prestito secco all’Empoli dove si spera che possa crescere in santa pace. Vergara è andato (dopo l’inspiegabile rinnovo) all’Arsenal… di Tula cittadina a 190 chilometri da Mosca. Infine nell’ultima giornata di mercato Diego Lopez si è trasferito in prestito all’Espanyol anche se non è chiaro chi si accollerà l’onerosissimo stipendio del portiere spagnolo. Condor Style… Non ho visto da nessuna parte il nome del Real Madrid…
Fa eccezione El Shaarawy che è andato (è rimasto) a Roma dove si è meritato il posto in una squadra di un certo spessore. Fa eccezione anche per l’onerosità del suo trasferimento che è l’unico ad avere prodotto dei soldi. Tolto questo le cessioni del Milan hanno portato, tutte insieme, 1,5 milioni nelle casse societarie (Verdi al Bologna). #imperatoredelmercato … Perché non è andata malissimo? Perché almeno si è liberato spazio salariale per una ventina di milioni mal contati.
Il resto è la solita insensata tragedia di operazioni fatte e smentite a poco tempo di distanza.
Acquisti – Che utilizzo si è fatto degli stipendi risparmiati? Su quali nuovi acquisti sono stati dirottati? Qui cominciano le note dolenti, dolentissime. Vediamole in dettaglio.
Leonel Vangioni – Parametro zero (e come ti sbagli?) dal River Plate arriva a inizio 2016 dopo un corteggiamento lungo un secolo visto che se ne parla da almeno un paio di anni. Caratteristiche salienti: ventinovenne, argentino di Villa Constitucion (per un Milan giovane ed italiano…), terzino sinistro (il terzo in rosa dopo Antonelli e De Sciglio, non esattamente una necessità …), con tre presenze nella nazionale argentina, rotto. Dimenticavo, si becca un bel triennale da lasciare in eredità ai posteri- Utilities: il passaporto italiano
Gabriel Paletta – rientro dopo l’anno di prestito per l’oriundo argentino reduce da una buona stagione a Bergamo. Sfugge il senso del suo esilio a Bergamo (e del rinnovo a Zapata) ma il suo ritorno sembra essere cosa utile.
Gianluca Lapadula – Primo colpo, a sorpresa, del condor nella sessione ufficiale del mercato. Capocannoniere dello scorso campionato di serie B, corteggiatissimo da mezza serie A (Juve compresa) arriva, pagato con i soldi che la Roma ci gira per il riscatto del Faraone, per la modica cifra di 9 milioni, in un ruolo dove, all’epoca, ci sono Bacca, Luiz Adriano, Menez e Niang. Come tutti gli arrivi a sorpresa viene festeggiato come la fine del regno del condor ma ci si rende velocemente conto che è stato messo al servizio di un allenatore che a Firenze, spesse volte, il centravanti non lo ha nemmeno schierato. Idee poche e confuse … Speriamo bene perché il materiale su cui lavorare c’è
Gustavo Gomez – Chi era costui? Dopo settimane di corte a tal Musacchio (30 milioni per la rescissoria) da Pechino fanno sapere che “non se ne parla nemmeno” e quindi il condor vira su questo Carneade paraguaiano del Lanus (prima divisione argentina). Il fatto che il rapace abbia passato meta delle sue vacanze bimestrali a Ibiza in compagnia di Pablo Cosentino passa inosservato solo ai dementi del web. Sesto difensore centrale in una rosa libera da coppe europee; forse quattro degli altri cinque non hanno esattamente la fiducia dell’ambiente. Forse i rinnovi di Zapata e Vergara hanno un senso diverso da quello calcistico. Forse la dirigenza non ha le idee chiare
Josè Ernesto Sosa – Simplemente “El Uallarito”. È fine agosto quando l’imperatore del mercato (del pesce) corona il suo sogno e porta a casa, dopo una telenovela condita di fughe, ricatti, minacce e golpe militari turchi un giocatore contattato per la prima volta a inizio maggio. Quando di cinesi ancora non si parlava e quando ancora Montella stava alla Sampdoria … Argentino (come il nuovo amico Pablo Cosentino), talento mai completamente espresso all’Estudiantes, al Bayern, al Napoli, all’Atletico Madrid ed al Metalist Charkiv becca una stagione al Besiktas e si merita uno sforzo da 8 milioni di euro nonostante le casse del Giannino siano completamente vuote. Si merita, soprattutto, la rivolta del tifo rossonero e di buona parte della stampa non schierata. Agresti su calciomercato.com è quello che picchia più duro tanto da costringere il Gallo ad una insignificante e non richiesta risposta giustificando il detto latino excusatio non petita, accusatio manifesta. E’ il quinto attaccante esterno/trequartista nella rosa del Milan (dopo Suso, Niang, Honda, Bonaventuta) a conferma del fatto che il tratto saliente delle sessioni di mercato del Milan è che l’ultima sconfessa una o più di quelle precedenti.
Mario Pasalic – ad inizio agosto mi capita di leggere un tweet in cui si dice che Federico Pastorello sta cercando di “rifilare uno dei suoi rottami al Milan”. Testuale. Controllo in ordine di valore: Candreva no, Handanovic no, Nani no, Giuseppe Rossi impossibile, Mario Pasalic e chi cazzo è?, Valter Birsa no, Livaja no … Contrariamente a quanto direbbe il buon senso arriva proprio “e chi cazzo è?”. Ecco chi è: ventunenne croato nato in Germania, centrocampista del Chelsea, gravemente infortunato. Così rotto che ha ricominciato ad allenarsi dieci giorni prima di essere acquisito e deve fare due giorni di visite mediche, un record mondiale. La formula è quella del PFP (prestito per fama di pezzente): 1 milione per il prestito da ridurre in funzione del numero di presenze. Più gioca e meno lo paghi. E se poi è inadeguato o scarso? Oltre il ridicolo c’è il mercato del condor … Unica, piccola, consolazione la giustificazione addotta dalla cravatta gialla (“serve un vice Montolivo”) viene coperta di ridicolo in tutto il pianeta.
Matias Fernandez – Al secolo, Mati. Centrocampista, cileno (anche se è nato a Buenos Aires), trentenne per un Milan “giuovane e italiano”. Nelle prime ore del 31 agosto Cagliari e Fiorentina abbozzano una trattativa che con il passare delle ore diventa sempre più concreta. Mati accetta la destinazione passando dalla quarta classificata Fiorentina ai neopromossa isolani. Tutto fatto? Secondo le ricostruzioni dei dirigenti sardi pare proprio di si. Ma, colpo di scena, verso le 19,00 una telefonata di Montella (sic! una volta Berlusconi telefonava a Rui Costa) mette i primi dubbi al ragazzo. Dopo le nove di sera il “patatrac”: qualcuno telefona al giocatore e lo convince a cambiare la destinazione del viaggio per sbarcare a Milanello. I dirigenti rossoblu sostengono che sia Pablo Cosentino, squalificato nel post Calciopoli e quindi non abilitato a condurre una trattativa., e si incazzano di brutto. Credo che dovranno farsene una ragione visto che la fila delle squadre ingannate da questa dirigenza è piuttosto lunga. Sicuramente il ragazzo è più bravo di Montolivo così come sicuramente darà un apporto in termini di qualità di gioco e possesso palla. Ma resta un trentenne, soffiato al Cagliari (non il City per intenderci…), all’ultimo minuto di un mercato senza senso. Un po’ poco per ribaltare il giudizio sulla sessione.
L’agonia dei tre giorni del condor – Speriamo davvero che siano gli ultimi perché, soprattutto nel corso dell’ultima giornata, si è superato il patetico.
Bugie continue – Fin dalle prime ore del mattino è un continuo sbocciare di nomi trattati dal condor. In ogni ruolo, da ogni continente e ad ogni età possibile con la costante della formula: prestito gratuito con diritto di riscatto a babbo morto e stipendio pagato dalla squadra di appartenenza. Patetico anche perchè in molto casi palesemente inventato.
Suppliche e prese in giro – Montella supplica Mati Fernandez (non Iniesta) e gli chiede di aspettare a firmare per il Cagliari (avessi detto un Manchester a caso); Galliani propone lo scambio Poli – Rincon ma Preziosi rifiuta perchè lo scambio è evidentemente a suo sfavore dopo essersi fatto grazie all’amichetto pelato oltre 100 milioni di plusvalenze; esce un tweet che parla di Rigoni dal Genoa al Milan e si scatenano le prese in giro sui social; giocatori che il Milan ha pagato (o strapagato) che vanno a giocare in squadre di bassissimo livello o non passano le visite mediche. Ormai non siamo più una squadra di calcio ma una barzelletta mezzo pianeta. E queste sono solo alcune delle perle di una giornata che ha visto anche voci su Jovetic al Milan…
Rifiuti – l’unica cosa certa è che tutti sbattono la porta in faccia al Giannino. Perchè è notorio che il budget è zero, perchè è notorio che anche la credibilità di una dirigenza che ha fatto sgarbi, dispetti e scorrettezze a tutta Europa è zero.
Voto finale – I tre giorni del condor non hanno portano nessun acquisto, il rapace si è saziato durante le settimane di “lavoro forzato” in quella specie di Cayenna che è Ibiza. Se gli dei saranno benevoli questo è stato l’ultimo calvario mercato (cit. Gianclint) firmato da Adriano Galliani, il testamento spirituale di uno dei peggiori dirigenti sportivi degli ultimi anni, probabilmente il peggior mercato di tutti i tempi. Ribadisco il voto dato a questa sessione nella trasmissione “Calcissimo.tv” di giovedì scorso, DIECI: se vuoi affossare il Milan, come da almeno un decennio in qua, questo è il mercato perfetto, il vero testamento spirituale dell’imperatore del mercato. Se poi é vera la “grana Cosentino”…
Andatevene maledetti.
#Norimbergarossonera
Pier
]]>La cessione del Milan entra in una fase cruciale e si attende che siano svelate tutte le carte sul tavolo. Entro il prossimo 9 settembre (anche se alcune fonti scommettono su un arrivo ancora più imminente dei soldi sul conto di Fininvest) sono attesi infatti i restanti 85 milioni della seconda rata per l’acquisto del Milan, dopo i 15 milioni già incassati alla firma del preliminare. Nel frattempo i capicordata (Yonghong Li e il fondo semi-statale Haixia) stanno sindacando con gli altri potenziali soci l’equity restante. Entro novembre Fininvest dovrà infatti incassare altri 400 milioni per dichiarare conclusa la vendita. La lista degli altri soci esiste già. Ogni potenziale investitore, secondo quanto risulta a questa rubrica, avrebbe infatti indicato una cifra minima e una massima disponibile per l’operazione. Quindi, in base all’investimento, verrà decisa la governance di Sino Europe, la società veicolo dell’operazione. Tra i soci, anche se con una quota minore, ci dovrebbe essere pure il gruppo industriale Jilin Yongda Group. Insomma, l’operazione si sta concretizzando, anche se restano alcuni punti oscuri. Ad esempio sull’entità del patrimonio del capocordata, cioè Yonghong Li. Personaggio abbastanza oscuro, come evidenziato da questa rubrica nell’articolo “Milan, cinesi ai raggi X. Chi è Yonghong Li fra raid in Borsa e prestanome”. E proprio The Insider preannuncia per domani sera i ritratti degli altri due soci della cordata, cioè il fondo semi-statale Haixia (vero punto forte di una cordata che altrimenti sarebbe assai debole) e Jilin Yongda Group. (fonte blog “the insider” Carlo Festa)
Il 9 settembre sembra essere destinato a diventare un giorno fondamentale per la storia rossonera, in un senso o nell’altro. Se entro tale data dovessero essere incamerati gli 85 mln previsti, la chiusura entro novembre rappresenterebbe una mera formalità perchè nessuno al mondo butta 100 milioni di euro per il solo gusto di scherzare e d’altro canto Fininvest non avrebbe un solo motivo plausibile per frapporsi alla vendita dopo aver incamerato le prime due rate.
Sta per salutar il Milan e l’Italia Jherson Vergara. Secondo quanto raccolto dalla nostra redazione il difensore colombiano nelle prossime ore deciderà se accettare la corte del Krylya Sovetov o dell’Arsenal di Tula. A breve la fumata bianca.(fonte milannews.it)
Echicelhaportato!?! Voi tastieristi con la bava alla bocca, tifosotti che non siete altro, avete capito finalmente quanto è geniale l’imperatore del mercato? Vergara poteva andare via a zero e invece lo ha rinnovato per venderlo all’Arsenal! Mica ciufoli!
Come dite? Non sono i Gunners di Londra? Gne gne gne, tornate nelle ceste! Siete sempre pronti a sputare veleno sul Milan.
A parte gli scherzi, ma il senso di rinnovare il contratto ad un elemento richiesto da due squadroni di fama internazionale dove militano giocatori del livello di Christian Pasquato e Mbakogu in prestito?
In queste ultime ore di calciomercato al Milan è stato offerto il difensore del Sion, Leo Lecroix, già precedentemente accostato ai rossoneri, in particolare ad inizio mercato. Fino ad ora il Milan ha sempre detto di no a questa ipotesi, Lecroix però oggi è stato offerto nuovamente con la formula del prestito con obbligo di riscatto – apprende MilanNews.it -. E’ attesa una risposta da parte del club milanista. (fonte milannews.it)
Questo sarebbe un vero colpo da condor: sostituire una pippa con un’altra pippa smenandoci! Menomale che mancano poco più di 12 ore (ossia un solo pranzo ed una sola cena) alla conclusione del peggior mercato rossonero da tempo immemore altrimenti. Con o senza soldi il condor riesce sempre ad individuare carcasse.
In uscita anche Diego Lopez, ragione per cui il Milan ha deciso di non cedere Gabriel al Torino (i granata si sono ‘consolati’ con il portiere della Nazionale inglese, Joe Hart). Lo spagnolo potrebbe tornare in patria ma piace anche in Inghilterra. Il Milan regalerà il cartellino per risparmiare sull’ingaggio del giocatore: 8 milioni lordi a stagione. Stesso destino per Rodrigo Ely e Vergara che verranno piazzati in prestito nelle ultime ore di mercato. (fonte ilgiorno.it)
Il Milan regala il cartellino? Strano, di solito l’imperatore del mercato fa mega plusvalenze e per questo dobbiamo rendergli grazie. E’ un bel direttore! C’è chi perde tempo a ciarlare sul “povero Condor come può fare senza soldi…” e chi coi fatti può dimostrare che Diego Lopez al Milan fa il terzo portiere più pagato al mondo e deve andar via gratis, Ely è stato acquistato con una commissione di 8 mln l’anno passato e deve andare via in prestito ed infine a Vergara è stato rinnovato il contratto due mesi fa e deve andar via sempre in prestito. E’ proprio il miglior dirigente del mondo.
Seal
]]>Sul Milan? Ma sul Milan non c’è più nulla da dire. Hanno già detto tutto. Il mantra lo conosciamo, da un anno: “Estate 2015, gli 80 milioni sono stati spesi male. Male”. Un anno dopo in una sola settimana rifiuti 70 milioni, 40 per Romagnoli e 30 per Bacca: offerte per i giocatori acquistati proprio un anno prima. Gli 80 milioni quindi, certo, non hanno reso sul campo come dovevano, la stagione è andata male, doveva essere almeno quella del ritorno in Europa ma il Milan se la è complicata da solo, critiche tutte giuste.
Una volta ci si vantava delle vittorie, ci si vantava dell’acquisto di grandi giocatori che facevano la differenza; ci si vantava di giocatori che vincevano il Pallone d’Oro e stravincevano la classifica cannonieri! Poi ci siamo vantati del ranking fino a far uscire la ricotta dai coglioni della gente; poi abbiamo cominciato a vantarci del fatturato, primi di qua, primi di la e poi di grandi cessioni… Adesso di che ci vantiamo? Ci vantiamo di offerte! Un giocatore non rende, per penuria di difensori giovani e di talento mantiene una certa valutazione, arriva un pazzo che fa un’offerta irreale e noi ci vantiamo! E noi non vediamo l’ora che arrivi venerdì a mezzanotte per scriverlo a chiare lettere, per poterlo sbattere in faccia ai miscredenti tifosotti! Ahahahahahahahah, ma lei ha presente la realtà delle cose? Qui non siamo a Ischia, questo una volta era il Milan…
Ma in una logica di numeri, economica e di mercato la frase 80 milioni spesi male è tecnicamente sbagliata e manifestamente in malafede. Poi certo gli avvelenatori di pozzi mica si placano: l’offerta del Chelsea non è vera (certo, baby, il Milan scomoda il nome del Chelsea in un comunicato ufficiale senza avere ricevuto nessuna offerta…..senza parole), oppure ma dai Conte non lo convoca in Nazionale e poi lo vuole a tutti i costi al Chelsea…come se fosse possibile accostare le scelte di un torneo di un mese per Nazionali ad un progetto di lungo periodo per un Club.
Lei parla di 80 milioni di euro per il mercato 2015, mentre dal bilancio del Milan risulta ben illustrato che la campagna acquisti è costata ‘investimenti per 122,6’ milioni. inoltre lei fantastica di offerte per complessivi 70 milioni per Bacca e Romagnoli, giocatori che lei (non noi) afferma che “non hanno reso sul campo come dovevano”. Si tratterebbe di una plusvalenza di circa 15 milioni, per il solo Romagnoli, da decurtare del 30%. la domanda è: che cazzo voleva dimostrare?” perché da quel che abbiamo inteso da ciò che scrive lei sta affermando che gli 80 milioni (120) sul campo non hanno influito ma comunque sono pervenute offerte…rifiutate. Ci spiega la logica? Lei ricorda che Ibra e Thiago Silva furono ceduti a meno della cifra per cui ora ipoteticamente se ne sarebbero andati Bacca e Romagna? Se si masturba oggi, perché non era incazzato allora?
Ma ragioniamo sui numeri: Bacca è stato comprato a 30 milioni e dopo aver segnato 18 gol vale sempre 30 milioni? E chi li avrebbe offerti? Il West Ham? Ah me cojoni, questo giocatore che vale 30 milioni e 18 gol più 3 già fatti lo vuole una sola squadra e nemmeno di rango? Se magari avessimo preso uno più giovane che magari ogni tanto si ricorda che a calcio si gioca in 11 possiamo ipotizzare che magari valeva molto di più? Quindi non mi sembra che ci sia tanto da urlare orgasmi ai 4 venti per l’acquisto di Bacca! Mettiamo da parte per un attimo Romagnoli…, e di Ventimilionacci non ci dice nulla? No perchè se lei si permette di dare a chi ragiona lezioni di economia, noi ribattiamo che la sua è una economia da paraculo, perchè lei rimarca solo Bacca e Romagnoli, visto che le fa comodo… Ma qui non siamo sulla defunta Milan Channel (il Signore vede e provvede!) e nemmeno in quei canili che lei frequenta la sera su scalcinate tv lombarde…dove urlate e vi lanciate in orgasmi multipli…, qui si ragiona numeri alla mano! Bertolacci è stato un acquisto insensato, un disastro senza precedenti, un acquisto che quando è andato in campo è stato vomitevole! Bertolacci sono venti milioni di euro buttati dal balcone! E vogliamo parlare dell’ingaggio lordo? E vogliamo parlare delle commissioni?
Oddio che parola brutta! Le commissioni! Ely e Vergara chi li ha presi? E le commissioni? Ma poi, ragioniamo per assurdo… e diciamo che questi 80 milioni sono stati spesi bene…, e come mai il Giannino ha fatto un campionato di merda, seppellito dai fischi, dagli improperi, umiliato da squadrette retrocesse e prendendo lezioni di calcio da tutti? Perchè la sua dirigenza è talmente illuminata da buttare un miliardo di fatturato negli ultimi 5 anni e avere una squadra piena di pippe, cazzoni e giocatori da cacciare a pedate? Queste sono domandine che le facciamo noi che non siamo genietti, ma più di lei ne capiamo in tutto e per tutto. Si dimostri più genio di noi…, ci provi, si sforzi! Come? La realtà, i fatti e la cronologia non sono confutabili? Beh…per uno che dice che Balotelli gioca male perchè è colpa dei tifosi tastieristi cosa vuole che sia dimostrare che il mercato di merda di quel dirigente bollito e incompetente, che lei difende a spada tratta, è un mercato fatto bene! E quell’altro morto in piedi Luiz Adriano che ha fatto 4 gol e schifo con 8 milioni spesi e un bel quinquennale a cifre vergognose, questo non ce lo spiega?
Non ci spiega nemmeno il ritorno di due tamarri che hanno smesso con il calcio come Boateng e Balotelli? Anche li milioni di euro buttati! Ma lei si gasa per Romagnoli! Una squadra di merda e lei si gasa per un’offerta del Chelsea! Ci si può ridurre a godere del nulla? Adesso mi aspetto un gran godimento per l’intenzione del Celta Vigo che magari fa un pensierino ad Antonelli…, il figlio di Dustin oooooooooohhhhh! Una campagna acquisti disastrosa, dannosa, da pazzi dementi e lei si permette di stare a discettare dicendo che chi pensa il contrario è in malafede! Non parli di cose più grandi di lei, lasci stare.
A proposito di difensori e di Roma. Non abbiamo capito due cose della Roma eliminata dalla Champions League. La prima: tra Oporto e Olimpico, Spalletti ha alternato 4 difensori al fianco di Manolas: prima Vermaelen, poi Juan Jesus, poi Fazio e poi De Rossi. L’espulsione di Vermaelen è stata un problema, ma le soluzioni di Spalletti si commentano da sole. A proposito, domanda per tutti gli economisti che ci sono fra i tifosi e fra i colleghi di tutti i siti: ma se un anno fa Sabatini avesse tenuto Romagnoli senza farselo strapagare dal Milan…oggi quanto avrebbe risparmiato in cartellini e in ingaggi, visti tutti i tentativi di sostituzione di Alessio che sono stati fatti dai giallorossi, da Gyomber….in poi?
Transfermarkt non è la Bibbia ma nessuno gli nega il valore di sito di riferimento. Attingiamo da li per rispondere alla domanda dell’esperto di editoria sportiva nei giusti toni. Vermaelen è stato preso in prestito con diritto di riscatto, esborso monetario pari a ZERO. Juan Jesus, prestito con diritto di riscatto, esborso monetario pari a 2 milioni. Fazio prestito con diritto di riscatto, 1,2 milioni. Daniele De Rossi viene dalla primavera ed il suo cartellino non è un costo per la Roma. Totale: 3,2 milioni di euro. Romagnoli ha fruttato 25 milioni con un utile netto di 21,8 milioni. Se volessimo essere completi guarderemmo anche alla stagione precedente aggiungendo al computo il costo dei cartellini di Rudiger, Manolas (anche se è stato pagato con la vendita di Benatia), Zukanovic e Gyomber.
Rudiger: 9 milioni.
Zukanovic: 2,8 milioni
Gyomber: 1,5 milioni
Manolas: 13 milioni
Il totale fa 29,5 milioni, solo 4,5 in più del solo Romagnoli per 7 (dicasi sette) giocatori. Oppure, se vogliamo essere impietosi (e noi vogliamo), praticamente la stessa cifra ricavata dalla vendita di Benatia. Perché la Roma cambia tanti centrali? Perché sta provando a cercare quelli giusti da due anni con la sola cessione di Benatia che a sua volta era stato comprato con i soldi della cessione di Marquinhos (comprato a 5,7 milioni e venduto a 31,4 per 25,7 di plusvalenza), i soldi di Romagnoli sono un extra. Tutti in plusvalenza. Per la ridefinizione del concetto di superficialità. Perché la Roma cambia tanti centrali? Perché quello probabilmente più forte della truppa (Leandro Castan 5 milioni di euro) ha avuto una malattia grave che ne ha ridotto enormemente le capacità atletiche. Vediamo se Gustavo Gomez (8,5 milioni) riesce ad essere al livello di uno di quelli citati sopra. La domanda da porre, intelligente ma scomoda, è: come mai le campagne cessioni del Milan si concludono sempre con saldo nullo o negativo? E, in subordine, come mai il Milan con il suo illuminato Condor non riesce a piazzare una plusvalenza come quelle di cui sopra?
Non solo, ma soprattutto: oggi la Roma sarebbe in Champions League?
Chi lo sa! Non ci hanno dotato di una sfera di cristallo. Sappiamo che negli ultimi campionati la Roma è arrivata seconda, seconda e terza, il Milan ottavo, decimo e settimo. Settimo con Romagnoli, il quale resta un buon giocatore (non abbiamo mai detto il contrario) strapagato rispetto alla sua età, valore e maturazione (questo lo abbiamo detto fin dal primo minuto dopo il suo acquisto). Probabilmente la Roma con Romagnoli sarebbe arrivata in Champions ma probabilmente in virtù di una struttura ormai consolidata nel tempo e nel gioco. La domanda corretta (ma scomoda) da porre è quella contraria: con Romagnoli la Roma sarebbe arrivata seconda? O magari prima? Infieriamo perché questa volta si è passato ogni limite di decenza e facciamo noi una domanda: perché Nainggolan e Paredes sono protagonisti nella Roma e sono costati 21 milioni, la stessa cifra che è costato quello scarpone sempre scassato di Bertolacci (20 milioni)? Ah già, dimenticavamo che il guru una risposta l’ha data a questa domanda asserendo che bisognava rispondere allo smacco Kondogbia. A figura di menta si risponde strapagando un giocatore scarso dell’amico Preziosi. Stupidi noi…E Kondokoso era stato trattato fino alla sera per essere preso a 40! Quindi l’errore lo avrebbe commesso lo stesso! Ma stupidi noi, Kondokoso non lo abbiamo mai trattato…
Capire chi sia il genietto di Twitter è poi impresa ardua perchè questo ex col dente avvelenato o è rinchiuso in un eremo in cui gli passano solo dei pizzini con sopra scritti i nomi dell’odio, oppure ha bisogno di una nuova visita oculistica. Se l’ex cestista avesse una minima dimestichezza coi social network si accorgerebbe che questo personaggio o ha migliaia di account fake oppure tra Twitter, Facebook e le pagine social di milan news, l’ex muezzin è diventato lo zimbello del web da parecchio tempo. Se non ci sei ancora arrivato alla prossima ti facciamo un bel disegnino. L’istinto vendicativo tipico dell’ex con la bava alla bocca perchè colpito nel segno e affondato è la frase finale: solo una persona priva di argomentazioni risponde ad una domanda con una domanda.
In data 1 agosto esce su Calcio e Finanza una interessante tabella che palesa gli affari tra Galliani e Preziosi. Cose note e risapute, peró a vedere i nomi, e soprattutto i numeri, c’é davvero da porsi qualche domanda. In 8 stagioni il Genoa incassa dal Milan 129 milioni, che valgono a Preziosi 78 milioni di euro di plusvalenza. Significativo sottolineare che é quasi i 25% del totale delle plusvalenze generate, grazie ai 17 giocatori (e una media di 14 milioni l’anno). Passi El Shaarawy, passi pure Sokratis, ma 10 milioni per il Primavera Simic quantomeno dovrebbero far storcere il naso… La strepitosa amicizia tra Galliani e Florentino Perez – quello che annulla le ferie e gli apre il Bernabeu la domenica mattina per intenderci – ha portato al Milan 7 giocatori: nel 2000 arriva il difensore Julio Cesar, gioca 4 scampoli di partita e se ne ritorna in Spagna al Real Sociedad prima di sparire definitivamente dal panorama calcistico. L’esate seguente al Milan arriva Redondo che nel Milan disputa 14 partite in 4 anni causa infortuni. Costato 25 milioni, il centrocampista ha dalla sua il fatto di aver rinunciato allo stipendio quando fuori causa. Nel gennaio 2007 per 8 millioni a Milano arriva Ronaldo, che dopo una buona prima metá stagione (7 goal in 14 partite), disputerá solo 6 partite la seguente. In estate invece al Real andranno 5 milioni per il Puma Emerson. Dopo 2 anni gli verrá rescisso il contratto. Estate 2009. Dopo la mancata cessione invernale al Manchester City per 110 milioni, Kaká vola in Spagna per 67 milioni. Tornerá per una stagione aspettando che parta la sua avventura americana. Un mese dopo al Real ne restituiamo 15 portandoci a Milano Huntelaar (per la stessa cifra il Bayenr prese Robben e l’inter Sneijder). A fine anno l’olandese sará ceduto in Germania allo Schalke04. Ultimo nell’ordine Diego Lopez, portiere di 33 anni a cui Galliani fa firmare un quadriennale da 2.5 milioni a stagione. Da metá dello scorso anno relegato al ruolo di terzo portiere che, ironia del destino, era lo stesso che ricopriva al Real prima di arrivare in rossonero.
Sicuramente il Gormitaro fa affari non soltanto con noi, ma a noi ha dato una marea infinita di scarponi e agli altri i giocatori veri: questo è avvenuto per malafede (visto che lei la sa riconoscere…) del finto amico genoano, buono solo per appiopparci scartine o perchè Galliani non ne capisce nulla e non distingue un Milito da un Constant? Cazzo ce ne vuole a confonderli, non fosse altro che uno è stato un grandissimo centravanti e l’altro una pippa da circo equestre e da calcio turco, si calcio turco, quello dove abbiamo anche deportato Traorè, un aratro vivente, una delle più grandi pippe mai viste in Italia. La stessa Turchia dove stava finendo il trattore Kuco, quello che è forte perchè alza le braccia al cielo e incita la folla… Quello che ci ha richiesto il Real Toro di Cairo a 5 milioni a fronte dei 2 spesi per darli al Gormitaro. E passiamo anche sopra la tratta dei giovani che fa Maiorino senza portare a casa nulla, li avesse venduti a peso, magari ci usciva un centrocampista migliore di Montolivo.
Galliani dal 2007 in poi ha dovuto vivere per diversi anni sotto scorta perché, come riportava Andrea Schianchi, è stato “oggetto di pesanti minacce e il ministero dell’Interno gli ha assegnato una scorta ventiquattr’ore su ventiquattro”. Dopo aver soddisfatto questa irrefrenabile e insaziabile sete di verità rimane sempre quella cosuccia, quella domandina che il genietto di twitter (chissà chi sarà tra l’altro) e altre migliaia di utenti social gli fanno da anni, aspettando invano una risposta: perché non ci sono mai domande scomode a Galliani? Non è una domanda difficile per uno che conosce i giusti toni, e a dire il vero non sarebbe complicata nemmeno per un ex che non provasse a riconquistare la sua vecchia fiamma. Consiglio all’ex cestista di levarsi dalla bocca tutta quella bava che sta insozzando il web, tanto la sua è una battaglia persa e la domanda rimane sempre lì nonostante i tentativi maldestri di svicolo: Perché non ci sono mai domande scomode a Galliani? Forse perché non tutti si chiamano Federica Balestrieri? Ma poi chi se ne frega della scorta di Galliani, le ricordo magari che con la scorta andò alla cena di Natale organizzata da quelli per cui aveva preso la scorta… In ogni caso la scorta ce l’hanno eroi dello stato, magistrati, giornalisti veri che per fare il loro mestiere si mettono contro la mafia e criminalità organizzata! Non parli di scorta, non osi definirla tale, serve solo ad accompagnare un dirigente signorotto ed arrogante, tecnicamente bollito, ad abbuffarsi.
Quando lei partorisce questi articoli deve fare una premessa: scriva che sono diretti a quei quattro cretini che la seguivano sul canale tumulato, quelli a queste cose ci credono pure, magari si asciugano il muco che gli cola dallo sguardo ebete e si sentono tanto felici. E’ evidente il nostro strapotere dialettico, è chiaro e lapalissiano che abbiamo la forza della ragione e delle capacità, scrivere simili editoriali (eufemismo) significa prendere la cavalleria e mandarla contro l’artiglieria, un massacro annunciato. Spiace se abbiamo turbato quelli che tengono ai giusti toni…, ma in fondo al cuore non ce ne frega niente. Si rivolga ai suoi seguaci, scriva a loro questi editoriali, quelli capiranno, anzi non capiranno nulla, come al solito.
Milan Night
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Il Milan ha una difesa… indifendibile. Ma la questione è molto più ampia e va oltre gli errori dei singoli (comunque evidenti e spesso decisivi). Il problema vero è in mezzo al campo ed è ormai cronico. I centrocampisti rossoneri faticano a supportare i compagni nelle due fasi: poco filtro, scarsa attenzione, eccessiva lentezza, zero inventiva, questi i limiti di un reparto in evidente difficoltà. Giacomo Bonaventura non ha ancora metabolizzato il nuovo ruolo cucitogli (su misura?) addosso da Vincenzo Montella. Nelle prime due uscite stagionali non ha certo brillato, ma l’ex atalantino rimane, comunque, il miglior interprete del centrocampo milanista. Juraj Kucka non è ancora al meglio, e si vede. Lo slovacco, tanto macchinoso quanto testardo nelle sue spesso pretenziose giocate (quanti palloni persi in zone pericolose del campo), non ha dato, fin qui, l’apporto sperato, peccando sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. Poi c’è Riccardo Montolivo, autentico punto debole in cabina di regia. Il capitano non ha gamba né idee, gioca semplice (anche troppo) ma lo fa con eccessiva fiacca, penalizzando, spesso e mal volentieri, la manovra in uscita e in ripiegamento della squadra. Insomma, è un problema di collettivo e di meccanismi ancora da oliare, certo, ma anche (e soprattutto) di qualità e personalità. In attesa di scoprire Mario Pasalic e José Sosa, mister Montella dovrà giocoforza fare di necessità virtù, continuando la sua opera di persuasione. Per alimentare e valorizzare le sue idee di gioco, l’aeroplanino non potrà esimersi dal responsabilizzare il centrocampo. (Milannews.it)
Escluso Donnarumma – se non ci fosse stato Donnarrumma (a proposito, congratulazioni per la Nazionale), invece che 6 di goal in queste due partite ne avremmo presi 10 – i grandi esaltati di questo avvio di stagione sono Suso e Niang. Giocatori che nel Napoli sarebbero quinto e sesto della rotazione nel ruolo, dietro sicuramente Callejon, Insigne e Mertens e magari giocandosi una slot col buon Gabbiadini. Durante l’era Ancelotti, Cristian Brocchi, il nostro quinto centrocampista, giocava titolare e con la fascia al braccio in Lazio e Fiorentina. Oggi i nostri titolari sarebbero le quarte se non quinte scelte nelle squadre che vanno sul podio. Ma da chi si esalta per Kucka cosa potremmo aspettarci?
Montolivo a parametro zero non lo ha voluto nessuno. Nessuna asta. Nessuna offerta. Nessun tentativo. Rinnovato in sordina con un comunicato a metá mattina di giorno feriale, tra l’altro congiunto. Immaginatevi un Iniesta rinnovato con un comunicato congiunto con Tello e Adriano, di martedi mattina. Peró il vero problema della rosa é la mancanza del suo vice. Nel weekend la medaglia di bronzo dei palloni recuperati, Drinkwater, ha fatto di prima un assist per Vardy di 40 metri. Da questo regista, il fosforo essenziale davanti alla difesa, stiamo ancora aspettando una giocata. La mediana da anni é il reparto piú scadente della rosa, ma per far restare questa nullitá sul piedistallo, gli vengono affiancati giocatori ancora piú scarsi. Ultimo in ordine José “Principito” Sosa, trentunnenne argentino con una carriera di fallimenti alle spalle. Lo zoccolo duro di questa formazione da 3 anni non arriva nemmeno in Europa League nonostante ogni anno si cambi praticamente attacco, metá difesa e allenatore.
Questa stagione vada come vada, il Milan per quanto mi riguarda un grande acquisto lo ha giá fatto: Montella. Aspettiamo con ansia il secondo: la dipartita del Condor. Tutto ció che viene in piú é tanto di guadagnato.
Andrea
]]>Nel titolo c’è tutto. Rispetto allo scorso anno si vede che l’allenatore ha delle idee di gioco, si vede che Montella ci sta provando a insegnare a leggere e scrivere a dei totali analfabeti. Questi ancora mangiano con le mani e non capiscono l’uso delle posate, sono dei selvaggi, dei cazzoni inutili, scarponi che si credono degli dei, dei giocatori arrivati. Di rimarchevole c’è stato il cosiddetto approccio, quello che nell’ultimo lustro non si è quasi mai visto, i primi minuti giocati al San Paolo incoraggiavano ed incoraggiano a sperare che qualcosa sia cambiato e che possa cambiare in meglio; ma troppe sono le condizioni che si devono avverare perchè questa squadra cresca nella qualità del gioco e nella gestione della partita. Questo tecnico, persona seria e preparata, non può fare miracoli, insegnare a Montolivo a fare il giocatore di calcio è impresa ardua: meglio consegnargli l’aratro e lasciarlo arare un campo qualsiasi. Soltanto in quel canile pieno di bestie rabbiose, rantolanti e latranti…di Telelombardia si poteva dare la palma di migliore in campo a questa pippa. Il canale andrebbe chiuso, come l’altro…, quello del Muezzin, ma a costui dedicheremo un post epocale per disintegrare e annientare il vomitoriale indecoroso di sabato mattina.
Peccato perchè la partita era stata raddrizzata da due prodezze, quella di Niang che si è bevuto il terzino del Napoli e quella di Suso (migliore indiscusso dei nostri dopo il portiere…). La prodezza balistica di Suso è stata meravigliosa, prodezza fantastica, rovinata da alcuni suoi compagni di classe che sarebbero da cacciare a pedate. Purtroppo ci sono troppi giocatori che non hanno personalità oltre che i rudimenti per giocare nella massima serie, questo si vede chiaramente: Abate saranno anni che sbaglia lo stesso gol, saranno anni che arriva davanti la porta e la spara alle stelle; il motivo è presto detto, Abate è una pippa invereconda, il classico giocatore da Giannino, sopravvalutato, titolarissimo a prescindere e pieno di prosopopea. A vederlo in campo ha sempre quelle crisi isteriche inutili, ma impara a stoppare una palla, impara a guardare la porta! Se invece parliamo della sua capacità difensiva allora rimpiangi gli errori in attacco. Mertens ha fatto quello che ha voluto, lo ha umiliato, sbeffeggiato, smerdato e scartato. Di conseguenza viene da chiedersi, ma Abate a cosa serve? Ad un cazzo! Però fa un mezzo cross…e molti vanno in visibilio…
Fino a quando non cacceremo a calci nel culo questi presuntuosi cazzoni, questi giocatori da videogioco in casa…, la qualità di questa squadra non potrà mai salire, è impossibile…non c’è speranza. Vi segnalo anche quello che vale 90 fantastiliardi e che ha fatto arrapare l’esperto di editoria sportiva nei giusti toni…che è stato scherzato da Mertens in piena area. Su Gomez ho poco da dire, è presto ed esordire a Napoli senza copertura del centrocampo è dura. Molti errori di appoggio e qualche disattenzione, non mi sembra nemmeno velocissimo, ma occorre aspettare, diamo tempo a questo ragazzo di capirci qualcosa. Certo…aspettarsi gente pronta e forte è impossibile, inattuabile: per prenderli a poco prezzo…il Condorasino li trova tra i dimessi degli ospedali e delle cliniche. Arrivano sempre a campionato iniziato e devono capire il tutto. Senza considerare che ci sono le valutazioni dei carbonari, quelli che devono giocare per forza…
Si è visto un discreto e veloce possesso palla e qualche bel cambio di gioco molto veloce, cose che fanno vedere una certa mano del tecnico, ma quello che disarma è la fragilità emotiva di questa pseudo squadra, alla prima difficoltà vanno in tilt; dopo il primo gol sono scomparsi dal campo, niente di quello che si era visto fino a quel momento si è più rivisto nella prima frazione. Fortunatamente è intervenuto l’intervallo che da una parte ha consentito a Montella di parlare con disegni, gesti e suoni gutturali a questi minus habens, a questi trogloditi della palla e dall’altra ha anestetizzato la furia del Napoli. Raddrizzata la partita, una squadra che ha le palle aumenta la furia agonistica nel suo spartito di gioco oppure interviene qualche cambio per calibrare al meglio i minuti restanti, minuti che avrebbero necessariamente visto il ritorno dei partenopei. Magari si toglieva Bacca che fuori casa è inutile se il centrocampo arretra; non tiene palla, non fa salire la squadra e i passaggi anche laterali diventano cose impossibili…, ma non si può criticare perchè segna…
Il finale è stata l’apoteosi degli scarponi e dei cretini. Come al solito ai minorati è esploso il cervello con proteste inutili e dannose! A che serve protestare? A che serve calciare lontano la palla? Hai preso la giusta ammonizione? Stai zitto e cerca di aiutare la squadra, visto che un gol lo abbiamo preso perchè ti sei addormentato sul corner…, caro trattore a pedali! Del resto quando si sente dire che costui, uno scarpone del Genoa, un giocatore con l’aratro che dovrebbe trainare i buoi, e non il contrario…, viene beatificato dall’esperto di editoria sportiva nei giusti toni e dai suoi degnissimi seguaci come un grande acquisto…, ma che ti vuoi aspettare? E infatti ce lo ha richiesto il temibile Torino…per 5 milioni! 3 milioni di pluvalenza! Me cojoni…, per uno che fa 90 di buco costanti e manda la squadra a puttane…, è una plusvalenza fantastica! Te ne stai zitto e fai protestare il capitano (ad avercelo…), non lasci la squadra in 10! Purtroppo quando regna la cultura (eufemismo) latrata e rantolata da un telecronista (non nei giusti toni ahi ahi ahi…) secondo cui è tutto complotto, massoneria, carboneria e servizi segreti deviati…che cazzo ti aspetti? Kuco Muco è una pippa nonchè scarpone da calcio turco, dove era giustamente destinato! E se trova una sua ragione nel Giannino è perchè ci sono merdacce di centrocampisti degni della serie B angolana.
In ultimo il minus habens di Niang…si è fatto espellere da imbecille, da ammonito te la vai a cercare come lo scarpone del Gormitaro! Non sono stati rossi diretti, questo andrebbe spiegato a quello che fa il valletto, ma vai a spiegarglielo, parliamo di uno digiuno di qualunque cultura sportiva…, che parla di giusti toni…per gli altri…, senza ascoltare i suoi latrati. Ma la Norimberga non tarderà e metteremo alla berlina questi fenomeni. Niang è così, Cimabue, fa una cose e ne sbaglia 2(cento). Povero Montella, ma hai visto che intelligenze compongono la tua squadra? Cacciali a pedate. E a proposito di gente e gentaglia da cacciare…ci sarebbe piaciuto ascoltare l’opinione dell’Amministratore Delegato alle Abbuffate…, ma quello parla solo quando vince. Che dirigente, che spessore, che palle che ha, che uomo di rispetto, che condottiero, che dirigente illuminato! Ci sono quelli che quando perdono ci mettono la faccia…, lui ci mette lo stomaco! Perde e va ad ingozzarsi, va a rimpinzarsi, va a saturarsi lo stomaco a forma di serbatoio dell’Iveco fino a farlo esplodere. Il centrocampo non potrà mai migliorare, bisogna discernere tra centrocampisti che fanno la fase offensiva e quella difensiva…, che volete ne capisca un dirigente che conosce solo altri tipi di fase: quella masticatoria e quella digestiva.
Gianclint
]]>Prima di tutto un pensiero a chi è morto sotto le macerie e un abbraccio a chi è sopravvissuto, con il suo straziante carico di dolore e di sgomento. Honda ha compiuto un bellissimo gesto. E’ l’unico che abbia davvero giustificato la sua presenza al Milan. L’Italia è uno strano paese, Keisuke. Pieno di difetti ma anche di pregi. Piccole, squallide meschinità convivono con atti di grande generosità. Gli splendidi borghi medioevali fanno parte della nostra Storia. E, al di là delle nostre carenze, non possono oggettivamente essere messi in assoluta sicurezza. Il rispetto per chi non c’è più lo si dimostra soccorrendo i vivi. Sarebbe un delitto lasciarli soli in un momento così tragico. Encomiabile, commovente il lavoro dei volontari. Sono degli eroi. Il dolore resterà una croce pesantissima sulle spalle di chi ha perso i propri cari e le proprie case. Noi, purtroppo, possiamo fare solo una cosa. Aiutarli a ricostruire i loro paesi. E’ molto bello, Keisuke, che tu abbia sentito la necessità di fare un’offerta e di usare parole toccanti. Un grande abbraccio a chi sta vivendo una sofferenza tanto atroce.
La vita va avanti. Il calcio è una metafora della vita, diceva Berlusconi. La nostra da lunghissimo tempo è davvero grama. E io sono qui a commentare, con poca voglia, una partita, il cui risultato era già scritto in partenza. Arrabbiarsi per una sconfitta annunciata, figlia di un pessimo lavoro nell’allestimento della squadra, mi sembra fuori luogo, soprattutto in un momento come questo. L’arbitro Valeri ci ha messo del suo? Senz’altro. E non è la prima volta. Ma francamente la cosa non mi interessa. Quando una Società ripropone anno dopo anno un centrocampo impresentabile, c’è poco da fare. I cuginastri, già superiori, prendono Banega, Joao Mario, Gabigol? Noi rispondiamo con Uallarito Sosa e Pasalic. Il povero, bravo Montella può solo sfogarsi con qualche efficace battuta. Il Condor imperversa ancora nel pre partita con “ Se non esce nessuno, non entra nessuno.” “ Siamo numericamente a posto.” Insomma, Cinesi o non Cinesi, Fassone o non Fassone, qua, per il momento, non è cambiato nulla. E questa sarà l’ennesima stagione buttata alle ortiche. Chi semina vento, raccoglie tempesta. Una cosa positiva nella sconfitta, comunque, c’è. Quest’essere sgradevole, irritante resterà muto. Ehi, Cinesi, lo caccerete, per favore? Un serio tentavo di ricostruzione passa attraverso l’assunzione di un Ds capace e la defenestrazione dei due simboli del Giannino: Galliani e Montolivo.
Non posso nemmeno dire che la vicenda Pasalic sia singolare, in quanto per noi, purtroppo, è la norma. Dunque, manca un vice Montolivo, dicono quelli che se ne intendono. Arriva un ragazzo sconosciuto, fermo da Febbraio per seri problemi alla schiena, che gioca da mezz’ala o trequartista Prestito secco, con un originale e grottesco diritto di prelazione sull’eventuale vendita. Devo aggiungere altro? Neppure il campionato di Lega Pro potremmo vincere con questa Società. A dire il vero, il “ Siamo a posto così” stavolta mi trova pure d’accordo. Non vedo l’ora che il Mercato si chiuda, prima che un colpo di genio ci porti, per esempio, all’acquisizione di Hernanes. A questo sono ridotta. Ma non accadrà. E’ giusto che il volo del Condor si concluda con la trovata Pasalic. Una sublime chiusura del cerchio. El Condor Pasa(lic). Ma il cerchio si chiuderà davvero con il closing? Questi Cinesi si materializzeranno come quelli a tinte nerazzurre? Speriamo. Io di certezze, purtroppo, non ne ho. E il biglietto da visita che ci è stato presentato non mi permette di crogiolarmi nell’ottimismo.
La partita? Certo che l’ho guardata. Abate spara alle stelle da due passi a porta vuota? Non capisco la meraviglia. E’ semplicemente….. Abate. Il Milan si squaglia sul primo gol, dopo aver giocato in modo inaspettatamente discreto? Non capisco la meraviglia. E’ semplicemente…. Il Giannino. Cioè una squadra che gioca da anni senza centrocampo. Montella non può fare miracoli. Mica è nato a Betlemme e vissuto a Nazareth. E, anche se lo fosse, non ce la farebbe comunque. Intendiamoci, ci sono grossi problemi dappertutto. Ma un centrocampo decente aiuterebbe anche gli altri reparti. Come non detto. Mertens ci fa a fette. Ridicolizza Abate. Vincenzino, cerca una soluzione, per neutralizzarlo! Già, la rosa è un pochino scarsa. Ringraziando Gigio, torniamo negli spogliatoi con due sole bastonate sul groppone. Penso che il Napoli lì in mezzo ha a disposizione pure Zielinsky, Diawara, Rogg e Giaccherini e mi viene un po’ di depressione. Insomma, io non ambisco ai campioni. Mi basterebbero giocatori vivi e normalmente dotati. Niente. Non mi è concesso nulla. Pazienza.
Inizia il secondo tempo e io sono ancora lì, davanti alla Tv. Mica vero che in quattro e quattr’otto pareggiamo con Niang e Suso? Due bei gol, fra l’altro. Io provo una sensazione di incredulità e di sottile piacere. Non mi illudo, però. E’ ancora lunga e la squadra ha dato più volte prova di sapersi perdere in un bicchiere d’acqua. Naturale che sia così, del resto, quando si è modesti. Suso ha segnato un gran gol, per carità. Ed è molto meglio vedere in campo lui che Honda. Ma…. non so come spiegare. Ha i connotati tipici dei giocatori bravini, con i quali non si vincerà mai nulla. Niang è vivo ed esuberante. Una stranezza per i nostri standard. Quando non si dimentica del pallone, mette pure degli ottimi assist, vedi quello per Bacca con il Torino e il cioccalatino andato di traverso ad Abate stasera. Ed ha pure infilato un non irreprensibile Reina dopo una bellissima progressione. In una squadra forte, però, non dovrebbe essere costantemente tra i migliori. Bah! Uscire con un punto dal S. Paolo stasera, dopo una rimonta del genere, sarebbe davvero bello. Vincere poi….. Ma dai, i nostri limiti non ci permettono di sperare nell’impresa. Stiamo a vedere…… E vedo cose non piacevoli. Entra Zielinsky, un oggetto dei miei inappagati desideri. Ci mette meno di un minuto a dare la svolta alla partita. Fende il centrocampo con una volata. Lascia di sale la lumaca Montolivo, che dovremmo stanziare perennemente a Napoli, in via S. Gregorio Armeno. Appoggio a Mertens. Ennesimo bel destro a giro del Belga. Gigio prova a metterci la solita pezza. Callejon brucia De Sciglio e insacca. Fine delle illusioni. Kucka non è d’accordo con una decisione del pessimo Valeri e si becca il secondo giallo. Piove sul bagnato. Si fa espellere pure Niang, che va in contrasto non cattivo ma stupido su Reina. Alla fine evitiamo il terzo rosso per un soffio. Partono in contropiede nelle ovvie praterie e Romagnoli in disperata rincorsa la tocca verso la porta sguarnita. Lasciala entrare, no? Forse per un istinto atavico e irrefrenabile si butta a terra come un portiere provetto e cerca di mandarla fuori con le mani. Arriva Callejon che insacca. Così Romagnoli si becca solo un giallo. Fine della storia.
E adesso? Mi auguro solo che il Condor non faccia altri danni, prima di togliere le tende. E come la mettiamo con la faraonica buonuscita? Non vorrei che…. Brrrr!!!!! La cosa grave è che chi subentra tolleri operazioni demenziali alla Sosa e non capisca che non ci si può presentare, caparre o non caparre, closing o non closing, con un Mercato del genere. Così si compromette la stagione e la fiducia dei tifosi. Il comunicato stampa per ufficializzare il rifiuto di un’offerta per un giocatore è un qualcosa che può avvenire solo al Giannino. Ma si riflette inevitabilmente anche su chi verrà e non impedisce uscite tanto demenziali. Caro Montella, mi piaci. Guarda, però, che con questo popò (l’errore è voluto) di squadra prenderai un sacco di gol, puntando sul gioco. Sia come sia, non potranno usarti da parafulmine. Tu hai perfettamente capito l’antifona. Alessandro Fortis cantava “ Milano e Vincenzo”. Io spero che tu non arrivi a odiare Milano e che qui possa trovarti bene, perché la stoffa ce l’hai, Vincenzino. La cosa, però, non dipende da te. Voglia il cielo che dal Sol Levante non sbaglino sempre l’indirizzo del bonifico…
Mi dicono che “autorevoli” commentatori televisivi abbiamo individuato in Montolivo il migliore in campo. Sarò io a non capire nulla di calcio. Chissà che finisca presto anche il loro volo, insieme a quello del Condor Pasa(lic), che amano tanto. Francamente non li sopporto proprio più. Agiscano per imbecilltà, tornaconto personale o per l’insieme delle due cose, non mi interessa. Mi danno un fastidio enorme. D’accordo, l’amministratore è stato delegato a distruggere il Milan da una proprietà imbarazzante e colpevole. Ma difendere e idolatrare chi è riuscito a mortificare in questo modo un ragguardevole patrimonio tecnico ed economico, adducendo come prova le offerte per Romagnoli e Bacca, è un’operazione demenziale e squallida. Non vi siete mai accorti che la squadra è sempre stata allestita a casaccio, con logiche che non hanno niente a che vedere con gli interessi del club? Non avete visto lo spreco indecoroso di fatturati importanti? Vi piacciono i tipi pingui, perennemente gozzoviglianti o spiaggiati? De gustibus…. Dio mi scampi dagli evoluti e dai loro maledetti carri.
Chiara
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